Effetto Luc Besson: da Natalie Portman a Jean-Marc Barr, le star lanciate dal regista

Luc Besson con la sua filmografia è stato in grado di lanciare star internazionali e svoltare al carriera ad altre: l'effetto Besson

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Per Caleb Landry Jones ci sarà un prima Dogman e un dopo Dogman. Nonostante abbia già avuto modo di interpretare svariati ruoli, è con quello di Douglas che cambierà tutto nella sua carriera. È una scommessa che facciamo ma, dopo aver visto il film (in uscita il 12 ottobre in Italia), potete darci torto? È l’effetto Luc Besson, un regista che scopre attori e attrici, se ne innamora (a volte anche letteralmente), li rende protagonisti e spesso cambia per sempre la percezione del pubblico nei loro confronti.

Ecco alcune delle occasioni più clamorose in cui questo è avvenuto. Non solo esordi avvenuti nei suoi film, ma anche prove di interpreti che hanno deviato la loro traiettoria in maniera sorprendente.

Il primo, e più scontato, è l’esordio di...

Natalie Portman

Il frame narrativo è quello del "Lone Wolf and Cub", un uomo duro e solitario che porta con sé un piccolo che deve proteggere. In Léon ci sono il sicario italoamericano un po’ bambino e anaffettivo, dedito alla sua professione, e una bambina molto più matura della sua età. Lei, Mathilda, cerca di farsi giustizia dopo che la malavita ha sterminato la sua famiglia. La trama di vive di opposti, va in luoghi oscuri e riesce a veicolare anche una sottile tenerezza. Difficilissimo restare intonati rispetto alla particolare musica di una storia simile. Jean Reno ce la fa. Natalie Portman, a soli 14 anni, eccelle: ruba la scena e lancia nella stratosfera la sua carriera. 

Il film era violento, maturo, il che creò non pochi problemi dovendo concordare tutto con i genitori della giovane attrice. Liv Tyler era in lizza per il ruolo ma era considerata troppo grande. Natalie Portman invece sembrava troppo piccola. Forse proprio grazie a questo la sua Mathilda riuscì a diventare uno dei personaggi più iconici di sempre. Era nata una stella e si era capito subito. Che intuito Luc Besson!

Jean Reno

Jean Reno aveva già una carriera prima di conoscere Luc Besson. Il sodalizio con il regista lo lanciò però facendolo diventare una star internazionale. Quello che gli aprì le porte internazionali fu Léon, ma in Europa l’attore si era fatto già conoscere. Prima del 1983 aveva già recitato in sei film, Le Dernier Combat fu il primo girato con Besson. Seguì Subway nel 1985. Fu Le Grand Bleu a cambiare tutto, il film riuscì ad aprire Cannes e ad essere un gran successo. Interpreta l’apneista Enzo Molinari in una storia di rivalità e amicizia in mezzo al mare. Il film in Italia si beccò una causa per mano dell’apneista Enzo Maiorca che si riconobbe nella pellicola, rimasta in un limbo distributivo in Italia fino al 2002. Per Jean Reno però le cose proseguivano inarrestabili. Nel 1990 arrivò Nikita e poi, ovviamente, Léon! Sua fu l’abilità che gli permise di dimostrare la capacità di passare da un ruolo all’altro, l’essere malleabile e convincere sia nei ruoli seri che in quelli più comici. Grazie a Luc Besson era diventato uno degli attori francesi più riconoscibili a livello internazionale sia per fama che per apprezzamento.

Milla Jovovich e Maïwenn gli amori di Luc Besson

Milla Jovovich aveva già fatto film prima di incontrare Luc Besson. Era, ad esempio, nel film collettivo di Richard Linklater La vita è un sogno e in Ritorno alla laguna blu. La grande svolta della carriera arriva però con il film Il quinto elemento in cui interpreta Leeloo. Il film fu all’epoca una produzione enorme per l’Europa ed ebbe un gran successo anche grazie a star internazionali come Gary Oldman e Bruce Willis. La presenza scenica di Milla Jovovich, la sua bellezza aliena, furono la sorpresa del film. 

Mentre giravano Il quinto elemento Luc Besson era sposato con Maïwenn, si erano conosciuti quando lei aveva 12 anni e lui 29. Insieme hanno condiviso il set di Léon, dove i protagonisti possono essere letti come simboli della loro relazione. Sul set de Il quinto elemento, quando Maïwenn aveva vent’anni (e tre anni di matrimonio con il regista), Besson la lasciò per Milla Jovovich. Oggi Maïwenn ha fatto molta strada è regista, attrice e modella. Ha raccontato la sensazione di estraneità a un mondo che la portava in palmo di mano solo perché vicina al “re” e rifiuta questa narrazione usando come specchio la storia di Jeanne du Barry. 

Nel 1999 Milla Jovovich ha recitato ancora per Besson diventando Giovanna D’Arco. L’insuccesso di critica indirizzò la sua carriera verso l’action. Nondimeno riuscì a guadagnarsi una fama internazionale grazie al suo lavoro sia sul grande schermo che sulle passerelle.

Christopher Lambert

Nel suo caso l’influsso di Luc Besson fu minore, forse trascurabile, ma la collaborazione tra Lambert e il regista si colloca in un punto interessante della sua carriera. C’era stato Greystoke - La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie che l’aveva già lanciato nel 1984. Nel 1986 sarebbe decollato con Highlander - L'ultimo immortale. Nel mezzo, in data 1985, interpretò Fred Gesberg in Subway di Besson. Il ruolo gli diede visibilità e apprezzamento in patria fruttandogli un Cesár come miglior attore.

Anne Parillaud

Anne Parillaud aveva già fatto alcuni film e lavorato con Alain Delon ed Ettore Scola. Solo Luc Besson riuscì a darle una parte come quella di Nikita. Si guadagnò il Cesár e il David di Donatello per la migliore attrice straniera. Anche lei è stata sposata con il regista dal 1986 al 1991. Dopo la potenza di Nikita faticò a ritrovare lo stesso slancio. Con fortune alterne riuscì comunque a dare prova della sua capacità in diversi ruoli. Perse gradualmente la fama che il personaggio le aveva dato, ma riuscì a costruirsi una carriera interessante, fatta di tante sfumature diverse.  

Jean-Marc Barr

L’attore e regista francese è stato un altro artista baciato dalla fortuna di Le Grand Bleu. Jean-Marc Barr interpreta il secondo apneista, Jacques Mayol, rivale del personaggio di Reno. Pur senza riuscire a ottenere lo status di star internazionale è riuscito a lavorare con successo collaborando anche con  un regista del calibro di Lars von Trier e intessendo una carriera non da poco. Dal 1999 si cimenta anche dietro la macchina da presa girando film e videoclip musicali.

Rie Rasmussen e Saša Luss: i tentativi di lancio mancati di Luc Besson

Stiamo parlando dei mezzi lanci. Le occasioni che sembravano ottimi trampolini verso altri ruoli, ma che hanno avuto meno effetto di quanto sperato. Rie Rasmussen aveva esordito in Femme Fatale di De Palma. Ebbe la parte di Angel-A nell’omonimo e surreale film di Besson che doveva essere una consacrazione, ma non ebbe granché seguito. Idem per la supermodella russa Saša Luss, prima con una piccola parte in motion capture per Valerian e la città dei mille pianeti e poi come protagonista in Anna. Non ha avuto la spinta che ci si sarebbe aspettati nonostante tutto portasse in quella direzione. 

E voi siete curiosi di vedere Dogman al cinema? Fatecelo sapere nei commenti!

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Articolo in collaborazione con Lucky Red

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