E3 2016, Nintendo vince tutto?
Sarà bastata la demo di The Legend of Zelda: Breath of the Wild per catalizzare l’attenzione di critica e pubblico?
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Alla fiera losangelina, la partecipazione della casa di Mario ha preso le fattezze della sola Nintendo Treehouse: una sorta di location parallela, sia dal punto di vista logistico che da quello concettuale, dove sono stati mostrati i pochi titoli che hanno presenziato l’evento. Di giorno in giorno, sviluppatori e PR si sono avvicendati sul palco al fine di discutere e illustrare le caratteristiche dei titoli sui quali erano al lavoro. Mini-eventi, dunque, efficacissimi nel mostrare dettagliatamente i punti di forza di ogni produzione, ma totalmente incapaci nel catalizzare l’attenzione di giornalisti e fan.
Diciamoci la verità: Nintendo avrà anche organizzato con tutte le cure del caso gli spazi mediatici dedicati ai vari Pokémon, Paper Mario e Monster Hunter, ma l’unico momento veramente interessante è stato uno e uno soltanto. Non ci riferiamo direttamente e unicamente a quella meraviglia che risponde al nome di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, quanto allo spirito che lo permea, alla speranza che le stesse linee guida che lo hanno generato, rappresentino la strategia futura di Nintendo che, sorgendo dalle sue ceneri come fenice, possa recuperare il gap reiventando e reinventandosi.
I rumor, tempo fa, suggerivano di un Link totalmente nuovo, persino dotato di parola. Aonuma non si è spinto a tanto, ma ci è andato dannatamente vicino. A svegliare l’eroe, dal solito sonno che lo separa dall’inizio dell’avventura, non ci sarà una dolce fata, né un’amica d’infanzia. Link sorge, in tutti i sensi, all’interno del Santuario della Resurrezione, circondato da circuiti che emanano una flebile luce e dispositivi tecnologici, guidato da una voce che lo spinge ad avventurarsi per un’Hyrule che non è mai stata tanto sconfinata, quanto selvaggia.
"The Legend of Zelda: Breath of the Wild abbraccia il free roaming"Difficile, al momento, appuntare Breath of the Wild lungo la timeline della saga. Qualcosa di catastrofico deve essere sicuramente accaduto, lo si intuisce dal Tempio del Tempo che giace in rovina sullo sfondo, ma che ci troviamo a osservare le conseguenze del fallimento del Link di Ocarina of Time è solo una nostra personalissima ipotesi. Ricostruire gli eventi, tra l’altro, potrebbe essere più difficile di quanto preventivato. Primo cambiamento: la trama si svilupperà molto meno attraverso dialoghi e cut-scene e molto più esplorando ogni anfratto di Hyrule e traendo conclusioni osservando e leggendo tra le righe di quanto spiegato in menù, tomi e così via. L’approccio insomma, sarà simile a quello dei vari Dark Souls.
Dal punto di vista del gameplay, la direzione presa (fortunatamente) è diametralmente opposta rispetto a Skyward Sword. L’episodio per Wii, pur nell’apprezzabile tentativo di innovare la saga, ha ridimensionato sino all’eccesso la componente esplorativa che, giusto sottolinearlo, rappresenta uno dei capisaldi del brand. The Legend of Zelda: Breath of the Wild abbraccia il free roaming, avvicinandosi a Monster Hunter nella necessità di craftare o semplicemente scovare item e oggetti che possono aiutare l’eroe a sopravvivere e compiere il suo destino.
[caption id="attachment_157589" align="aligncenter" width="508"] Le texture sono meno definite, i modelli poligonali hanno meno dettagli, le animazioni lamentano una certa legnosità. Sì, questo Breath of the Wild sembra meno abbagliante del trailer visto tempo fa, ma non ci importa poi molto: è tutto comunque bellissimo.[/caption]
Link può arrampicarsi praticamente su qualsiasi superficie, impadronirsi delle armi dei nemici, cambiare vestiti in base alla temperatura. Raccogliere frutta è l’unico modo per recuperare vita, ottenere spade più resistenti all’usura è il modo migliore per sconfiggere i nemici particolarmente abili. L’anima ruolistica di The Legend of Zelda sarà messa in primo piano, con statistiche e parametri a differenziare ogni oggetto dell’equipaggiamento. La demo mostrata all’E3 ha tradito un evidente downgrade grafico rispetto al magnificente trailer mostrato tempo fa. Stonano soprattutto alcune animazioni, inaspettatamente legnose, ma dove non arriverà la tecnica, e i chip del Wii U, ci penserà lo strepitoso art design a disegnare un Link e un’Hyrule strabiliante come mai.
Saremmo ipocriti se affermassimo che siamo stati delusi, ancora una volta, da Nintendo. Speravamo che con il nuovo presidente, con l’arrivo, prossimo, della “next-gen”, con la voglia di rivalsa, qualcosa si fosse visto. Non che sperassimo in qualche “bomba”, ma che ci fosse un piccolo asso nella manica, come un brevissimo trailer del primo gioco pensato esclusivamente per NX, questo ce lo aspettavamo eccome. Nintendo non ha vinto l’E3, perché il suo E3 non è mai iniziato. Non è così che si prepara e partecipa un evento mondiale di tale portata, non basta una demo per sconvolgere gli equilibri delle forze in gioco. Tuttavia, ed è per questo che non ce la facciamo a smettere di amare la Grande N, è bastata quella stessa demo per decretare il “best of show” di moltissimi.