E3 2016, Nintendo vince tutto?

Sarà bastata la demo di The Legend of Zelda: Breath of the Wild per catalizzare l’attenzione di critica e pubblico?

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Si può fare di un solo titolo il proprio E3? Si può generare più hype con una singola demo, che con un’ora e mezza di trailer, chiacchiere e annunci roboanti? Si può battere la concorrenza pur giocando in difesa, mostrando pochissimo e negando al mondo intero la gioia di dare una sbirciata al futuro, al tanto vociferato quanto misterioso Nintendo NXNintendo è un colosso in evidente affanno, afflitto da una grave crisi d’identità e per molti versi anacronistico, superato, orgogliosamente e cocciutamente ancorato a valori e strategie oggi chiaramente inefficienti. La sua partecipazione all’E3 2016 appena conclusosi parla da sola: mancano le forze, persino l’organizzazione per gareggiare ad armi pari con Sony e Microsoft. Non è la prima volta che la Grande N si defila da eventi di questa portata, preferendo affidare ai Nintendo Direct gli oneri e onori di comunicare al pubblico novità e aggiornamenti.

Alla fiera losangelina, la partecipazione della casa di Mario ha preso le fattezze della sola Nintendo Treehouse: una sorta di location parallela, sia dal punto di vista logistico che da quello concettuale, dove sono stati mostrati i pochi titoli che hanno presenziato l’evento. Di giorno in giorno, sviluppatori e PR si sono avvicendati sul palco al fine di discutere e illustrare le caratteristiche dei titoli sui quali erano al lavoro. Mini-eventi, dunque, efficacissimi nel mostrare dettagliatamente i punti di forza di ogni produzione, ma totalmente incapaci nel catalizzare l’attenzione di giornalisti e fan.

[caption id="attachment_152751" align="aligncenter" width="508"]Nintendo NX pad banner Ci toccherà aspettare ancora prima di scoprire il reale aspetto di NX. Fino ad allora dovranno bastarci queste fantasiose creazioni di qualche fan.[/caption]

Diciamoci la verità: Nintendo avrà anche organizzato con tutte le cure del caso gli spazi mediatici dedicati ai vari Pokémon, Paper Mario e Monster Hunter, ma l’unico momento veramente interessante è stato uno e uno soltanto. Non ci riferiamo direttamente e unicamente a quella meraviglia che risponde al nome di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, quanto allo spirito che lo permea, alla speranza che le stesse linee guida che lo hanno generato, rappresentino la strategia futura di Nintendo che, sorgendo dalle sue ceneri come fenice, possa recuperare il gap reiventando e reinventandosi.

Il nuovo capitolo della serie, del resto, è rivoluzionario sino all’estremo, sino a decretare ufficialmente la morte dello stesso Wii U, rinnegando, per voce dello stesso Eiji Aonuma, l’inutilità effettiva del Game Pad. "Spostare continuamente lo sguardo dal televisore al pad rischia di compromettere il gameplay, impedendo di raggiungere la concentrazione necessaria. Per esempio, quando guidate avete il GPS vicino al parabrezza, ma se fosse tra le ginocchia potreste fare un incidente." Queste le sue parole, volte a giustificare la scelta di non utilizzare lo schermo del Game Pad nel suo ultimo titolo, il primo in cui c’è una chiara e netta presa di distanze dal mentore, da colui che sino a poco tempo fa dettava legge su qualsiasi produzione: Miyamoto. Rivoluzione copernicana, insomma, già decretata dal lento e progressivo allontanamento del papà di Mario dai vertici, per raggiunti limiti d’età ovviamente, ultimamente accelerata dal cambio di presidenza e dalla necessità di smuovere le acque per ridare brio e slancio alla società.

