[E3 2014] Anteprima - The Witcher 3: Caccia Selvaggia
The Witcher 3: Caccia Selvaggia stupisce anche all'E3 2014
[caption id="attachment_131640" align="aligncenter" width="600"] The Witcher 3 Caccia Selvaggia - screenshot[/caption]
Geralt di Rivia, il protagonista della serie, concluderà quindi la sua avventura, raccontata non solo dai due precedenti titoli, The Witcher e The Witcher 2: Assassin of Kings, ma anche dai romanzi di Andrzej Sapkowski, lo scrittore polacco che ha dato vita allo strigo ed al mondo nel quale agisce. Cos'è uno strigo? E' un uccisore di mostri, compito che porta avanti per professione, facendosi pagare per i suoi servigi. Un tempo erano molti, poi sempre di meno, ed in The Witcher 3: Caccia Selvaggia il ritorno dal passato di uno di loro, anzi di una, perché di una donna si tratta, sarà uno dei punti fondamentali della storia; il tutto, mentre sul mondo continuano ad infuriare venti di guerra.
Da Novograd l'azione si spsota verso una palude, nella quale Geralt incontra uno strano essere, Johnny, del quale deve ritrovare la voce. E' il modo giusto per andare più a fondo nell'avventura ed avere un piccolo assaggio del sistema di combattimento del gioco, che sembra essere una versione leggermente migliorata di quello del secondo episodio della serie. La traccia action è evidente, Geralt si muove con ancora più fluidità, e può facilmente concatenare gli attacchi di spada con gli effetti dei segni, ovvero le magie nel mondo di The Witcher. E' solo contro alcuni drowner, poi con arpie, che lo vediamo confrontarsi, ma il passaggio di un mostro molto più minaccioso nelle vicinanze ci ha fatto intendere come sarà possibile fare tanti brutti incontri in giro per il mondo.
Il prosieguo della demo mette in chiaro come The Witcher 3: Caccia Selvaggia, come i predecessori, sia un titolo che ha nell'esplorazione e nell'indagine, con una forte attenzione alla narrazione, le sue ragion d'essere. Si utilizzano i sensi da strigo e si affrontano vari dialoghi prima di ritrovarsi impegnati in un altro combattimento, al quale Geralt si prepara nel solito modo, utilizzando la meditazione e le pozioni che ne migliorano le statistiche. Prima dello scontro c'è la possibilità di scegliere cosa fare, una delle tante decisioni che avranno ripercussioni sulla storia, che promette di essere aperta come mai prima d'ora, dinamica, del tutto non lineare, estremamente rigiocabile, anche nelle sue grandi dimensioni.
Ed a proposito di dimensioni, non si può non rimanere attoniti di fronte alla vastità del mondo di gioco, probabilmente l'aspetto della produzione che più colpisce. Andare da un luogo all'altro della mappa richiede tempo (ma si può utilizzare anche il comodo fast travel, a patto di aver già visitato il luogo di destinazione), e soprattutto tutto quello che si vede su schermo è raggiungibile, con una linea dell'orizzonte lontanissima. Praticamente si ha l'intero mondo sotto gli occhi, e non osiamo immaginare lo sforzo tecnico che ciò ha richiesto; a generarlo è un motore che CD Projekt RED ha creato per l'occasione, capace persino di valutare se l'ombra proiettata da un albero concedea o meno ad altra vegetazione di crescere vicino alle sue radici. Ce l'ha detto, in una piacevole chiacchierata Adam Badowski, capo del team di sviluppo. Fidatevi di lui, e di The Witcher 3: Caccia Selvaggia.