Ferrell l'attore da flop?

Esce l'ennesima classifica farlocca di Forbes e diversi mass media se la bevono senza problemi. Intanto, Libero attacca l'Islam, Adrien Brody 'denuncia' Argento e i soliti spoileratori...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Ricominciamo anche oggi da un mio errore, fatto proprio nell'ultimo Quinto potere e che mi ha fatto giustamente notare Cvd nei commenti. Avevo infatti parlato di diversi quotidiani che non avevano recensito The Social Network, ma ho fatto un elenco erroneo, visto che evidentemente mi erano sfuggiti dei pezzi nella mia rassegna stampa. Lezione numero uno: meglio discutere quello che viene scritto e non quello che (sembra) non esserlo. Lezione numero due: ma che diavolo mi succede durante il Festival di Roma? Hanno messo l'LSD nell'acqua che danno all'Auditorium?

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Chi ci segue da tempo sa che ce la prendiamo con certe classifiche assurde e fatte senza criteri affidabili, ma che piacciono tanto ai nostri mass media. Ecco, è quello che avviene con questo elenco di Forbes, che viene ripreso in pompa magna dal sito del Corriere della Sera. In sostanza, si imputa a un attore il totale successo o insuccesso di una pellicola, per cui magari Shia LaBeouf diventa l'interprete più conveniente da ingaggiare, come se gli incassi di Indiana Jones e Transformers dipendessero da lui, o Seth Rogen e Adam Sandler scontano l'insuccesso di Funny People (mentre è chiaro che si tratti di un problema del suo regista/produttore, Judd Apatow). Invece, il primo attore della lista, Will Ferrell, paga ancora il flop di Land of The Lost, ma per qualche ragione è ancora molto ben retribuito. Forse perché la sua ultima pellicola live-action, The Other Guys (uscita troppo tardi per essere inserita nell'elenco di Forbes), è stata un grande successo, così come ha aperto bene il cartone Megamind, a cui Ferrell presta la voce? E se, come titola avventatamente La gazzetta della sport, "Ferrell l'attore da flop", allora significa che è più conveniente comunque ingaggiare ex star come Eddie Murphy e Tom Cruise, più in basso in classifica? Non direi proprio.

Ma l'articolo del Corriere ci regala qualche piccola perla, come "Sul gradino più basso del podio Denzel Washington. Quest'anno la sua interpretazione del film «Unstoppable-Fuori controllo» diretto da Tony Scott non ha avuto il successo sperato". Peccato che Unstoppable non sia ancora uscito, ma chiaramente Francesco Tortora, l'autore del pezzo, non si è letto i criteri della classifica (per ogni attore, si prendono in considerazione gli ultimi 3 film negli ultimi cinque anni che sono usciti in almeno 500 sale) e quindi scrive cose come "Lo dimostra la recente classifica stilata da Forbes, la Bibbia del capitalismo, che ha messo in fila gli attori meno «produttivi» del 2010", pensando che sia un'analisi dei risultati di quest'anno.

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Giorgio Carbone, nel articolo-consuntivo dal Festival di Roma per Libero, lo ammette subito "Il giornale sta andando in macchina". Ma non è detto che sia solo la fretta a fargli scrivere che il vincitore è "Kill Me Black" (in realtà, il film belga si chiama Kill me Please) e che su In un mondo migliore "ha pesato una pesante accusa: l'anti-islamismo. La prima parte è ambientata in un campo profughi in Sudan, dove i musulmani si prodigano in episodi di ferocia". Peccato che la regista abbia più volte smentito (in conferenza stampa e anche in un comunicato arrivato per mail a tutti da parte del festival) che ci sia una precisa collocazione geografica e religiosa per quanto riguarda queste scene, che peraltro sono state girate in Kenya. Sempre riguardo Kill Me Please (stavolta scritto bene) Carbone si chiede se lo vedremo in Italia. Decisamente sì, visto che è stato comprato e annunciato dalla Archibald. Tralasciamo i discorsi politici, per cui, visto che ormai siamo con un sindaco di destra e non più Veltroni, "l'organizzazione è stata all'incirca impeccabile" (peccato che forse mai come quest'anno di episodi spiacevoli ne siano avvenuti diversi).

Sempre su Libero, giovedì 21 ottobre, l'uscita di Uomini di Dio viene utilizzata in chiave antislamica. Poco importa che la versione ufficiale (7 monaci uccisi dai terroristi islamici) venga messa ultimamente in discussione e che ci sia la possibilità di responsabilità governative. Ma soprattutto che nel testamento spirituale del Priore Christian de Clergé ci sia un messaggio di pace e un invito a non confondere l'Islam tutto con i musulmani. Titolo: "Gli Uomini di Dio uccisi dall'Islam". Il bello è che nel pezzo di Caterina Maniaci si dica chiaramente "Il massacro fu attribuito al Gia (Gruppo islamico armato) ma ora se ne mette in dubbio la responsabilità". Ma a Libero riusciranno mai a mettersi d'accordo tra titolisti e giornalisti?

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Sul Corriere della Sera, Federico Cella realizza un articolo interessante sullo stallo del 3D in televisione, ma sbaglia nel pensare (fin dal titolo "Costi troppo alti e pochi spettatori - Harry Potter e Batman dicono addio al 3D") che i due film citati abbiano scelto la strada del 2D per ragioni economiche, visto che nel primo caso non c'era il tempo necessario e nel secondo ha contato il poco amore (eufemismo) di Christopher Nolan per questo mezzo espressivo.

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Su Panorama Angelo Pergolini si parla di Wall Street 2 e si rivelano tante cose sul finale, per poi dire "beh, questo non lo anticipiamo. Così come non sveliamo il finale". Nell'articolo, anche un'opinione di Francesco Micheli, protagonista della finanza italiana:

Spesso i sequel sono deludenti. Ma Wall Street 2 è ancora più bello del primo. Un grande film che passerà alla storia accanto a Citizen Kane di Orson Welles o al Piccolo Cesare con Edward G. Robinson".

La Madonna...

Sulla Stampa, Lietta Tornabuoni ci racconta tutta la storia di Potiche. Insomma, ordinaria amministrazione, così come Mammuth recensito su L'opinione. O meglio, straspoilerato in tutto e per tutto, con giusto qualche accenno a Berlusconi, Sarkozy e Avetrana. Insomma, la solita sinossi lunga con accenni politici...

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Sul Corriere della Sera, titolo forte:

Brody denuncia Argento: non mi paga

Peccato che Brody abbia fatto causa ai produttori del film e non ad Argento, che peraltro, da quello che si sa, ha avuto la sua buona dose di problemi con questi stessi produttori. Un errore simile lo commette di sfuggita anche Stefano Lorenzetto sul Giornale, in un articolo-intervista a Massimo Emilio Gobbi (il regista dell'annunciato remake di Scarface, che un primo tempo vedeva Fabrizio Corona come protagonista) che per il resto è esilarante e da non perdere...

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Antonio Angeli sul Tempo prende spunto dall'uscita di Adele e l'enigma del faraone per parlare del successo dei film con protagoniste delle mummie. Peccato che la pellicola di Besson sia stata tutt'altro che un successo ed è difficile condividere, in un weekend in cui Cattivissimo me aveva fatto faville, questo passaggio:

E' il film che ragazzini e teen-ager vogliono andare a vedere e i genitori li portano volentieri perché, strano ma vero, un bel film di mummie piace a tutti.

Mah, forse l'interesse è decisamente scemato nel tragitto da casa al cinema.

Vi ricordo che, per segnalarci articoli interessanti, potete scrivere su questo Discutiamone nel Forum Cinema  

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