I rumor, tempo fa, suggerivano di un Link totalmente nuovo, persino dotato di parola. Aonuma non si è spinto a tanto, ma ci è andato dannatamente vicino. A svegliare l’eroe, dal solito sonno che lo separa dall’inizio dell’avventura, non ci sarà una dolce fata, né un’amica d’infanzia. Link sorge, in tutti i sensi, all’interno del Santuario della Resurrezione, circondato da circuiti che emanano una flebile luce e dispositivi tecnologici, guidato da una voce che lo spinge ad avventurarsi per un’Hyrule che non è mai stata tanto sconfinata, quanto selvaggia.

"The Legend of Zelda: Breath of the Wild abbraccia il free roaming"

Difficile, al momento, appuntare Breath of the Wild lungo la timeline della saga. Qualcosa di catastrofico deve essere sicuramente accaduto, lo si intuisce dal Tempio del Tempo che giace in rovina sullo sfondo, ma che ci troviamo a osservare le conseguenze del fallimento del Link di Ocarina of Time è solo una nostra personalissima ipotesi. Ricostruire gli eventi, tra l’altro, potrebbe essere più difficile di quanto preventivato. Primo cambiamento: la trama si svilupperà molto meno attraverso dialoghi e cut-scene e molto più esplorando ogni anfratto di Hyrule e traendo conclusioni osservando e leggendo tra le righe di quanto spiegato in menù, tomi e così via. L’approccio insomma, sarà simile a quello dei vari Dark Souls.

Dal punto di vista del gameplay, la direzione presa (fortunatamente) è diametralmente opposta rispetto a Skyward Sword. L’episodio per Wii, pur nell’apprezzabile tentativo di innovare la saga, ha ridimensionato sino all’eccesso la componente esplorativa che, giusto sottolinearlo, rappresenta uno dei capisaldi del brand. The Legend of Zelda: Breath of the Wild abbraccia il free roaming, avvicinandosi a Monster Hunter nella necessità di craftare o semplicemente scovare item e oggetti che possono aiutare l’eroe a sopravvivere e compiere il suo destino.

[caption id="attachment_157589" align="aligncenter" width="508"]The Legend of Zelda Breath of the Wild screenshot Le texture sono meno definite, i modelli poligonali hanno meno dettagli, le animazioni lamentano una certa legnosità. Sì, questo Breath of the Wild sembra meno abbagliante del trailer visto tempo fa, ma non ci importa poi molto: è tutto comunque bellissimo.[/caption]

Link può arrampicarsi praticamente su qualsiasi superficie, impadronirsi delle armi dei nemici, cambiare vestiti in base alla temperatura. Raccogliere frutta è l’unico modo per recuperare vita, ottenere spade più resistenti all’usura è il modo migliore per sconfiggere i nemici particolarmente abili. L’anima ruolistica di The Legend of Zelda sarà messa in primo piano, con statistiche e parametri a differenziare ogni oggetto dell’equipaggiamento. La demo mostrata all’E3 ha tradito un evidente downgrade grafico rispetto al magnificente trailer mostrato tempo fa. Stonano soprattutto alcune animazioni, inaspettatamente legnose, ma dove non arriverà la tecnica, e i chip del Wii U, ci penserà lo strepitoso art design a disegnare un Link e un’Hyrule strabiliante come mai.

Saremmo ipocriti se affermassimo che siamo stati delusi, ancora una volta, da Nintendo. Speravamo che con il nuovo presidente, con l’arrivo, prossimo, della “next-gen”, con la voglia di rivalsa, qualcosa si fosse visto. Non che sperassimo in qualche “bomba”, ma che ci fosse un piccolo asso nella manica, come un brevissimo trailer del primo gioco pensato esclusivamente per NX, questo ce lo aspettavamo eccome. Nintendo non ha vinto l’E3, perché il suo E3 non è mai iniziato. Non è così che si prepara e partecipa un evento mondiale di tale portata, non basta una demo per sconvolgere gli equilibri delle forze in gioco. Tuttavia, ed è per questo che non ce la facciamo a smettere di amare la Grande N, è bastata quella stessa demo per decretare il “best of show” di moltissimi.

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