Fear the Spotlight è il primo (ottimo) passo della divisione Games di Blumhouse
Fear the Spotlight non è un gioco perfetto, ma è il progetto perfetto per avviare la nuova divisione "Games" di Blumhouse
Fondata nel 2000 da Jason Blum, Blumhouse Productions è una casa di produzione americana specializzata nella realizzazione di film horror. La maggior parte dei successi degli ultimi venti anni appartenenti a questo genere narrativo proviene, infatti, proprio da questa azienda. Pellicole come Paranormal Acitivity, Insidious, Sinister, La notte del giudizio, Scappa - Get Out, M3gan e Speak No Evil - Non parlare con gli sconosciuti sono solo la punta di un iceberg fatto di sangue, adrenalina e fama. Una fama tale da rendere Blumhouse Productions un punto di riferimento all’interno del mondo del cinema.
Fear the Spotlight è il primo prodotto nato dalla nuova divisione “Games” di Blumhouse ed è disponibile dal 22 ottobre 2024 su piattaforme PlayStation, Xbox, Nintendo e su PC. Stiamo parlando di un’opera interessante sin dal primo trailer, dato che l’estetica richiama gli horror degli anni Novanta usciti sulla prima PlayStation. Uno stile grafico che negli ultimi anni numerosi sviluppatori indipendenti hanno provato a replicare, con risultati altalenanti. Noi di Badtaste non potevamo di certo rimanere indifferenti di fronte a questa piccola chicca e quindi abbiamo indossato le nostre fidate cuffie e ci siamo infiltrati nella scuola di Vivian e Amy, armati solamente della nostra fidata torcia. Saremo riusciti anche a uscirne?
Le basi dell'opera
L’origine del primo titolo targato Blumhouse Games è, se possibile, affascinante quanto il gioco stesso. Christa Castro e Bryan Singh sono una coppia sposata che decide di sfruttare le proprie capacità per dare vita a un piccolo studio di sviluppo chiamato Cozy Game Pals. Nasce così Fear the Spotlight, prodotto che arriva su Steam il 15 dicembre 2023 attirando l’interesse da parte del pubblico e, inaspettatamente, proprio di Blumhouse. L’azienda americana fa quindi una proposta al duo: diventare il primo titolo della nuova divisione Games, sfruttando così la potenza economica di Blumhouse per pulire e sistemare il gioco, elevando al massimo il suo potenziale. Proposta che, come potrete immaginare, i due coniugi hanno accettato.
Feart the Spotlight è il primo successo di Blumhouse Games
Fear the Spotlight è un titolo che omaggia i survival horror degli anni Novanta non solo nella grafica, ma anche nella struttura di gioco. Pad alla mano, infatti, ci troviamo di fronte a una serie di enigmi da risolvere per procedere nell’avventura. Enigmi che richiedono al giocatore di utilizzare la propria memoria, di fare ragionamenti di logica e, in alcune situazioni, di sfruttare un minimo di pensiero laterale. Insieme a tutto questo c’è anche la presenza di una creatura misteriosa e implacabile che insegue la nostra protagonista. Un po’ Pyramid Head e un po’ Nemesis, questo mostro costringe la nostra Vivian a nascondersi, essendo la ragazza sprovvista di qualsiasi arma per difendersi. L’alternanza tra queste due componenti di gameplay crea un ritmo in grado di intrattenere dal primo all’ultimo minuto senza mai annoiare. Un risultato che, lo ammettiamo, ci ha sorpresi in più momenti. Soprattutto nel finale.
Fear the Spotlight vive della propria atmosfera nostalgica, inquietante e malinconica allo stesso tempo. Non siamo di fronte a un videogioco perfetto, ma a un perfetto primo titolo per Blumhouse Games. È evidente che la casa di produzione americana ha capito come inserirsi nel mercato videoludico, finanziando sapientemente Christa Castro e Bryan Singh per dare vita a un progetto molto interessante. Un progetto dal grande budget, ma dal sapore indipendente. Un progetto che si ispira al passato, ma che paradossalmente guarda al futuro e cerca di staccarsi dalla monotonia del presente. Insomma: se amate la filosofia alla base di Blumhouse, amerete di certo anche Fear the Spotlight.
E ora?
Ovviamente quanto visto è solo l’inizio per Blumhouse Games. In futuro sono previsti diversi altri videogiochi. Videogiochi come Sleep Awake, titolo psichedelico voluto da Cory Davis (Spec Ops: The Line) e da Robin Finck (chitarrista dei Nine Inch Nails), o come Grave Season, horror in pixel art ambientato in una bizzarra fattoria. Per non parlare di Code Name: Project C, che vede il coinvolgimento nientemeno che di Sam Barlow (Her Story, Telling Lies) e di Brandon Cronenberg (Possessor, Piscina infinita). La parola chiave di questa nuova linea creativa di Blumhouse sembra essere una sola: libertà. È evidente, infatti, la voglia della casa di produzione americana di lasciare carta bianca agli autori coinvolti, permettendo loro di dare vita ai racconti dell’orrore dei loro sogni (o incubi).
E lo ammettiamo: in un mondo dove ligie regole di mercato sembrano far lavorare gli artisti con il freno a mano, è bello vedere che esistono ancora realtà disposte a fidarsi della creatività degli autori.