Favolacce: Federico Mauro ci spiega com'è stato creato il poster dei film dei Fratelli D'Innocenzo | EXCL
Federico Mauro di Vertigo ci racconta in esclusiva la genesi del suggestivo poster di Favolacce, il nuovo film dei Fratelli D'Innocenzo
Come vi siete mossi nel creare un poster così originale?
Con i Fratelli d’Innocenzo c’era già da tempo un contatto e una reciproca volontà di voler collaborare assieme. Favolacce è stata l’occasione perfetta per dare vita a questa sinergia. Appena visto il film - che abbiamo letteralmente adorato - ci siamo subito confrontati per capire la direzione per costruire il poster cioè l’immagine del film.Abbiamo creato una chat su whatsapp chiamate “Posteria” in cui per settimane ci siamo scambiati suggestioni, reference, foto e riflessioni continue in qualsiasi momento della giornata, anche in orari improbabili.
Su una cosa eravamo tutti d’accordo: volevamo fare qualcosa di diverso dal solito. E, a film visto, devo ammettere che questa era anche l’unica strada per raccontare Favolacce perché, credimi, che non assomiglia a nessun altro film. Uno dei loro messaggi in chat diceva, testualmente: “Pensa al poster che vorresti fare e che non ti farebbero mai fare, perché possiamo farlo”. Sembra una frase detta da uno dei loro personaggi! Dietro questa considerazione c’era il riferimento dichiarato a non voler seguire scelte di natura commerciale, diciamo “lineari” o di opportunità strategica che spesso orientano - legittimamente - la direzione creativa dei materiali. Loro volevano che fossimo liberi e spiazzanti.Solo che accanto a questa grande “concessione di libertà creativa” c’era una condizione imprescindibile: non volevano usare in alcun modo foto o immagini del film. E per chi fa il nostro lavoro questa è, invece, una grande limitazione. Ho però capito e compreso bene questa loro richiesta: per loro il poster doveva provare a rappresentare un’emozione, un sapore, una traccia del film.
Come siete arrivati a quel taglio ‘fantastico’ degli elementi del poster?Il titolo, già molto evocativo e che trovo bellissimo, spingeva ovviamente il lavoro in una direzione precisa. L’idea di un libro pop-up, come quelli favolistici per bambini, è stata la primissima suggestione che aveva convinto tutti e da qui è cominciata una fase di studio relativa allo stile da utilizzare e a cosa rappresentare. Io non volevo astrarre troppo, volevo che le cose rappresentate fossero quelle del film: scenari e personaggi.
In parallelo, c’è stata una fase esplorativa in cui abbiamo valutato e considerato anche altre strade, tutte stilisticamente diverse, alcune anche interessanti che non escludo potranno essere utilizzate più avanti… chissà!
Galleria
Tocca un'immagine per scorrere la galleriaCome lo avete realizzato tecnicamente?
Come ti dicevo l’idea più forte era questa del libro e quando ci siamo chiesti come poterlo realizzare abbiamo valutato una serie di approcci: illustrato, realistico (quindi realizzato con il vero cartoncino) oppure con un modello 3d. Con Gerardo, Federico e Gabriele, parte del team creativo di Vertigo, abbiamo optato per l’uso del 3D per una questione di tempistiche ma soprattutto perché avremmo potuto apportare modifiche e correzioni continue, in maniera meno distruttiva e complicata. “Me lo fai più grande o me lo fai di un altro colore?” sono frasi che nel nostro lavoro echeggiano impietose più volte al giorno per cui era importante potersi muovere con facilità nel modificare la composizione.
Lo step successivo è stato ricostruire tutto il quartiere al computer prendendo come riferimento i luoghi e le scene del film, le case, i personaggi, le staccionate sono proprio quelle. C’è anche un furgoncino particolare che rimanda ad una sequenza molto importante del racconto. Il risultato però non doveva essere un modellino in scala tipo “plastico” di un quartiere. Non doveva avere quella freddezza “materica”.
Qual è stata la cosa più difficile da rendere visivamente?
Eliminare appunto la freddezza da modellino e riuscire a conferire al tutto una nota inquietante, ‘perturbante’, uno sguardo obliquo. Avevamo case, staccionate, alberi e prati verdi ma il tutto andava declinato in una dimensione sospesa, ambigua, quasi fantastica e con una tensione anche “sinistra”.
Abbiamo allora cominciato a giocare sulle forme delle abitazioni, a distorcere le linee geometriche, a creare un forte contrasto cromatico tra gli elementi, il tutto elaborando anche una texture cartacea che fosse quanto più realistica possibile. Allo scenario abbiamo infine aggiunto alcuni personaggi del film, ricreando anche alcune scene precise. A guardare bene il poster ci sono una serie di ‘indizi’ sul racconto della storia.
La cosa interessante è che mentre realizzavamo il poster abbiamo avviato la lavorazione del teaser trailer - sempre realizzato da noi - e queste due ‘strade creative’ si sono ben presto allineate e influenzate a vicenda.
Siamo contenti perché il progetto è venuto proprio come lo volevamo e devo dire che i registi sono intervenuti costantemente per suggerire le soluzioni migliori. Il loro contributo è stato prezioso. Così come lo è stato stato quello di Produzione e Distribuzione che hanno scelto, coraggiosamente, di usare un poster come questo. Cosa che, credimi, in uno scenario come il nostro non è affatto scontata.
Il film dei D’Innocenzo, co-prodotto da Pepito Produzioni, Rai Cinema e Vision in associazione con QMI e coproduzione con AMKA Films e RSI/SRG SSR, è così descritto dalla sinossi ufficiale:
C’era una volta una favola nera, ambientata nella periferia sud di Roma, tra la malinconica litoranea brutalmente costruita ed una campagna che è stata palude. Una piccola comunità di famiglie, i loro figli adolescenti, la scuola. Un mondo apparentemente normale dove silente cova il sadismo sottile dei padri, impercettibile ma inesorabile, la passività delle madri, l’indifferenza colpevole degli adulti. Ma soprattutto è la disperazione dei figli, diligenti e crudeli, incapaci di farsi ascoltare, che esplode in una rabbia sopita e scorre veloce verso la sconfitta di tutti.
La pellicola vede nel cast Elio Germano, Tommaso Di Cola, Giulietta Rebeggiani, Gabriel Montesi, Justin Korovkin.
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