Festival di Venezia 2010, un commento

Conclusa la 67° edizione della Mostra del Cinema di Venezia, stiliamo un bilancio della manifestazione, tra diverse luci, ma anche qualche ombra. Inoltre, l'elenco dei film migliori e peggiori...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Che giudizio si può dare del Festival di Venezia 2010? Da parte di chi, come me, c'era stato solo 10 anni fa, posso dire di essermi divertito molto di più con i film presentati quest'anno. Non ci sono state, a differenza di quell'edizione della gestione Barbera, pellicole invedibili (e almeno quella di Gallo durava 75 minuti e non le tre ore di certi cinesi). E di bei film ne ho visti diversi (vedere lista dei migliori sotto). D'altronde, già pensare a una mattina di esordio con Black Swan e Machete è meraviglioso, se poi ci aggiungiamo titoli come Zebraman 2, La vida de los peces e The Town, che fanno parte di quasi una ventina di prodotti che mi sono piaciuti, non mi lamento proprio.

Il problema è il concorso, che personalmente mi ha 'regalato' 4 dei 5 titoli che ho più detestato quest'anno (anche qui, vedere elenco sotto). Non ci fossero stati in generale bei film, non ci sarebbe stato nulla da dire, ma considerando i titoli che sono stati presentati nelle altre sezioni (soprattutto le Giornate degli autori, che hanno messo in mostra una selezione notevole, nonostante certo non avessero la possibilità di scegliere per primi), allora il problema c'è. E se il film di Vincent Gallo è talmente brutto e stupido da risultare quasi fuori categoria, difficile capire perché sono arrivate pellicole come Happy Few (che non può vantare neanche, a differenza di altri, il pedigree importante del regista). Il punto è che questo danneggia gli stessi organizzatori, perché molti giornalisti vedono solo i titoli del concorso (e magari qualche fuori concorso di peso) e quindi hanno un'idea sbagliata della manifestazione. Ma se Marco Müller, tanto per fare un esempio, vuole a tutti i costi L'ultimo Gattopardo (anche in versione incompleta) e il film si rivela un capolavoro, il problema è che in sala siamo pochi a godercelo.

A proposito di Müller, hanno fatto discutere le dichiarazioni del direttore della Mostra a diversi siti Internet invitati a una colazione informale, a cui era presente anche il sottoscritto. Un piccolo approfondimento vale la pena farlo. E' interessante pensare che le grandi case di distribuzione vedono i grandi mass media come quelli da favorire, fornendo loro una proiezione anticipata la mattina, come se fossero accucciati e facilmente gestibili. A giornali come Repubblica, che parlano sempre di libertà di stampa, non fischiano le orecchie? Non dovrebbero essere loro i primi a dire, nessuno steccato, pari opportunità per tutti?

Devo anche precisare che, a mio avviso, non è stato molto corretto citare insieme come esempi negativi di commistione tra poteri la Detassis e Giorgio Gosetti. La prima è la direttrice di Ciak, che nel frattempo gestisce il concorrente Festival di Roma, dove invita come giurata Natalia Aspesi (notizia riportata dal Giornale e non smentita) e che nella sua rivista ospita una rubrica di Paolo Mereghetti. Insomma, le due maggiori firme di Repubblica e del Corriere della Sera giudicano i film del Lido, ma poi collaborano con la direttrice di Roma. Discutibile. Decisamente diversa la situazione di Giorgio Gosetti, che è il responsabile delle Giornate degli autori a Venezia (sezione che, come detto, ha fatto un buon lavoro quest'anno) e che collabora con l'Ansa, ma senza scrivere nulla dal Lido. Insomma, chiaramente stiamo parlando di due situazioni molto distanti tra loro.

Infine, una cosa bella di questa polemica è che molti (in alcuni casi, forse per gelosia/ripicca) hanno sostenuto che la questione non fosse importante e soprattutto che Müller avesse sfruttato noi internettiani. Curioso. Se un quotidianista pubblica lo sfogo di un artista contro qualcun altro, è uno scoop. Se lo fanno dei siti Internet, sono dei poveri ingenui che si fanno sfruttare. Per esempio, quando Avati sparava a zero per protestare contro la sua assenza dal concorso veneziano, ha sfruttato i quotidianisti? Forse sì, visto che diceva cose assurde (tipo che sarebbe stato sfavorito dal fatto di essere un regista prolifico, peccato che a Ozon e Miike questo non ha creato problemi) e nessuno le sottolineava. E di polemiche di questo tipo è piena la stampa italiana. Che forse inizia a sentirsi il fiato sul collo. In attesa che il modello americano, in cui i critici per i quotidiani stanno diventando una specie in via di estinzione, non venga seguito anche da noi.

Un altro elemento da tenere in grande considerazione sono gli incassi delle pellicole presentate al Lido. Che, al momento, sono sconfortanti (si vedano i dati de La solitudine dei numeri primi, 20 sigarette, Somewhere e Miral). Non è ovviamente colpa di chi organizza la Mostra, ma la domanda è fino a quando distributori di tutto il mondo continueranno a spendere cifre spaventose per essere presenti in grande stile. E' un discorso che vale per gli americani (che francamente, con Toronto che inizia pochi giorni dopo, non è che abbiano gran bisogno di Venezia), e soprattutto per gli italiani. Qui probabilmente si cerca più che altro di accontentare l'ego dei registi nostrani, considerando che per un titolo che magari sfrutta la scia del Lido, ce ne sono tanti altri che non ottengono nessun vantaggio (e talvolta, anzi, subiscono dei danni). Ma forse bisognerà cercare soluzioni più agili per presentare le pellicole, altrimenti il rischio è di fare un Festival completamente d'autore. Cosa che, peraltro, rischia di diventare la strada da percorrere...

I film migliori
1 - Machete
2 - Zebraman 2
3 - La vida de los peces
4 - The Town
5 - L'ultimo Gattopardo - Ritratto di Goffredo Lombardo
6 - Silent Souls

I film peggiori (dal quinto al più brutto in assoluto)
5 - La solitudine dei numeri primi
4 - Norwegian Wood
3 - I'm Still Here
2 - Happy Few
1 - Promises Written in Water

Vi ricordo che, per segnalarmi temi interessanti, potete mandarmi una mail o scrivermi su Facebook o via Twitter...

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