Fallout, cosa vorremmo vedere nella futura serie TV | Speciale
I produttori di Westworld sono a lavoro sulla serie TV di Fallout e noi, dando sfogo alla nostra fantasia, immaginiamo lo show dei nostri sogni
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Disciolte e diluite nei vari episodi che ne compongono la gloriosa saga, Fallout 76 compreso, ci sono diverse caratteristiche che concorrono a renderla iconica, apprezzatissima, costantemente citata dai videogiocatori più smaliziati.
Un protagonista ben caratterizzato
La locura
Citando Boris, tra le serie TV italiane più belle di sempre, all’adattamento di Fallout servirà un po’ di “locura”, termine che dallo spagnolo si può tradurre con “follia”. Il mondo post-apocalittico del brand di Bethesda è tutto meno che un luogo che si prende troppo sul serio. Tra insetti giganti e sopravvissuti stravaganti non mancano certo piccoli e grandi drammi, ma Fallout non è The Walking Dead e non dovrà certo diventarlo in questo adattamento.
La vita nel Vault
Sebbene ogni capitolo della serie inizi nel ventre pacifico del Vault, l’avventura vera e propria è sempre ambientata al di fuori di esso. Ambientazione utilizzata per creare il proprio personaggio, far muovere i primi passi all’utente ed introdurlo al contesto narrativo, ha da sempre un ruolo marginale nei giochi prodotti da Bethesda. La serie TV, magari con qualche flashback, potrebbe spingersi a mostrarci la vita dei sopravvissuti prima del loro inevitabile ritorno sulla superficie.
Una fotografia degna di Mad Max: Fury Road
Anche in questo caso, a ben vedere, nei nostri sogni ci distacchiamo da quelli che sono gli stilemi della saga. Se lo facciamo, tuttavia, è per il bene dei fan. Tra i pregi di Fallout, del resto, difficilmente si può annoverare il comparto grafico, un limite reso ancor più evidente in Fallout 4 e dal più recente Fallout 76, che sembra addirittura rimasto indietro di una generazione di console. Proprio per questo, anche per lanciare un segnale alla fan-base, la serie TV dovrebbe osare maggiormente sul piano estetico con una regia di prim’ordine ed una fotografia degna di questo nome. Magari non ci saranno i colori saturi del capolavoro di George Miller, ma ci auguriamo che si voglia comunque puntare a qualcosa di ricercato e suggestivo.
Scelte morali a go-go
Nonostante l’ironia e la comicità di cui sopra, non ci dispiacerebbe se i protagonisti della vicenda, spesso e volentieri, fossero messi di fronte a scelte etiche e morali di un certo peso, esattamente come accade nei giochi. Nuclearizzare o meno un avamposto per risolvere una situazione, pur condannando all’oblio decine di innocenti? Prestare aiuto a sopravvissuti in difficoltà, rischiando di rimetterci le penne, o ignorare completamente le richieste d’aiuto?