eXistenZ: il mondo di oggi raccontato da Cronenberg 20 anni fa
A venti anni dall'uscita italiana di eXistenZ il film di David Cronenberg racconta l'attrattiva e l'eccitazione collegata alla tecnologia digitale come nient'altro
Non era certo un film che voleva prevedere il futuro ma semmai uno che metteva in scena in un futuro prossimo, raccogliendo le tendenze del presente ed immaginandone una versione conflittuale, in cui (come in Fight Club) ci sono ampie sacche di terrorismo interno che si battono per cambiare lo status quo.
Questo è solo lo sfondo tuttavia, a catturare tutta l’attenzione sono le idee di Cronenberg riguardo la contaminazione tra organico e inorganico, come la tecnologia, ogni tecnologia, sia un prolungamento del nostro corpo (le teorie alla base di questo non sono certo sue, ma Cronenberg ne ha fatta un’ossessione audiovisiva come nessuno prima di lui e pochi dopo di lui).
Nel 1999 erano già 20 anni che questo regista canadese raccontava i meandri della carne come anfratti, orifizi e organi attraenti, che metteva in scena il sesso come simbolo di vitalità incontenibile capace di animare videocassette, lamiere o televisori, e con eXistenZ ripete tutto quel campionario lì, reimmaginandolo nel mondo dei videogiochi, per chiuderlo, archiviarlo e passare ad altro. Questo altro sarebbe stato annunciato sempre in eXistenZ, ed è il mondo della mente. Spider, A History Of Violence e poi fino a A Dangerous Method avrebbero esplorato meglio la questione. eXistenZ intanto è il ponte tra il vecchio e il nuovo Cronenberg.
L’immagine del joypad che entra nella spina dorsale tramite un cordone ombelicale è imbattuta e ancora oggi racconta tantissimo del rapporto che abbiamo con le macchine emotive che sono i videogiochi, l’attrazione che proviamo verso di essi e l’attaccamento. Se l’audiovisivo entrava dentro James Woods come VHS dritto nella pancia e lui a sua volta entrava nel televisore mentre trasmette una gigantesca bocca, inneggiando alla nuova carne, la nuova carne è già dentro eXistenZ. È proprio una realtà (completamente diversa da quella profetizzata in Videodrome) a cui viene iniziato Jude Law.
Certo poi scopriremo che è tutta una ricostruzione, è tutto un gioco mentale fatto da un gruppo di persone. Quest’odissea piena di metafore sessuali è solo nella testa di chi l’ha raccontata, ma di nuovo, questo è il ponte tra il vecchio e il nuovo Cronenberg.
Oggi che i videogiochi sono realmente di massa e sono ovunque, sia sulle console che sui telefoni cellulari, che il rapporto è ancora più intimo perché vengono toccati direttamente sullo schermo, riducendo la mediazione in uno sforzo impossibile di toccarli davvero, eXistenZ fa ancora più impressione.
L’idea molto anni ‘90 delle realtà virtuali e della paura che fossero indistinguibili dalla realtà reale è forse l’aspetto più sorpassato, ma non lo è assolutamente il gioco di ruolo come lo interpretano i personaggi e la capacità che ha il cinema di raccontare tutto questo creando personaggi e situazioni dissonanti. L’idea di attori immobili, in loop, che interpretano personaggi non giocabili poi l’hanno copiata tutti fino a Jumanji.
Tuttavia, come nel miglior David Lynch, ciò che parla più forte in eXistenZ è ciò che è meno logico. Willem Dafoe, meccanico di provincia, tutto olio e tuta, che installa bioporte clandestinamente con un oggetto che potrebbe essere usato per avvitare bulloni o ingrassare pistoni, è un’idea che ieri (ma anche oggi) solo il cinema poteva avere. Contaminare un immaginario tipicamente cinematografico legato ai grandi spazi, le corse in auto e la vita autentica da ritratto di Norman Rockwell, con uno di fantascienza tramite l’uso di arnesi metallici finalizzati ad un’operazione che ha a che vedere con la carne umana è un triplo salto mortale che apre la testa in due e al di là della logica (che qui non serve a niente) afferma qualcosa di potentissimo riguardo a quell’idea, già raccontata, della tecnologia come prolungamento del nostro corpo.
Come per qualsiasi testo realmente aperto, quale eXistenZ è, ognuno ha un rapporto diverso con esso. A seconda delle proprie inclinazioni è facile vederci molto. Racconta così tanto di noi, a partire dal sesso, che non è difficile ad esempio vedere in Jude Law un omosessuale che nega la propria natura fingendosi eterosessuale, che viene penetrato e iniziato ai piaceri omosessuali con grandissima ritrosia e finisce per cedere non riconoscendosi più. La recitazione di Jennifer Jason Leigh poi è un unico lungo orgasmo, eccitato, fatto di sospiri e occhiate ambigue.
Così come non è difficile vedere nel finale con la pistola fatta di ossa l’omologo della pistola di carne di Videodrome, proseguimento perfetto della fine destinata a fare da chiunque si neghi i piaceri della carne o non si voglia sottomettere alla religione della nuova carne.
Il massacro nella scuola di Columbine è dello stesso anno, quindi successivo all'idea e alla realizzazione del film, l’era delle stragi nelle scuole doveva ancora arrivare, erano anni tranquilli la fine dei ‘90, in cui il cinema americano raccontava dei tumulti che battono sotto vite monotone e anestetizzate dal benessere (American Beauty, Matrix, Fight Club…). Cronenberg invece era già in ansia per altro, come sempre stava letteralmente da un’altra parte, contemporaneamente all’interno delle tendenze e anni avanti ad esse.
[caption id="attachment_410036" align="aligncenter" width="480"] "eXistenZ is paused!!"[/caption]