[E3 2013] Provato - Beyond: Two Souls

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Il titolo di Quantic Dream svela a Los Angeles una nuova fase di gioco

Sulla concezione particolare che David Cage, capo di Quantic Dream ed autore di titoli come Omikron: The Nomad Soul, Fahrenheit e del più recente Heavy Rain, ha del medium videoludico, potremmo stare a questionare per ore. Cage, in maniera abbastanza presuntuosa, è convinto di avere in mano le chiavi del videogioco moderno, che la stragrande maggioranza della produzione attuale sia priva di fantasia e che ormai si ricorra sempre agli stessi canoni e situazioni di gioco (e su questo non ci sentiamo di dargli tutti i torti). Che la direzione da prendere però, per evitare tutto questo, siano titoli nei quali il gameplay sia elemento non primario, ma accessorio, a favore di un focus incentrato sulla narrazione, è qualcosa che deve essere ancora del tutto dimostrato, perché se è vero che Heavy Rain è stato una pietra miliare nella capacità di rappresentare una storia complessa e soprattutto ben interpretata, lo è altrettanto il fatto che è difficile affermarne l'identità come videogioco.

Beyond: Two Souls è il nuovo progetto di Quantic Dream, che punta ancora sui pilastri della storia e dei personaggi per colpire i giocatori. Il rischio, lo diciamo subito, è quello che non si possa più contare, per forza di cose, sull'effetto novità, ormai svanito, pertanto Beyond dovrà offrire qualcosa in più rispetto alla narrazione interattiva di Heavy Rain. Pare che anche il team di sviluppo sia consapevole di questo, ed allora nella demo che abbiamo avuto modo di provare all'E3 di Los Angeles abbiamo rintracciato alcuni elementi che potrebbero migliorare l'appeal di un titolo simile anche nei giocatori più tradizionalisti. Il gioco coprirà varie ambientazioni e vari periodi della vita di Jodie Holmes, la sua protagonista, pertanto le fasi nelle quali ci si ritrova coinvolti differiranno di molto tra loro e la maggiore interattività qui ravvisata potrebbe non essere simile altrove, ma comunque ci sentiamo di essere fiduciosi al riguardo.

Il lasso di storia raccontato è quello relativo alle prime missioni della ragazza come agente della CIA: ci troviamo in Somalia, con il compito di uccidere il solito signore della guerra locale. Al nostro fianco, Salim, un piccolo che ricorda quanto sia tremendo il dramma dei bambini soldato, e Aiden, uno spirito tramite il quale si può levare di mezzo i soldati che popolano il martoriato villaggio teatro dell'azione, uccidendoli o impossessandoci di loro. Nel tentativo di passare inosservata, Jodie, e di riflesso l'impianto di gioco, adotta un approccio stealth, provando a sfuggire alla vista dei soldati ed evitando di capitare sul loro percorso. Questa soluzione risulta niente affatto naturale, sembra posticcia e macchinosa, così come sembra mal ragionato l'utilizzo di Aiden. Possiamo prendere il controllo dello spirito in qualunque momento, ma tutto, dal cambio d'inquadratura al suo sistema di controllo, appare innaturale. Ad ogni modo, tra l'aiuto di Aiden e quello di Salim, che non esita ad utilizzare il fucile quando necessario, riusciamo a farci strada.

Le fasi successive tornano sui binari di una limitata facoltà d'azione da parte del giocatore, e sul ricorso, dopo poco tedioso, a quick time event di ogni tipo. Per combattere in corpo a corpo, per evitare le scariche di mitra che ci piovono addosso mentre scappiamo a bordo di una jeep. L'interfaccia è più scarna rispetto a quella di Heavy Rain, ma non per questo ci sono reali alternative rispetto a compiere il giusto movimento o a premere il giusto pulsante nel giusto attimo. Sbagliando, poi, non abbiamo subito la punizione che c'aspettavamo, ma questa probabilmente è stata una scelta fatta per rendere facilmente giocabile la demo.

Graficamente il titolo si presenta molto bene, nonostante alcuni piccoli difetti che senz'altro verranno corretti prima della sua uscita. Modelli e texture sono molto curati, così come gli effetti, ma a catturare l'attenzione, come prevedibile, sono le animazioni e le espressioni facciali, davvero credibili, come la regia dietro il gioco impone. Non solo: Beyond prova a colpire con scene forti, e ci riesce, quando costringiamo persone a commettere omicidi, utilizzando Aiden per controllarle, solo per i nostri scopi, con esiti che lasciano il segno, e che non vi vogliamo svelare. A questi, ed al tema portante del gioco, ovvero il mistero su cosa ci sia dopo la morte, si dovrà affidare la produzione, per trovare una sua ragion d'essere.

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