FIFA 22 vs eFootball, un confronto basato sulle prime impressioni a caldo | Speciale
Nel giro di un paio di giorni hanno debuttato FIFA 22 e eFootball. Noi li stiamo provando scoprendone a poco a poco le molte differenze
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Per tirare fuori una terminologia che non sentivamo citare da un po’, Konami si è affidata alla Blue Ocean Strategy, rinunciando ad inseguire un avversario che rischiava di fagocitare, a poco a poco, lo zoccolo duro di fan sfegatati di PES, tentando a tutti gli effetti una pericolosa, e difficile, evoluzione del genere delle simulazioni calcistiche.
https://www.youtube.com/watch?v=mKak2Kk5eDI
Da questo punto di vista non c’è proprio partita. Sin dal primo avvio, FIFA 22 lascia intendere che sì, c’è sempre una partita da giocare, ma ciò che vuole offrire è un’esperienza calcistica a tutto tondo. Tra simpatici cameo digitali di giocatori come David Beckham e Éric Cantona, nell’intro che funge da vero e proprio tutorial, il clima delle grandi occasioni si respira anche grazie all’attenta regia digitale che indugia sullo stadio e sui giocatori sin dal primo match vero e proprio, maestosità che si completa anche grazie ad una soundtrack ricchissima di brani su licenza, che infondono un certo ritmo alle battute iniziali.
Malissimo eFootball invece. Il video che introduce alle novità di questa edizione non solo mette in risalto quanto l’accostamento dei colori principali scelti, il giallo ed il blu elettrico, donino un aspetto cheap a tutta la produzione, ma mostra anche tutto l’imbarazzo di Iniesta, costretto, chiaramente suo malgrado, ad esaltare con un sorriso fintissimo le qualità del gioco.
Stilosa e adrenalinica la produzione Electronic Arts, sgraziato e patetico il primo contatto con eFootball. Uno a zero per FIFA 22.
Menù e modalità
Come dicevamo in apertura, è davvero difficile fare un diretto confronto tra FIFA 22 e eFootball in termini contenutistici. Se è cosa buona e giusta criticare nuovamente le scelte prettamente e puramente estetiche per quanto riguarda la produzione Konami, sebbene i menù di FIFA 22 sino tutto fuorché intuitivi e di facile lettura, più difficile criticare la scelta di dotare la produzione nipponica di due uniche voci: partita veloce, contro la CPU e non, che limita a nove i team selezionabili; Wordwide Clubs, che invece vi permetterà di utilizzare le squadre già apprezzate in eFootball PES 2021 in duelli esclusivamente in rete, utili ad accumulare punti che serviranno quando il servizio sbloccherà parte delle funzionalità già promesse dal team nipponico.
Dall’altra parte della barricata, invece, FIFA 22 si presenta con l’ormai solita e classica artiglieria fatta di modalità carriera, FUT, stagioni secche e il gradito ritorno di Volta, che recupera antiche suggestioni del fu FIFA Street.
Se da un certo punto di vista non ci sarebbe neanche bisogno di mettere a confronto le due offerte, va anche specificato che da una parte bisogna mettere mano al portafogli, dall’altra certe funzioni di eFootball sono e resteranno gratuite, con il non secondario vantaggio che essendo concepito come piattaforma, e non come iterazione all’interno di un brand, potrà aggiornarsi di continuo sia in termini di rose, che di modalità proposte. Difficile quindi assegnare il punto secco a FIFA 22, anche perché è soprattutto in quest’ambito che la politica a lungo termine di Konami darà i suoi frutti. Ma servirà tempo. Molto tempo a giudicare dalle premesse.
