Festival di Venezia al giro di boa: da The Brutalist ad Almodóvar, cosa ci ha colpito di più
Giro di boa per il Festival di Venezia: facciamo il punto dei film che abbiamo visto e che potrebbero ambire a dei premi
Il giro di boa, ovvero il superamento della prima settimana di Festival, ha portato meno fantasmi in Concorso e più previsioni di possibile vittoria.
Queer lo mettiamo però più in relazione a La stanza accanto di Almodóvar e da questo punto di vista ci aspettavamo qualcosa di più dal regista spagnolo. Era praticamente il Leone annunciato ma il suo primo film in lingua inglese forse vincerà più per la forza del tema che non per un aspetto forse troppo “pulito” e “bellino”. Si parla di fine vita: come barcamenarsi con l'autodeterminazione? Che decisione prendere riguardo l'eutanasia se un nostro caro amico di chiedesse di partecipare ai suoi attimi finali? Sia il mondo che gli individui stanno messi malino nella pellicola con Tilda Swinton e Julianne Moore. Ma ripetiamo: ci aspettavamo qualcosina di più per dichiarare i giochi sul Leone già chiusi come capitò l'anno scorso con l'arrivo prepotente di Povere creature! praticamente al giorno 1 di Festival.
Se Almodóvar non è più così sicuro, aumentano automaticamente le chance per i contender Queer e The Brutalist. Quest'ultimo titolo sta scuotendo l'ambiente: già cult movie o una montagna che ha partorito il topolino? A prescindere dai gusti, il film di Brady Corbet con Adrien Brody architetto visionario potrebbe non essere ignorato dal palmarès della 81esima edizione. Oggi pare addirittura pole position. Ma non sottovalutiamo Ainda Estou Aqui (I'm Still Here) del brasiliano Walter Salles, capace di portare l'epopea della famiglia Paiva (perseguitati dal regime politico nel Brasile nei '70) verso possibili vittorie.