[E3 2013] Anteprima - Destiny

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Il nuovo kolossal di Bungie si mostra a Los Angeles...

E3 - concept e screenshot

Che Destiny fosse un prodotto interessante l'avevamo capito già da tempo, ma che potesse guadagnarsi la palma di titolo migliore dell'E3 2013 (perlomeno secondo chi scrive, ndr) proprio non ce lo saremmo aspettato. Avremmo puntato, semmai, su una sorpresa, ma non certo su un titolo già annunciato. Se è vero che, nonostante la qualità medio-alta dei singoli prodotti e le due nuove console, questa edizione della fiera non è stata foriera di grandi sorprese, in ogni caso Destiny sarebbe stato in grado di dare filo da torcere a qualunque avversario. Sentir parlare in questi termini dell'ennesimo sparatutto in prima persona con derive multigiocatore lascerà senza dubbio qualcuno perplesso, ma, a nostro parere, Bungie ha messo a segno un colpo da maestro. Non solo è riuscita ad allontanarsi abbastanza dalle atmosfere di Halo da rendere il nuovo gioco davvero originale quanto a look, ma ha messo insieme un background narrativo molto affascinante. Settecento anni nel futuro, l'umanità si trova sull'orlo dell'estinzione. Dopo un lungo e florido periodo di esplorazione e colonialismo spaziale, noto come Età dell'Oro, un misterioso evento definito il "Collasso" ha causato la scomparsa di quasi tutti gli insediamenti creati dall'uomo nel Sistema Solare. Proprio quando ogni speranza sembra persa, la nostra razza viene salvata dal Viaggiatore, un'immensa sfera senziente che si posiziona a perpendicolo sull’ultima città rimasta sulla Terra, intenzionata a proteggere quel che resta dell'umanità. Questo backround narrativo, oltre ad essere di per sé affascinante, presenta anche una notevole apertura e molte possibilità di espansione.

Bungie e Activision stanno infatti inaugurando con Destiny un piano di sviluppo destinato a durare per almeno dieci anni. Per quanto altri brand famosi del videogioco siano già riusciti a presentare longevità anche molto maggiori, è la prima volta che un progetto videoludico parte con tali ambizioni sin dalla sua concezione. La demo mostrata a porte chiuse durante l’E3 2013 ci ha permesso di vedere una seconda volta la demo già presentata durante la conferenza Sony, sulla quale avevamo già espresso pareri molto positivi. Rivedendola con più calma, siamo stati in grado di notare alcuni particolari interessanti. In primo luogo, il fatto che Destiny non sia propriamente un MMO, ma piuttosto un gioco che alterna aree dedicate al gameplay online ad altre private, dove il giocatore potrà completare missioni in solitaria. Questa divisione in zone sarà indicata in maniera molto esplicita sulla mappa del mondo di gioco, cosicché si possa ogni volta decidere come affrontare la successiva sessione. Il principale punto di ritrovo per i giocatori sarà naturalmente l’ultima città rimasta sulla Terra, sopra la quale levita il Viaggiatore. Questa ospiterà anche negozi dove fare acquisti, e, forse, delle case d’asta, anche se quest’ultimo aspetto è ancora da confermare. Le aree private saranno invece dedicate a missioni singolo giocatore grazie alle quali la trama del gioco potrà evolversi, anche tramite sequenze cinematiche, mentre quelle pubbliche online permetteranno sia di visitare zone dedicate alle quest ripetibili (sorta di dungeon), sia di prendere parte ai cosiddetti “public event”, ossia eventi dinamici generati proceduralmente, ai quali i giocatori potranno partecipare semplicemente contribuendo alla sconfitta dei nemici sul posto.

Quello mostrato durante la demo vedeva navi da trasporto nemiche scaricare un gran numero di truppe a terra, dando via ad un intenso scontro a fuoco. Come confermato dagli sviluppatori, la versione finale del gioco presenterà un gran numero di questi eventi procedurali, della durata di circa dieci minuti ciascuno, i quali si avvicenderanno a ritmo serrato nelle aree ad essi dedicate. Un’intervista concessaci successivamente dai ragazzi di Bungie ci ha permesso di approfondire alcuni aspetti del gameplay, come la natura delle fasi sparatutto. Se è vero che durante la demo mostrata lo stile sembrava preso di peso dalla saga di Halo, in realtà Destiny non è uno shooter puro, in quanto la natura ruolistica di alcuni aspetti (come la crescita di livello del personaggio e le statistiche delle armi) hanno reso necessaria l’implementazione di un sistema ibrido, a metà tra lo sparatutto e il GDR. Numeri “invisibili” verranno macinati dalla CPU ogni volta che si premerà il grilletto, portando a diversi effetti a seconda delle proprietà dell’arma utilizzata e della tipologia di nemico contro cui si sta aprendo il fuoco. In altre parole, il gameplay di Destiny potrebbe essere definito come una via di mezzo tra quello di Borderlands e la saga di Halo, sulla carta molto promettente. In questo contesto le armi rappresentano naturalmente un aspetto molto importante, e gli sviluppatori promettono centinaia di modelli diversi, divisi per tipologia, e un gran numero di upgrade possibili, così da non scontentare nessuna tipologia di giocatore.

Grazie ad una sequenza di gameplay costruita in maniera notevole, Destiny è riuscito ad impressionarci più di ogni altro titolo mostrato all’E3 2013. Il design eccezionale conferma come Bungie sia sempre abilissima nell’immaginare scenari futuristici credibili ed evocativi, ed il gameplay appare solido quanto basta. A questo punto solo una prova diretta può darci altro di cui parlare, ma dal nuovo lavoro dei ragazzi di Bellevue ci aspettiamo in ogni caso moltissimo.

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