Ethan Hawke parla di quando perse il ruolo in Stand By Me per "un altro ragazzo con il nome da uccello"

Ethan Hawke è instancabile: attore cinematografico, teatrale e scrittore. Ricorda i suoi maestri: River Phoenix e Philip Seymour Hoffman

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Ethan Hawke non è certo un attore che si rende la vita semplice. A 50 anni compiuti da poco (il 6 novembre) ha alle spalle una carriera fatta più di ruoli complessi e sfidanti che di grandi blockbuster dal successo assicurato. Attore feticcio di Richard Linklater, Hawke ne condivide la ricerca espressiva, la voglia di sperimentare e di puntare in alto. Con lui ha realizzato Boyhood, un riuscitissimo esperimento sul tempo (fisico e cinematografico) che l’ha seguito per 12 anni della sua vita e la titanica trilogia “before”.

È stato ovunque: non ha disdegnato gli horror, ha amato le commedie e le incursioni western. Nonostante il suo fisico da poliziotto e il volto spigoloso da genio sregolato, non è mai restato chiuso in ruoli tipizzati. Nel giro di pochi mesi (tra il 2017 e il 2018) è stato in grado di passare dal fantascientifico ed eccentrico Valerian e la città dei mille pianeti, alla commedia brillante Juliet naked - Tutta un’altra musica.

Tra I due film c’è stato anche lo spazio per uno delle sue interpretazioni migliori, disturbante e profondissima, quella del reverendo Toller in First Reformed di Paul Schrader. Un pastore in crisi umana, che si innamora, che vive con dolore la propria carnalità. Un terrorista rivoluzionario. 

Da poco Hawke ritornato al centro della scena, grazie alla miniserie The Good Lord Bird in cui presta le sembianze a John Brown, celebre abolizionista. Il suo è un ritratto con uno sguardo comico tra il genio e la follia. E, per non farsi mancare nulla, ha anche pubblicato di recente il suo terzo libro intitolato le Regole del cavaliere. Nel tempo libero (si fa per dire) Ethan Hawke si occupa anche del teatro, la sua prima passione, adattando opere di Anton Chekhov, Bertold Brecht e conquistando la critica con Sam Shepard.

Ma perché ne sentiamo parlare così poco?

Sempre sotto i riflettori da anni, ma defilato, mai in  piena luce, egli potrebbe interpretare chiunque desidera. Più volte è stato chiamato dalle sirene di Hollywood per film di grande incasso. Potrebbe vestire il costume un supereroe in ogni momento (era stato in lizza per Doctor Strange), come tanti dei suoi colleghi hanno fatto, e portare i remi in barca navigando nel successo, ma non è nei suoi desideri. Furono aspre le sue critiche, nel 2018, poco dopo l’uscita di Logan: “Non è Bresson. Non è Bergman. Ma ne parlano come se lo fosse. Sono andato a vedere Logan perché tutti dicevano “È un film grandioso!” al che ho pensato “Ma davvero? No, è un bel film di supereroi”.

Perché Hawke è guidato da un altro impulso, da non confondere con la ritrosia al successo commerciale o all’antipatia per un genere. Le sue scelte si orientano per un’accorta gestione dello stardom. Una lezione datagli da uno degli attori da lui più ammirati: Philip Seymour Hoffman, con cui ha condiviso il set di Onora il padre e la madre.

Due anni prima Hoffman aveva vinto l’Oscar per Truman Capote ed era al vertice della carriera. Hawke ha ammesso, in un’intervista al Guardian, di avere ammirato l’atteggiamento del collega che non si è fermato, ma ha usato il suo potere contrattuale per dare vita a tanti film indipendenti. 

Quella tra Sidney Lumet, regista di Onora il padre e la madre, e Hoffman è stata una sintonia elettiva da cui Hawke prende ispirazione nella scelta dei suoi ruoli come ha raccontato in un'intervista al Guardian. 

Ethan Hawke e l'amicizia con River Phoenix

La sua carriera si è intrecciata con quella di altre leggende del cinema scomparse troppo presto come Robin Williams con cui ha condiviso il set de L’attimo fuggente e River Phoenix per il film Explorers.

La tragica fine di River l’ha segnato profondamente, orientandone le scelte e il suo rapporto (conflittuale) con l'industria dell'intrattenimento.

Perché non faccio film più semplici? Il mio primo compagno di riprese ha avuto un’overdose sul Sunset Boulevard. Era la luce più splendente e quest’industria l’ha ingoiato, e questa è stata una grande lezione per me. Se dovessi dire una sola ragione per cui non mi sono trasferito a Los Angeles è perché penso che sia troppo pericoloso per un attore come me restare in quel tipo di mondo.

Nel ricordare River Phoenix, amico, ancora prima che collega, Ethan Hawke ha raccontato di quando si era proposto per un’audizione per il film Stand By Me. Erano passati pochi mesi dal flop di Explorers e credeva che la colpa dell’insuccesso fosse sua. Mise tutto se stesso durante i provini di Stand By Me, ma non fu abbastanza. Il regista Rob Reiner gli rispose: “sei veramente bravo, ma ho dato la parte a un altro ragazzo con il nome da uccello”.

Non ci volle molto per capire a chi si riferiva.

Cosa ne pensate del ricordo di River Phoenix fatto da Ethan Hawke? Potete scrivercelo nei commenti

Fonte: Guardian

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