Excelsior! Storia e gloria di Stan Lee - prologo: infanzia e adolescenza
Fabio Volino comincia a raccontarvi la vita del Sorridente Stan Lee, che ci ha da poco lasciati
A lui si deve la creazione o co-creazione di decine di personaggi entrati nel nostro immaginario collettivo. Personaggi che ancora oggi continuano ad allietare le nostre letture o le nostre serate davanti alla televisione o a uno schermo cinematografico.
Stanley Martin Lieber, questo il suo vero nome, nasce a New York, il 28 dicembre 1922. Suo padre si chiama Jack Lieber e fa il sarto, mentre il nome di sua madre è Celia Solomon. Entrambi sono immigrati ebrei provenienti dalla Romania. Nove anni dopo, nasce il secondogenito, Larry Lieber.
Situato vicino a Washington Park, Stanley divide il suo tempo giocando con gli amici e, ogni sabato, recandosi a un vicino matinee. A causa delle ristrettezze economiche, può vedere solo un film al mese, ma può comunque assistere a spettacoli gratuiti tenuti, di fronte all’entrata del cinema, da un suonatore d’organo, capace anche di intrattenere la gente coi suoi discorsi. Stanley apprezza soprattutto i film d’avventura con protagonista Errol Flynn.
Inoltre, è anche un avido lettore e, potendo contare sulla biblioteca pubblica e della scuola, legge decine di libri nel corso degli anni. Arthur Conan Doyle, Edgar Rice Burroughs, H.G. Wells e molti, molti altri scrittori passano sotto l’occhio attento di Stanley Lieber. Sempre a scuola, è apprezzato dagli insegnanti di letteratura e composizione, i quali lo esortano a continuare a scrivere. Uno dei docenti, Leon Ginsberg, gli fa capire anche come l’apprendimento e la comunicazione possano risultare più immediati se conditi da un pizzico di umorismo.
All’età di quindici anni, Stanley partecipa a un concorso di scrittura indetto dall’Herald Tribune. Il suo contributo viene apprezzato e l’editore gli invia una lettera, esortandolo a valutare una carriera come scrittore.
Poco dopo la metà degli anni ’30, la famiglia Lieber effettua un nuovo trasloco presso un appartamento del Bronx. Stanley e suo fratello Larry dormono nell’unica camera da letto a disposizione, i genitori invece su un divano. La stanza dove soggiorna Stanley non ha finestre e il futuro sceneggiatore continua a rifugiarsi nei mondi fantastici dei libri.
A volte però la realtà è troppo opprimente e, utilizzando soldi ricavati grazie a un lavoro come “maschera” di un teatro, Stanley affitta per qualche mese un appartamento nel West Village, solo per avere la possibilità di stare in relax e riflettere in solitudine.
Come maschera, ha la possibilità un giorno di accompagnare al proprio posto Eleanor Roosevelt, la moglie del Presidente dell’epoca, ma per l’emozione inciampa e cade con la faccia sul pavimento.
Per sostenere la propria famiglia, Stanley comincia ad accettare altri lavori saltuari. Tra questi, quello di scrivere per un’agenzia di stampa dei “coccodrilli” di celebrità, da pubblicare in caso di morte improvvisa del personaggio. Lavoro che decide di abbandonare quasi subito, poiché da lui ritenuto troppo deprimente.
Nel 1939, prima ancora di compiere diciassette anni, Stanley ottiene il diploma liceale presso la DeWitt Clinton High School. Ricordando le esortazioni degli insegnanti e anche di sua madre, coltiva il sogno di divenire uno scrittore e pubblicare un grande romanzo americano, come Il Grande Gatsby, di Francis Scott Fitzgerald.
Per entrare nel campo dell’editoria, Stanley riesce grazie al supporto di un suo zio, Robbie Solomon, a ottenere un colloquio presso il settore dei pulp magazine della Timely Comics guidata da Martin Goodman, il quale è sposato con una cugina di Stan. Facendo leva su questo rapporto di parentela, Robbie Solomon porta suo nipote all’attenzione di Joe Simon, che assume formalmente il giovane Stanley come assistente.
Il 1939 deve ancora finire, Stan Lee deve ancora divenire un diciassettenne, ma è già entrato a far parte del mondo dei fumetti.
Che non abbandonerà mai più.
Fine prima parte
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