Gameplay
Sì, perché se sulle modalità di gioco presenti si può anche chiudere un occhio, difficile soprassedere sulle molteplici sbavature che caratterizzano il gameplay di eFootball. Il passaggio all’Unreal Engine 4, come diremo anche tra poco, non deve essere stato affatto indolore, ma ciò non basta a giustificare così tante titubanze. L’idea di cambiare totalmente la gestione dello sprint, che influenza non solo la rapidità del giocatore, ma anche la forza impressa alla sfera nella gestione di stop e dribbling, ha il suo senso. Inoltre, la fisica del pallone è davvero convincente, tanto da sembrare davvero un corpo a sé stante e non un accessorio che si incolla al corpo di questo o di quel modello poligonale. Purtroppo, ad una tale libertà di movimento, non corrisponde un conseguente adattamento delle movenze degli atleti, ancora incatenati ad invisibili sentieri e percorsi che spesso seguono incuranti di ciò che gli accade realmente intorno. Ciò che è peggio, l’I.A. di compagni e avversari ruota ossessivamente attorno ad alcune routine a tratti incomprensibili. Spesso le difese controllate dalla CPU, per esempio, preferiscono incaponirsi in svantaggiosi e pericolosi possessi palla vicino alla linea di porta (sì, nessun errore di battitura), concedendo gol facili ed altamente irrealistici.
Dalla sua, FIFA 22 ripropone un gameplay ormai estremamente raffinato, vagamente vivacizzato dalla tanto pubblicizzata Hypermotion, tecnologia che si basa su un algoritmo che permetterebbe agli avversari di imparare le strategie utilizzate dall’utente, così da meglio contrastarle nel tempo, e da un numero esorbitante, sulla carta per lo meno, di animazioni che renderebbero i movimenti dei giocatori più fluidi e realisti che mai. A conti fatti, è vero che è più difficile rispetto al passato affidarsi ai trick individuali dei giocatori più dotati per scardinare qualsiasi difesa, ma come già anticipato, permane l’effetto colla tra palla e giocatore, smontando in parte il realismo a cui la saga aspira ormai da diverso tempo.
Il punto tuttavia, se lo aggiudica FIFA 22, che così raddoppia, viste le troppe incertezze mostrate in eFootball in tutte le fasi della partita. Il divario, tuttavia, non è così ampio come riscontrato altrove e basterebbe ripulire un po’ il codice della produzione nipponica per vederla gareggiare ad armi pari.
Grafica
I meme che girano sulla rete già da qualche ora, parlano abbastanza chiaro. L’idea di utilizzare un motore flessibile come l’Unreal Engine 4 ha perfettamente senso per un prodotto che vuole essere cross-platform, ma è anche importante non dimenticarsi, nel mentre, di non collezionare brutte figure. Tra modelli poligonali deformi, glitch di ogni genere e compenetrazioni tra poligoni come se piovessero, tecnicamente eFootball mostra una volta in più che abbiamo a che fare con una creatura chiaramente prematura, scaraventata sugli store digitali di PC e console con largo anticipo sui tempi, solo per non perdere troppo terreno, in termini temporali, nei confronti di FIFA 22.
FIFA 22 che, invece, anche sotto questo punto di vista mostra tutta la sua solidità, ma anche un pizzico di pigrizia, dal momento che il salto generazionale, e parliamo della versione per PlayStation 5 e Xbox Series X in particolar modo, ad di là della definizione in 4K, non ci ha affatto sbalordito. Tanto più se si considera che in qualche caso siamo anche stati testimoni di inspiegabili rallentamenti nelle partite single player.
Tripletta per FIFA 22, insomma, ma in questo caso più per demeriti dell’avversario, che altro.
Triplice fischio
Per quanto basati su sensazioni a caldo, per motivi di tempo approfondite fino ad un certo punto, l’esito della battaglia tra FIFA 22 e eFootball difficilmente si ribalterà, vista la qualità palesata dalla produzione Electronic Arts e le tante incertezze tradite da quella di Konami.
Di certo, se l’idea di un confronto appaga certi istinti primordiali che albergano in ognuno di noi, sacro santi se ricondotti alla giusta dimensione, mai come quest’anno si tratta di un esercizio di stile fine a sé stesso. Mentre l’uno prosegue sulla via della tradizione e della continuità, il publisher nipponico ha optato per un rebranding che coincide con un cambio di strategia drastico ed affascinante.
Peccato che la piattaforma nata dalle ceneri di PES sia poco più che una beta, mandata sul fronte a perire sotto i colpi di meme e recensioni negative da parte dell’utenza. Difenderlo, del resto, pur comprendendone perfettamente la filosofia di fondo, sembra comunque molto, molto difficile.