[E3 2013] Provato - Bayonetta 2
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La sexy strega di Platinum Games sta per tornare, in esclusiva su Wii U
Bayonetta è uno dei motivi per i quali i giocatori amano Platinum Games. Il titolo uscito su PlayStation 3 e Xbox 360 è infatti, ancor oggi, uno dei più fulgidi esempi di action frenetico, probabilmente il migliore della sua generazione, limitatamente a quella particolare accezione del genere nel quale la mazzata è più importante di ogni altra cosa, con l'action che si avvicina quasi all'hack and slash. Bayonetta non avrà quindi il coinvolgimento di Castlevania: Lords of Shadow o l'imponenza dei due God of War per PlayStation 3, ma presenta un livello di ritmo nell'azione quasi inarrivabile, ed una complessità nascosta in un sistema di combo estremamente vario. A ciò si aggiungono il grande carisma della protagonista e la ottima caratterizzazione dei personaggi, tutti elementi che hanno fatto del titolo un capolavoro.Quello che funzionava bene tre anni fa, avranno pensato in Platinum Games, funzionerà anche nel 2013, ed ecco quindi che Bayonetta 2, esclusiva per Wii U, con Nintendo che produrrà il gioco, si configura come un seguito che poco, almeno da quanto provato con mano presso lo stand dell'azienda di Kyoto nel Convention Center di LA, innova, e molto invece recupera dal titolo originale, dall'impostazione del sistema di combattimento, alle combo, alla velocità dell'azione, alla bizzarria delle situazioni di gioco.La demo prende il via con una situazione familiare a quanti hanno giocato il primo episodio, ovvero con Bayonetta impegnata in una lunga lotta con gli angeli a bordo di un aereo. A bordo non significa dentro, significa sopra, e sopra un caccia militare, tanto per intenderci riguardo i toni affatto contenuti della produzione Platinum Games. Pad alla mano, se si ha avuto modo di giocare a fondo il titolo orginale, ci si ritrova subito benissimo, visto che lo schema dei comandi è rimasto uguale, con pugni e calci deputati a due tasti diversi, una pressione prolungata degli stessi per l'utilizzo delle armi da fuoco durante una combo, salto e sparo affidati agli altri due tasti frontali, con schivata sul dorsale destro e, novità introdotta in questo episodio, l'Umbra Climax affidato al dorsale sinistro. Dopo aver riempito un apposito indicatore, infatti, Bayonetta può riversare una gragnuola di colpi più potenti e veloci sui malcapitati nemici, per un periodo di tempo abbastanza limitato, e questo aggiunge profondità al gameplay ma non lo sbilancia. Insomma, sognatevi di risolvere sempre le situazioni più delicate tramite questo espediente.Nonostante l'impianto collaudatissimo, giocare a Bayonetta 2 ci ha davvero entusiasmato, e non solo perché aspettavamo questo nuovo episodio da tantissimo tempo. La bontà del gameplay è evidentissima, e nonostante l'aspetto caciarone si riscontra una complessità di gioco immediatamente riconoscibile ad un appena più approfondito approccio al sistema di combo, nel momento in cui il giocatore, variando anche solo di un tasto la combinazione, si ritrova a vedere la strega proiettarsi in mille acrobatiche e dolorosissime mosse. Il repertorio di mosse è praticamente infinito, anche grazie al sistema delle armi, che qui ritorna, e che permette approcci sempre diversi. Ovviamente, dopo aver triturato legioni di angeli, ci siamo confrontati con due boss, di cui uno, quello finale della demo, davvero mastodontico, ed anche qui una piacevola familiarità s'è impadronita di noi, tra la furia e la spettacolarità dell'azione di gioco.Tecnicamente il titolo Platinum Games si presenta solidissimo, viaggiando in maniera costante a 60 fps, senza il minimo rallentamento. L'aspetto generale del gioco è buono, ma c'è ancora spazio per miglioramenti, nelle texture e nella mole poligonale delle ambientazioni, con i personaggi che invece sono ben curati, supportando quindi bene una grande direzione artistica. La nostra strega ha cambiato acconciatura, capelli corti per lei (e lunghi per la sua amica Jeanne, che dovrebbe essere utilizzabile come secondo personaggio nella modalità cooperativa), ma stesso sguardo, e stesse movenze. Il che, come ben sa chi ha avuto già modo di apprezzarla al suo debutto, è assolutamente un gran bene.