Echi mortali, ecco perché Kevin Bacon ha ragione sul film
Echi mortali fu un flop, eppure Kevin Bacon dice che è un gran film e il suo lavoro più sottovalutato: ha ragione lui?
“Ho fatto davvero tanti film che sono stati sottovalutati che è davvero difficile scegliere il più sottovalutato. Non saprei, ma visto che stiamo parlando di un horror, ti dirò un film che secondo me è molto sottovalutato. Echi mortali”.
Echi mortali: che cos’è
Un romanzo di Richard Matheson adattato per il cinema da David Koepp, uno che tra le altre cose ha scritto la sceneggiatura di Jurassic Park e del primo Spider-Man di Raimi, ma che da regista ha avuto decisamente meno fortuna: né Secret Window, né Mortdecai, né Effetto blackout hanno lasciato un segno nella storia del cinema, sicuramente non quanto i film da lui scritti. Echi mortali è la storia di un musicista fallito che per mantenersi fa l’operaio (Tom/Kevin Bacon), di sua moglie frustrata (Maggie/Kathryn Erbe) e di suo figlio, che sarebbe un bambino normale se non fosse che, come scopriamo nella primissima scena del film, può parlare con i morti.
Non è l’unico: in seguito a una seduta di ipnosi della sorella di Maggie (Lisa/Ileana Douglas) alla quale si sottopone con tutto lo scetticismo di cui è capace, Tom acquisisce lo stesso potere, e comincia a venire perseguitato dal fantasma di un’adolescente scomparsa qualche mese prima nel suo stesso quartiere. La cosa lo spingerà prima sull’orlo della pazzia, e poi a cercare a tutti i costi un colpevole e una spiegazione a quella sparizione, per riuscire così a liberarsi del fantasma e tornare a vivere una vita normale.
Echi mortali: cos’ha detto di preciso Kevin Bacon?
Echi mortali costò 12 milioni di dollari e ne incassò poco più di 20: un flop che Kevin Bacon attribuisce al fatto che in quello stesso anno era già uscito Il sesto senso, cioè un altro film con un bambino che parla con i morti (le similitudini finiscono sostanzialmente qui, ma sapete come funzionano il passaparola e i pregiudizi). Aggiungiamo noi: oltre a Il sesto senso, nel 1999 uscì anche The Blair Witch Project, ed entrambi lo fecero nel giro dei due mesi (luglio e agosto). Echi mortali uscì a settembre: c’è la possibilità che molta gente non sia andata a vederlo perché aveva già raggiunto la sua personale quota di film soprannaturali per l’annata.
Bacon ha perfettamente ragione anche quando dice che il paragone Echi mortali/Il sesto senso è basato su un pregiudizio e su una somiglianza solo superficiale (senza contare il fatto che la storia del film è stata scritta nel 1959). Echi mortali non ha nulla, dal punto di vista tematico, in comune con Il sesto senso, a parte il trope degli spiriti che infestano la terra dei viventi perché hanno lasciato qualcosa in sospeso con la loro morte. È piuttosto un polpettone di altri temi e altre influenze, a partire dall’idea (molto anni Sessanta) dell’ipnosi intesa non solo come scienza ma anche come strumento per raggiungere un grado più elevato di coscienza. Ci sono persino prodromi di Stephen King, con l’idea di una piccola comunità (per quanto urbana) apparentemente unita e solidale che nasconde terribili segreti, e una notevole quantità di Edgar Allan Poe.
Ma quindi com’è?
È un ottimo horror che riesce a suscitare tensione e paranoia con molto poco, e soprattutto senza aver bisogno di un vero mostro. I fantasmi ci sono, come ci sono morte e violenza, ma le cose non sono collegate, almeno non nel modo più semplice. In questo senso Echi mortali può ricordare altri film con il fantasma “buono” ma incompreso e tormentato, a partire da La spina del diavolo (uscito due anni dopo). La scelta di far succedere quasi tutto nella testa di Tom permette anche di risparmiare sugli effetti speciali e di riservarsi la vera rivelazione del fantasma solo per il finale – fantasma che peraltro si muove a un framerate diverso dal resto del film, creando un effetto bizzarro e disturbante, come una sorta di passo uno ma con una persona in carne e ossa. Questo, unito al gusto di Koepp per le inquadrature a effetto, e alla sua rara capacità di usare i jump scare con parsimonia ed efficacia, rende Echi mortali un gran bell'horror, che solo sul finale si lascia un po’ troppo andare al dramma a tutti i costi e perde di vista il realismo a cui era rimasto aggrappato fin lì.
Il verdetto: Kevin Bacon ha ragione?
Echi mortali è davvero il suo film più sottovalutato? Be’, di sicuro è un film sottovalutato, un po’ dimenticato e che varrebbe la pena riscoprire. Purtroppo al momento in Italia si trova solo a pagamento su Apple TV o Google Play: lo sbarco su una piattaforma tipo Netflix potrebbe donargli una seconda vita. È il più sottovalutato in assoluto? Di quello non siamo certi al 100%: è possibile per esempio che si contenda il posto con un altro horror che venne accolto malissimo dalla critica (ma andò bene al botteghino), cioè L’uomo senza ombra. Se però avete altri suggerimenti li ascoltiamo volentieri!