Essere Gorô Miyazaki: il figlio di Hayao sta traghettando lo studio Ghibli verso una nuova fase
Gorô Miyazaki guarda al futuro dello studio Ghibli, ma ha sulle spalle un'eredità pesantissima del padre. Riuscirà a innovare la tradizione?
Perché Gorô non è Hayao. È logico pensarlo ed è dovere accettarlo. Ma è al contempo impossibile ignorare la pesante eredità che si porta sulle spalle.
Il compito del giovane Miyazaki non è solo quello di traghettare verso il futuro, ma dare una sostenibilità sul lungo periodo. Occorre inoltre saper leggere i mercati esteri che, sempre di più, hanno imparato a conoscere e amare la produzione Ghibli. Per riuscire a durare nel tempo servono allo studio nuovi film. Nei prossimi anni sarà necessario creare nuovi personaggi che, a loro volta, riescano a conquistare i cuori e a vendere merchandise e diritti di sfruttamento. Andare oltre i classici, insomma.
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Basterebbe solo la notizia dell'uso di questa nuova tecnica per far capire quanto il giovane Miyazaki abbia delle buone dosi di coraggio dalla sua parte. Controverso, forse non amatissimo, sicuramente è una persona in grado di rischiare. Il disegno a mano è infatti il marchio distintivo del padre. È il motivo per cui la sua opera (i film e lo studio) è conosciuta nel mondo.
Contrariamente a quello che si pensa, l'uso della computer grafica non è ripudiata dallo studio, né dal suo padre fondatore. Nel 2018 infatti il film Boro il bruco aveva già sperimentato questa diversa modalità di animazione. In quel periodo era nata una bagarre mediatica a seguito di alcune dichiarazioni di Hayao che avevano portato molti alle conclusioni sbagliate.
In realtà l’artista si era espresso con toni duri contro un software di animazione in CGI in grado di replicare modelli tridimensionali sulla base dell’osservazione di un riferimento umano. L’aveva definito come un insulto alla vita e aveva detto di esserne disgustato. Le sue parole furono poi riportate come riferite alla computer grafica in generale, ma così non era.
La sua posizione è stata espressa chiaramente durante la presentazione di Boro il bruco: "ho idee che potrei non essere in grado di disegnare a mano, e la [CGI] potrebbe essere un modo per realizzarle - questa è la mia speranza. È una nuova tecnologia."
Certo, realizzare Earwig e la strega con questa tecnica ha portato a grandi difficoltà. Come ha detto il regista a Deadline la prima sfida del film è stata quella di mantenere l'estetica simile a quella ben conosciuta dagli spettatori. Lo studio però non aveva mai fatto dei lungometraggi in computer grafica tridimensionale e, per questo motivo, mancavano inizialmente tutte le strutture che l'avrebbero resa possibile. È stato un grande impegno partire da zero e creare la squadra con l'esperienza e le competenze giuste per lavorare al film.
Per gli animatori è stato molto difficile, secondo le parole del regista, trovare il giusto equilibrio visivo. È risaputo che nell'animazione al computer occidentale i grandi studios si affidano a dei direttori della fotografia esperti che sappiano portare una qualità visiva foto realistica. Gli artisti dello studio Ghibli si sono trovati a dover imparare da zero come bilanciare i colori e come gestire le luci nelle scene più impegnative (quelle scure o più dinamiche).
Stando alle parole di Gorô Miyazaki però per raccontare questa storia i vantaggi superano gli svantaggi.
Non volevo creare qualcosa dettagliato e perfetto come i lavori della Pixar. Non mi sembrava giusto puntare tutto sul fotorealismo delle immagini in computer grafica 3D. Ho gravitato maggiormente attorno all'idea dell'animazione stop motion, usando pupazzi. Ho fatto riferimento alle opere di studi come la Laika e la Aardman.
E ancora ha aggiunto
Penso che la forza e la bellezza dell'animazione 3D in computer grafica sia la sua ampiezza, la diversità sta nella quantità di recitazione e performance che puoi offrire ai personaggi. Mi sono veramente divertito nel creare le sequenze dove Earwig fa un sacco di espressioni diverse e mostra diverse emozioni. Praticamente, recita.
Staremo a vedere se questo atto di coraggio si tramuterà in un effettivo successo di pubblico e di critica. Sicuramente guarderemo con interesse questo tentativo di rinnovamento. Potrebbe decretare un dolce tramonto, o una nuova vita per lo studio Ghibli.
Cosa ne pensate del lavoro di Gorô Miyazaki? Scrivetecelo nei commenti