E3 2021, potevamo davvero chiedere di più? | Speciale

Ci sono stati alti e bassi, ma l’E3 2021 ha messo tantissima carne sul fuoco e, come sempre, ci ha offerto uno scorcio sul futuro dell’industria

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


Condividi

Spenti i riflettori sull’E3 2021 resta da chiedersi se fosse davvero lecito aspettarsi qualcosa di più. Innegabilmente si è trattato di uno show fatto di alti e bassi, di conferenze esaltanti ed altre soporifere, un’incostanza che, a ben vedere, fotografa alla perfezione lo stato attuale dell’industria, determinata a ripartire, ma ancora appesantita dagli strascichi di una pandemia che non abbiamo completamente, né definitivamente superato.

Visto l’anno sabbatico, l’odiato 2020, che ha costretto praticamente tutti i publisher e i team di sviluppo a rimandarne la pubblicazione o quantomeno a ritardare la gestazione delle loro produzioni, le attese per l’E3 2021 non potevano che essere smodate, persino esagerate considerando le forze in campo e, lo ripetiamo, le difficoltà causate dal COVID-19 che non sono affatto sparite nel nulla.

Volendo tirare le classiche somme, dunque, ci sentiamo di promuovere questa edizione della più nota e attesa fiera videoludica dell’anno, pur con qualche piccola riserva.

Pretendere la presentazione di Nintendo Switch Pro non era poi così esagerato, diciamocelo chiaramente. Aspettarsi una reale partecipazione di Capcom non significa essere irriconoscenti verso un publisher che comunque il suo, tra un Monster Hunter Rise e un Resident Evil Village, lo ha comunque fatto negli ultimi tempi. Provare una cocente delusione per certi grandi assenti, come Beyond Good & Evil 2 o Bayonetta 3, significa semplicemente che, nonostante l’età, non abbiamo ancora smesso di sognare in grande.

Starfield Bethesda

Le critiche, insomma, o almeno alcune di esse, sono giustificate, parte di un gioco che se condotto rispettando tutte le regole del caso è persino divertente, quasi dovuto.

Eppure, solo videogiocatori avidi e privi di reale spirito critico potrebbero non accorgersi di quanto bendidio sia stato mostrato durante questo E3 2021. Come al solito, non è interesse del sottoscritto fare un recap, un riassunto delle singole conferenze degli attori che si sono avvicendati sul palcoscenico. Del resto, basterebbe citare lo show messo in piedi dal duo Microsoft-Bethesda per capire che nell’immediato e prossimo futuro saremo letteralmente sommersi da ottimi videogiochi, molti dei quali promettono una longevità di tutto rispetto. Del resto, quando puoi concederti il lusso di fare a meno di tante IP di punta, da Fable a Gears of War tutti assenti illustri, significa che hai davvero potenza di fuoco quasi illimitata.

Nintendo, dal canto suo, si è ben difesa, nonostante, come già anticipato, chi si aspettava un Nintendo Switch Pro si è ritrovato tra le mani l’ennesimo Game & Watch ideale per “rapinare” i nostalgici con il pallino del collezionismo. Metroid Dread non ci è sembrato in formissima sul piano artistico, ma il gameplay intravisto è bastato per farci drizzare le orecchie.

Più sottotono Capcom, che non ha saputo emozionarci in nessun modo durante la sua pur breve conferenza. Già meglio Square-Enix, nonostante Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin abbia fatto storcere il naso a tanti, e Ubisoft, che pur dedicando fin troppo spazio allo spin-off di Rainbox Six, ci ha mandati a casa felici con l’annuncio di Mario + Rabbids Sparks of Hope.

C’è stata gloria un po’ per tutti insomma, anche per gli amanti della musica, grazie ad un inatteso, ma graditissimo Rocksmith+ che, chissà, magari segnerà la riscossa dei rhythm game che da ormai molto, troppo, tempo non godono più delle luci della ribalta come un tempo.

Più di ogni altra cosa, tuttavia, l’E3 2021 è stato il palcoscenico di Xbox Game Pass. Complice l’assenza di Sony, che di contro punta sull’importanza dell’hardware, il colosso di Redmond ha quanto mai fatto intendere che la sua prossima console, sarà anche l’ultima è porta il nome e cognome del servizio che sta convincendo sempre più appassionati a sposare la filosofia e la visione di business di Microsoft.

Per ogni annuncio fatto, la certezza che il relativo gioco avrebbe debuttato anche su Xbox Game Pass sin dal day one. Come già avrete avuto modo di leggere in altri lidi, il publisher americano ci sta indirettamente offrendo la possibilità di non scegliere più quale gioco acquistare, ma, semmai, di sviluppare un senso critico che ci permetta di non annegare in un oceano sempre più sconfinato fatto di proposte trasversali e qualitativamente valide.

Metroid Dread

Visto l’arsenale di team a disposizione di Microsoft è inevitabile che una simile strategia finirà per influenzare anche gli altri big in gioco. Non ci sarà stato l’hardware di Nintendo, insomma, ma il cloud-gaming di Xbox, in attesa di Project xCloud, ha tenuamente sussurrato di continuo nelle orecchie degli spettatori di questo E3 2021.

Era lecito desiderare qualche portata in più, senza alcun dubbio, ma ancora una volta la fiera più attesa dell’anno non si è fatta pregare, regalandoci un mucchio di nuovi titoli da attendere e, soprattutto, consegnandoci qualche indicazione in più sul prossimo futuro del nostro hobby preferito.

Per sicurezza date una controllata alla velocità delle vostre connessioni. Stadia al momento sarà anche un fallimento, ma i tanti apprezzamenti rivolti a Xbox Game Pass vanno esattamente nella stessa direzione, verso quella meta a forma di nuvola.

Continua a leggere su BadTaste