Far Cry 6, le nostre aspettative su Castillo e sull'isola di Yara | Speciale
Analizziamo gli elementi principali emersi nei trailer di Far Cry 6 presentati all'Ubisoft Forward, ovvero il villain Anton Castillo e l'isola di Yara
Una suggestiva e aspra sequenza in cui, attraverso la figura sempre presente del cerchio, si rimanda alla ciclicità degli abusi di potere, oltre che - intelligentemente - alla spirale circolare del logo Ubisoft. Un antipasto sicuramente gustoso prima del trailer effettivo, che inaugura l’esordio sul palcoscenico videoludico di Giancarlo Esposito, affermato attore noto soprattutto per Breaking Bad, Better Call Soul e The Mandalorian. Da villain delle serie tv, dunque, a villain dei videogiochi.
Accanto all’aura sacra del cattivo, particolarmente enfatizzata in Far Cry 6 vista la levatura e la professionalità di Giancarlo Esposito, l’altro fiore all’occhiello della serie Ubisoft è senz’altro il contesto, caratterizzato sempre da un certo esotismo. Ad eccezione del Montana di Far Cry 5, unica ambientazione a non essere fittizia e ad aver poco di esotico, i setting degli altri capitoli guardano all’Africa, all’Indonesia, al Nepal. Far Cry 6 ritorna su questa scia, proponendo un’isola caraibica chiamata Yara, attanagliata dalla dittatura di Castillo, a cui la popolazione desidera opporsi tramite guerriglia.
Non si tratta di una casualità: è evidente come il tema principale di Far Cry 6 sia la lotta contro l’autorità politica. Un discorso che acquisisce profondità se si pensa all’evento più importante della storia contemporanea cubana, ovvero la rivoluzione del 1959 guidata da Fidel Castro contro il dittatore militare Fulgenzio Batista. La storia di Cuba diventa quindi un importante calderone da cui attingere testimonianze sulla guerriglia e sugli ideali rivoluzionari. Certo, non ci aspettiamo una reinterpretazione in chiave contemporanea della rivoluzione cubana, sarebbe troppo rischioso. Del resto, la serie non è nuova a critiche e proteste per le rappresentazioni che fa. Ricordiamo la polemica contro Far Cry 5, scaturita poi in una petizione, ritenuto offensivo dai suprematisti bianchi americani.
Appare chiaro quindi che la Yara di Far Cry 6 faccia riferimento a Cuba per immergere subito noi giocatori all’interno di un contesto noto a livello iconografico e culturale. Nel trailer ci sono infatti altri dettagli che richiamano in generale il critico panorama politico dell’America Latina. Nel teaser trailer menzionato all’inizio, vi sono scene di coltivazione e distruzione dei campi di coca. Cuba ha una ferrea politica contro il narcotraffico. Vero è che a causa della rete dei cartelli panamensi e messicani, l’isola gioca un ruolo nell’esportazione della droga verso gli Stati Uniti e l’Occidente. Ma si tratta di un discorso ben diverso dalla coltivazione e commercializzazione. Le suddette scene dei trailer si rivolgono dunque a una delle questioni più critiche del mondo latinoamericano.
Quanto speculato sinora si basa sulla visione di due trailer. Considerata però l’esperienza maturata dalla serie, e considerato soprattutto che chi scrive ritiene il videogioco un’espressione per trattare temi della realtà a noi vicini, Far Cry 6, con il suo Antonio Castillo e la sua Yara, cattura l’attenzione, facendoci dimenticare la ripetitività di gioco che ha colpito la serie negli ultimi capitoli. Non resta quindi che attendere ulteriori novità prima dell’uscita prevista il 18 febbraio 2021, così da poter accontentare le nostre non piccole aspettative.