Elton John in difesa dei giovani artisti dopo la Brexit: devono avere le stesse possibilità della vecchia generazione
Elton John e 110 artisti chiedono al governo britannico di trovare accordi per la Brexit che tutelino gli artisti e i lavori creativi
La musica, il cinema e la televisione dipendono molto sulla libertà di movimento tra uno stato e l’altro. Sono arti di “scambio” culturale, di location esplorate e di competenze condivise. Le troupe, con tutte le maestranze e i tecnici, sono spesso rappresentate da lavoratori di diversa nazionalità e traggono il loro vantaggio proprio da questa eterogeneità.
L'effetto della Brexit
Secondo gli accordi della Brexit sono previste diverse concessioni per le attività commerciali o le compagnie che visitano frequentemente l’Unione Europea, ma non ci sono permessi specifici per le arti performative e l’industria dell’intrattenimento. Chi si appoggiava alla libertà di movimento dovrà ora fare riferimento alle singole legislazioni dei paesi di riferimento.
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Più complessa invece la situazione per i lavoratori britannici rispetto all’industria dello spettacolo europea, che dovranno fare i conti con le singole regolamentazioni degli stati. La fine della libera circolazione rischia di mettere in crisi le co-produzioni internazionali. È un problema anche per le società cinematografiche specializzate (come ad esempio quelle in produzione di effetti visivi) che si configurano come un polo che raduna le eccellenze da diverse nazioni. Con i disincentivi all’immigrazione (come un abbassamento della soglia salariale minima per i lavoratori senza cittadinanza nel Regno Unito) diventa più difficile il reclutamento di talenti nel mondo dell’intrattenimento.
Il mondo della musica ed Elton John contro il governo
In particolare fermento è il mondo della musica.
In una lettera al Guardian Elton John si è scagliato contro il governo britannico accusandolo di avere dimenticato i musicisti. Il cantante ha sottolineato l’importanza per gli artisti di potere viaggiare agilmente in più nazioni anche nel giro di pochi giorni. I tour sono infatti un momento fondamentale di scambio culturale, di ispirazione, ma anche l'occasione più importante per i giovani musicisti che vogliono farsi conoscere e amplificare il successo fuori dai confini della propria patria.
Alla sua voce si sono uniti altri 110 cantanti, in una lettera al The Times per chiedere al governo di rinegoziare degli accordi che permettano gli spostamenti dei musicisti senza eccessivi impedimenti burocratici.
Così ha detto Elton John:
È assolutamente vitale per i nuovi artisti poter fare un tour in Europa. Portare la tua musica a un pubblico appartenente a una cultura diversa dalla tua, che non per forza parla la tua lingua, ti rende un musicista migliore.
Elton John ha poi sottolineato come la sua preoccupazione sia rivolta soprattutto ai più giovani. Gli esordienti non possono permettersi di spendere molto denaro e tempo per ottenere i permessi. Negli accordi molte professioni hanno ricevuto un trattamento speciale, ma non i musicisti.
Dura l’accusa del cantante: “o i negoziatori della Brexit non si curavano dei musicisti o non ci hanno proprio pensato, oppure non erano preparati a sufficienza”.
Rinegoziare gli accordi
Elton John ha poi continuato il suo discorso facendo trapelare una scarsa fiducia:
Rinegoziare la libertà di movimento è complicato e richiede molto tempo. Se hai appena prodotto il tuo primo album e sei sulla cresta dell’onda, non puoi aspettare due o tre anni prima di andare in tour. Devi catturare quell’energia mentre brucia, devi andare in giro e suonare, devi mostrarti a più pubblico possibile.
E ancora:
Si tratta di assicurare che gli artisti emergenti abbiano lo spazio per nutrire il proprio talento e ampliare e costruire il proprio pubblico. Abbiamo bisogno di una nuova generazione di superstar, non solo perché la mia generazione sta invecchiando, si sta ritirando e sta morendo. La questione va oltre la musica pop: tocca i cantanti folk e i musicisti jazz, chi si occupa di musica classica, le orchestre e anche le compagnie d’opera. E riguarda anche i gruppi di culto, o gli artisti che propongono opere che sono troppo sperimentali per il grande pubblico.
Elton John ha espresso la sua preoccupazione per il futuro dei giovani artisti, in particolare i musicisti. Ha chiesto con forza che le nuove generazioni abbiano le stesse possibilità delle precedenti. Verrà ascoltato?
Cosa ne pensate delle dichiarazioni di Elton John sulle conseguenze della Brexit rispetto al mondo dell’intrattenimento? Fatecelo sapere nei commenti.