Fenomenologia del “ma esce su Nintendo Switch?”
Perché abbiamo il desiderio di comprare di nuovo gli stessi giochi su Nintendo Switch
Il primo desiderio è rigiocare titoli del passato, che ho già giocato magari anche abbondantemente, su Nintendo Switch. Con The Legend of Zelda: Breath of the Wild fui costretto dalla mancanza della console ibrida a ripiegare sulla versione Wii U, ma ad ogni offerta e promozione delle grandi catene d’elettronica (o di Nintendo stessa) mi ritrovo a rimuginare sul fatto che, forse, altre 100 ore me le potrei fare.
Se i tripla A sono forse leggermente meno invitanti perché a volte devono scendere a patti con l’hardware della console in termini di performance, come DOOM, che pur essendo una ottima conversione è non gira sempre liscio come l’olio, i titoli indipendenti, le produzioni che non richiedono un grandissimo hardware e gli indie non riesco a concepirle in una console che non sia Nintendo Switch.
Sarà perché la pixel art si sposa bene con l’idea di una console portatile, e sempre per questa stessa natura i titoli mordi e fuggi come un Enter the Gungeon e Steredenn (i quali occupano buona parte delle mie sessioni su Nintendo Switch) sono molto affini a ciò che la console dovrebbe rappresentare nella vita del videogiocatore medio.
Non è un caso che molti dei titoli che già erano presenti su altre piattaforme ritrovino una seconda vita sulla console ibrida. Stardew Valley ha raggiunto un milione di copie vendute, Overcooked: Special Edition 500.000, non dimenticando Minecraft che è quasi sempre in vetta alla classifica dell'eShop insieme a Rocket League. Alla fine di marzo 2018 il negozio digitale di Nintendo Switch contava oltre 600 titoli in catalogo, dieci volte tanti quelli presenti sullo store per Nintendo 3DS nello stesso lasso di tempo dopo il lancio.
"L’idea di poter giocare con i propri giochi preferiti ovunque è un elemento che è stato preso fin troppo sottogamba"Questo dato è molto importante, perché rappresenta quell’interesse da parte degli sviluppatori di cui Nintendo aveva bisogno. Abbiamo citato DOOM, ma Bethesda ha portato anche The Elder Scrolls V: Skyrim e porterà Wolfenstein 2: The New Colossus sulla console, titoli che rappresentano un dignitosissimo supporto delle terze parti e che evidentemente ai possessori della console piacciono.
Perché? Ovvio, la portabilità della console. L’idea di poter giocare con i propri giochi preferiti ovunque è un elemento che è stato preso fin troppo sottogamba da pubblico e analisti, ma che in realtà si è rivelato l’elemento vincente della console. Nintendo Switch è, inoltre, proprio un bell’oggetto di tecnologia da tenere in mano, e giocare a Super Mario Odyssey come Minecraft o Bayonetta 2 nel palmo di una (facciamo due) mani è esattamente quel wow factor sempre più raro nel mondo dei videogiochi.
[caption id="attachment_184438" align="aligncenter" width="1280"] Se poi ci si mettono con questi ammiccamenti...[/caption]
Nonostante sia un gioco di qualche anno fa, proprio il primo avvio di L.A. Noire per Nintendo Switch mi ha fatto pensare al potenziale della console. Lo schermo della console fa buona parte del lavoro. La risoluzione a 720p fa si che i problemini estetici dei giochi più vecchi non siano troppo palesi, e la qualità del dettaglio, dei colori e della luminosità fanno risplendere di nuova luce i titoli di qualche anno fa. Lo stesso The Legend of Zelda: Breath of the Wild mi sembrò molto più affascinante sullo schermo che sul pannello TV, quando provai la console per la prima volta in anteprima.
Ecco perché mi ritrovo – ma penso di non essere l’unico – a desiderare titoli come Celeste, Stardew Valley, Night in the Woods, ma gli stessi citati Steredenn ed Enter the Gungeon, produzioni che su PC o console che sia non avrei considerato se non in forte sconto (si parla di gusti personali, non della qualità in sé ovviamente) ma che su Nintendo Switch assumono quel pizzico di fascino in più che ti fa pensare “perché no?”.
Intanto tra i titoli in arrivo ci sono Donkey Kong Country: Tropical Freeze e Captain Toad: Treasure Tracker, ed ancora una volta so che andrò a sfogliare le pagine del catalogo dell'eShop per farmi due conti e vedere se mi va di rigiocarli sulla console ibrida (spoiler: lo farò). Questa è la forza della console, quella sua caratteristica inimitabile che per ogni porting mi induce ad effettuare il secondo acquisto, e ad ogni videogioco in uscita mi fa dire “ma esce per Switch?”. Nella speranza che, viste le vendite dei multipiattaforma sulla console, questa domanda diventi obsoleta in breve tempo.