E3 2017, Microsoft punta tutto su Xbox One X, sarà bastato?

La conferenza di Microsoft, che anticipa l’apertura dell’E3, svela le intenzioni di un’azienda poco interessata al confronto diretto con Sony.

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


Condividi

La sensazione, netta e lampante una volta riaccese le luci al termine della conferenza pre-E3, è che la casa di Redmond, un po’ come fece Nintendo anni fa, non ha più alcun interesse di inseguire Sony in quello che, ormai, è il suo campo di competenza, unica, tirannica dominatrice di un settore, quello del gaming di stampo classico, forse sul punto di essere fagocitato, distrutto, certamente sfigurato da device ibridi, smartphone sempre più potenti e, sperano ai piani alti di Microsoft, dai servizi, da piattaforme sempre più proiettate sulla rete, in un luogo tutt’altro che fisico, dove non ci sono generazioni di console a dettare l’inesorabile invecchiamento dei formati.

Paradossale che l’azienda americana tenti l’impresa varando l’ennesima rivoluzione hardware, innalzando al ruolo di campione un mostro di specifiche tecniche capace di ridicolizzare, con i freddi numeri s’intende, l’ancor giovanissima PlayStation 4 Pro.

Vero 4K, massima fluidità del frame-rate garantita, persino un netto miglioramento, in termini grafici, dei titoli retrocompatibili, altro cavallo di battaglia della nuova politica del settore Xbox. Phil Spencer spara le cartucce migliori praticamente appena salito sul palco, annunciando fieramente che la nuova nata, Xbox One X, vanterà un design invidiabile, dimensioni contenutissime ed un prezzo, 499 dollari, in linea con quanto offerto.

[caption id="attachment_173750" align="aligncenter" width="600"]Xbox One X immagine Ad essere onesti, il design di questa Xbox One X non si discosta troppo da quello dell’originale. Le proporzioni, tuttavia, sono indubbiamente più aggraziate.[/caption]

Il problema sostanziale è che i botti, purtroppo, finiscono praticamente lì. Forza Motorsport 7 in 4K è un bel vedere; Metro Exodus è una graditissima sorpresa, per quanto multipiattaforma; Sea of Thieves sembra meno peggio di quanto preventivato; Anthem sarà anch'esso multipiattaforma, ma innegabilmente vanterà la grafica migliore proprio su Xbox One X; persino Crackdown 3, abbandonate le gigantesche (e irrealistiche) ambizioni che ne avevano caratterizzato gli esordi, promette di riproporre quanto di buono avevano fatto vedere i predecessori. Eppure manca il colpo grosso, la vera sorpresa, la killer application capace di rimettere in carreggiata Microsoft e riaccendere la console war.

Il problema potrebbe essere altrove, un altrove chiamato pubblico pagante, ancora ignaro, quando non cocciutamente sordo, della direzione che la casa di Redmond sta disperatamente cercando di imboccare sin dall’E3 del 2013, quello in cui presentò al mondo intero Xbox One e la criticata politica relativa ai cataloghi dei giochi, indissolubilmente legati all’account di chi ne effettuava l’acquisto.

Sin da allora, Microsoft sta facendo di tutto per tramutare il settore Xbox da console, da hardware, a servizio, a puro software che, un po’ come fanno i Surface con Windows 10, al massimo si propone su piattaforme architettate di tutto punto proprio per il gaming nudo e crudo.

Il recente Xbox Game Pass, del resto, sa tanto di Steam del futuro. Xbox One X, dal canto suo, sa tanto di Steam Machine che potrebbe farcela, a patto che i videogiocatori inizino ad accettare la retrocompatibilità come pilone fondamentale, perno attorno al quale ruota questa rivoluzione concettuale, filosofica se vogliamo.

Nonostante alcuni dati poco incoraggianti la vera battaglia che Microsoft sta combattendo, e su cui vanta un netto vantaggio rispetto a Sony, è proprio sul fronte delle infrastrutture (Xbox Live) e dei contenuti trasversali, come, per l’appunto, la possibilità di riesumare l’intera line-up di Xbox 360 e Xbox, fidelizzando così i vecchi clienti, attraendo i curiosi, accontentando tutti coloro che non vogliono mandare in soffitta i propri titoli preferiti, soprattutto ora che il medium sta tentando un’emancipazione definitiva, resa ulteriormente difficoltosa dai limiti imposti dai diversi formati utilizzati dalle console nel corso delle generazioni.

Analizzando l’intera conferenza sotto questa lente, si comprende perfettamente l’enfasi posta sul multiplayer, sui tanti giochi che hanno come centro di gravità la cooperazione tra videogiocatori, così come l’attenzione riservata agli indie, alcuni dei quali in tutto e per tutto esclusive, tra le molte solo temporali, che tenteranno diversificare l’offerta della famiglia Xbox One.

[caption id="attachment_173749" align="aligncenter" width="600"]The Last Night screenshot Tra i giochi più interessanti mostrati nel corso della lunghissima conferenza, figura sicuramente l’intrigante e dannatamente affascinante The Last Night.[/caption]

Microsoft, insomma, ha definitivamente fatto la sua scelta. Avrebbe potuto accompagnare l’annuncio della nuova console con un Halo, con un Gears of War, con una IP inedita. Non ha fatto nulla di tutto ciò, pur puntando fortissimo sui giochi, pur mostrandone tantissimi, certi persino per troppo tempo.

Volendo tracciare il futuro della compagnia a partire dagli indizi svelati da questa conferenza che anticipa l’apertura ufficiale dell’E3, sembra che la sezione Xbox sia ormai destinata a confluire in una serie di servizi, aspirando, al massimo, di prendere forma in device costantemente aggiornati, che si alterneranno con cadenza sempre più ravvicinata.

C’è la possibilità, insomma, che tra un paio di anni, non dovremo più considerare Sony il diretto concorrente di Microsoft, quanto Valve.

Continua a leggere su BadTaste