Excelsior! Storia e gloria di Stan Lee: The Man vs. Marvel

Fabio Volino continua a raccontarvi la vita del leggendario Stan Lee

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Alla fine del 1996, la Marvel Comics entra in amministrazione controllata a causa di una grave crisi di liquidità ed eccessive speculazioni causate da un suo ex proprietario, Ron Perelman.

La società viene acquisita dalla Toy Biz e, cercando di tagliare il più possibile le spese per pagare i creditori, viene licenziato oltre un terzo dello staff. C’è inoltre una spesa ritenuta del tutto inutile, un salario annuale di un milione di dollari per il Presidente Emerito Stan Lee, che viene annullata.

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Un amareggiato The Man fonda nel 1988 la Stan Lee Entertainment insieme al suo amico Peter F. Paul, un avvocato condannato in passato per frode e possesso di sostanze stupefacenti e fervido sostenitore dell’ascesa al senato di Hillary Clinton. Tramite lui, Stan Lee conosce alcune importanti celebrità del mondo della politica e dello spettacolo, tra cui Michael Douglas e John Travolta.

Sempre grazie alle conoscenze di Peter Paul, Stan Lee aveva cercato invano di acquisire la proprietà della Marvel Comics e dei suoi personaggi nel 1992, attraverso una serie di investimenti provenienti anche dal Giappone e persino dal cantante Michael Jackson.

Nel 1999 Stan Lee Entertainment acquisisce il nuovo nominativo di Stan Lee Media e, tramite un processo di fusione con una società terza, arriva a essere quotata in borsa e ad avere uno staff di oltre 160 persone. Peter Paul cerca di convincere Bill Clinton a far parte del consiglio di amministrazione, ma viene ignorato sia da lui che da Hillary.

Nel 2000, Stan Lee Media fa esordire i suoi primi progetti multimediali, serie animate destinate a essere trasmesse a pagamento solo su siti Internet dedicati e, tramite i guadagni derivanti dalla vendita delle sue azioni, acquisisce nientemeno che i diritti di sfruttamento del personaggio di Conan.

Tuttavia, l’eccessiva speculazione portata avanti da Peter Paul, unita inoltre a un uso illegale dei proventi societari, porta in breve tempo Stan Lee Media a esaurire le proprie liquidità, sospendere tutti i suoi progetti alla fine del 2000 e, pochi mesi dopo, a dichiarare bancarotta. Come se non bastasse, Peter Paul inizia a essere indagato dalle autorità federali e, per sfuggire alla cattura, si rifugia per alcuni anni in Brasile.

Just Imagine: Batman #1

Stan Lee invece non viene mai indagato né emerge alcuna prova che egli fosse implicato in tali attività criminali, di cui risulta anche a livello giudiziario all’oscuro.

Ancora in rotta con la Marvel, Stan Lee compie qualcosa di impensabile e nel 2001 dà vita alla sua prima collaborazione con la DC Comics, Just Imagine Stan Lee Creating. Una serie di tredici one-shot, disegnati da rinomati artisti quali ad esempio Jim Lee, Joe Kubert, Dave Gibbons e John Buscema, durante la quale lo sceneggiatore reinterpreta a suo modo i più celebri personaggi della Distinta Concorrenza.

Nel novembre 2001, Stan Lee si imbarca in una nuova avventura quando, insieme a Gill Champion e Arthur Lieberman, fonda la POW! Entertainment. Questa nuova società multimediale stringe nei mesi successivi numerosi accordi con altre società di produzione e canali televisivi per lo sviluppo di prodotti di animazione e film pensati per la vendita diretta in DVD o la trasmissione via cavo.

Per questa nuova compagnia, Stan Lee idea negli anni numerosi show televisivi, i più celebri dei quali rimangono la serie animata Stripperella (un’eroina modellata sulle fattezze di Pamela Anderson, che le presta anche la voce) e il reality show Who Wants to be a Superhero? condotto da Lee in persona.

Stripperella

Gli eroi Marvel, nel frattempo, stanno infine esordendo sul grande schermo, grazie ai primi film sugli X-Men diretti da Bryan Singer e Spider-Man di Sam Raimi. Blockbuster che portano a impensabili, grandi incassi.

Nel novembre 2002, dunque, Stan Lee fa causa contro la Marvel poiché a suo dire la casa editrice non ha onorato un accordo del contratto che aveva con lui col quale gli era stato garantito il dieci percento dei profitti derivanti dagli incassi delle produzioni cinematografiche e televisive incentrati sugli eroi della Casa delle Idee e il relativo merchandising.

X-Men

La Marvel dal canto suo ribatte che, poiché i film sono stati prodotti da altre case cinematografiche a cui è stato concesso l’uso dei personaggi, deve ancora effettivamente vedere questi profitti che arriveranno – se arriveranno – solo dopo che saranno state calcolate anche le spese correlate, quali ad esempio la promozione e la distribuzione delle pellicole.

Questa impensabile battaglia legale va avanti per circa due anni e mezzo. Nel gennaio 2005, un giudice della corte federale di Manhattan si pronuncia in favore di Stan Lee, ma afferma nella sentenza che alcune parti della controversia, tra cui appunto la quota dei profitti, debbano essere discussi in tribunale di fronte a una giuria.

Per non dover trascinare ancora a lungo questa disputa, nell’aprile 2005 Stan Lee e la Marvel raggiungono un accordo extragiudiziario tramite il quale la casa editrice paga una quota unica – del valore non inferiore a dieci milioni di dollari – per compensare pagamenti passati e futuri nei confronti dello scrittore.

Quest’esperienza ha anche insegnato una lezione alla Marvel: far produrre pellicole sui propri personaggi a case cinematografiche esterne si è rivelato troppo difficoltoso e poco rimunerativo. Perché non pensare invece a produrre in maniera autonoma tali lungometraggi?

È l’inizio del Marvel Cinematic Universe.

Appianate le divergenze, Stan Lee e la Marvel tornano a percorrere strade comuni. E i fan cinematografici dei personaggi della Casa delle Idee cominciano a conoscere il Sorridente grazie ai suoi costanti cammei.

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