E3 2016, Sony e la scommessa sul software

Nessuno spazio né accenno a PlayStation 4 Neo. Saranno i giochi e VR a decretare le fortune della console Sony

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Difesa a catenaccio e lanci lunghi. Fosse calcio, si descriverebbe così la strategia scelta da Sony per la sua conferenza pre E3 2016, il suo piano tattico per mantenere il vantaggio accumulato sulla concorrenza e, magari, allungare ulteriormente approfittando del guizzo, dell’estro del bomber di turno. E che bomber, verrebbe da dire, vista la quantità trasbordante di titoli mostrati. Mentre Nintendo sceglie (nuovamente) di non competere, pur stupendo tutti schierando in campo l’unico campione della sua rosa, quel The Legend of Zelda: Breath of the Wild che per molti sarà l’incontestabile “best of show”, mentre Microsoft tenta di sfondare affidandosi allo spettacolare, quanto rischioso, 4-2-4, giocandosi persino la carta della “next-gen-non-next-gen”, il colosso nipponico si è totalmente affidato al suo organico, esibendo, con orgoglio e un pizzico di pomposità, classe e maestria dei singoli interpreti.

Del resto sembra tutto facile quando ad aprire danze e marcature ci pensa un Kratos in forma smagliante. Il nuovo God of War, che sarà un sequel e non un reboot, ha abbandonato le temperate terre elleniche, abbracciando mitologia e scenari nordici. Neve, draghi, una folta barba per il protagonista e addirittura un figlio a cui insegnare le basi per cavarsela da solo in un mondo chiaramente ostile. Dopo aver brutalmente e inconsapevolmente assassinato la prima, il tormentato guerriero sembra insomma riuscito a crogiolarsi nel calore di una nuova famiglia, a costruirsi una seconda vita. Allegoria assolutamente azzeccatissima per un titolo che vuole rileggere pesantemente e profondamente gli stilemi della saga. Da quel poco mostrato sul palco della conferenza, avremo a che fare con scenari dalle dimensioni più generose, con un combat system totalmente reinventato e con un comparto narrativo estremamente curato, incentrato sulla caratterizzazione dei personaggi, nonché su questo complicato rapporto padre-figlio.

[caption id="attachment_157481" align="aligncenter" width="508"]God of War screenshot 1 Speranze e aspettative altissime per il prossimo God of War. Kratos è un personaggio troppo complesso e affascinante perché prima o poi non si decidesse di esplorarlo e mostrarlo affondo.[/caption]

Laddove Microsoft ha sofferto un incipit piuttosto fiacco, con un Gears of War 4 carente su quasi tutti i fronti, Sony, in una manciata di minuti, ha conquistato il pubblico non perdendosi in ridondanti chiacchiere. Sarà questa la costante di tutto lo show che si comporrà di una sequela praticamente ininterrotta di trailer e video di gameplay, un flusso inarrestabile volto ad illustrare l’imponente line-up che caratterizzerà l’immediato futuro di PlayStation 4. Solo software, dunque, o quasi. Nessuna slide carica di dati vendita, nessun intermezzo auto-celebrativo, nessuna menzione a Neo. La tanto vociferata versione potenziata della console nipponica è stata totalmente ignorata per tutto il corso della conferenza, sottintendendo un messaggio chiarissimo: PlayStation VR sarà un tassello fondamentale nelle strategie del colosso nipponico. Non il 4K, né la versione riveduta e corretta di PlayStation 4 che comunque, volenti o nolenti, prima o poi arriverà di certo. Toccherà alla realtà virtuale rappresentare quel plus che dovrebbe spingere il pubblico pagante a scegliere, o a scegliere ancora, la proposta di Sony.

"Sony ha voluto ribadire che chi ama i videogiochi avrà di che divertirsi"

Del resto il supporto di first e third-party, anche in termini di entusiasmo, sembra esserci. Già cinquanta i titoli che, più o meno intensivamente, sfrutteranno a dovere l’add-on. Ci sarà uno Star Wars basato sulla lotta tra X-Wings e TIE Fighters, uno sparatutto sci-fi ambientato su un pianeta alieno ostile (Far Point), uno spin-off del Cavaliere Oscuro della serie Arkham sviluppato da Rocksteady stessa e, addirittura, un Resident Evil 7 in forte debito nei confronti di PT, la demo di quel Silent Hills che mai si farà. La produzione Capcom, in particolare, sembra avere tutte le carte in regola per regalarci un terrificante avventura in prima persona. Da quel poco che abbiamo visto (e provato, grazie alla demo già disponibile sul PSN), a partire da una visuale in prima persona, dovremo interagire con lo scenario e risolvere enigmi per fuggire dalle oscure e sinistre presenze che ci braccheranno. Meno azione e più puzzle solving, dunque. Certo, tra cambio di prospettiva, personaggi e gameplay, resta da capire cosa renda questo gioco un nuovo episodio della famosa saga a base di non-morti, piuttosto che una IP nuova di zecca, ma queste sono digressioni ontologiche di scarso interesse.

[caption id="attachment_157482" align="aligncenter" width="508"]Days Gone screenshot 1 Non sarà certamente il best of show, ma Days Gone ha del potenziale. Strizza un po’ l’occhio a The Last of Us per le atmosfere, ma se ne distanzia dando al protagonista un discreto potenziale bellico.[/caption]

Al di là dell’importante parentesi dedicata alla realtà virtuale, la conferenza si è alimentata di grandi conferme, gradite sorprese e progetti che, pur correndo il rischio di deludere le attese, non hanno mancato di attirare l’attenzione della platea. Forse giungerà nei negozi già vecchio, superato, anacronistico, ma è stata una gioia scoprire la data di pubblicazione di The Last Guardian; Horizon Zero Dawn, oltre ad un art design ispiratissimo, promette un gameplay all’altezza. Days Gone ha solleticato i palati degli amanti di zombi; l’apparizione di Kojima sul palco, “tornato” per presentare al mondo Death Stranding, ha elettrizzato chiunque. Detroit Become Human, ultima visione di David Cage, non mancherà di deliziarci per decine di motivi diversi, ma il gameplay sembra nuovamente ancorato a quick time event e scelte multiple.

Anche nei momenti meno riusciti, come l’impacciato annuncio delle rimasterizzazioni dei tre episodi di Crash Bandicoot, lo show architettato da Sony ha stupito, convinto, emozionato. Tanto Microsoft ci ha lasciato intravedere l’inevitabile evoluzione della sua strategia, del concept che plasmerà i futuri device e sistemi operativi, tanto Sony ha voluto ribadire che chi ama i videogiochi avrà di che divertirsi. The Best Place to Play? Forse no, ma ci va maledettamente vicino.

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