E' nata una stella

A soli 20 anni, ha già fatto il film che probabilmente le regalerà la candidatura agli Academy Awards, fornendo una prova straordinaria e impressionante. Si tratta di...

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Fonte: Varie

... Jennifer Lawrence in Winter's Bone. Ve ne avevamo già parlato a giugno, dopo che al Sundance (dove il film si è aggiudicato il Gran premio della giuria e il riconoscimento alla sceneggiatura) molti giornalisti la paragonavano a Carey Mulligan, una sconosciuta capace di emergere praticamente dal nulla e ottenere grandi onori, magari anche la candidatura agli Oscar. In effetti, il cammino della Lawrence sembra proprio questo e dopo aver visto il film, sarebbe assolutamente meritato.

Winter's Bone inizia facendo capire bene la situazione, con una sorella maggiore (appunto la Lawrence) che fa da madre ai suoi due fratelli più piccoli. Colpa di un padre scomparso e di una madre malata, che la portano a doversi fare carico di tutta la famiglia, fino a quando però non si trova ad affrontare un compito molto pericoloso, quello di ritrovare il padre, che avendo dato la casa in cui vivono come garanzia per la cauzione, rischia di lasciare i suoi familiari senza un tetto.

Il ritratto di questa giovane donna, che chiaramente ha dovuto abbandonare presto lo status di ragazza, è impressionante. Merito di una Lawrence che riesce nel compito più difficile, quello di non fare nulla di eccessivo, magari anche quando si ritrova in una situazione che potrebbe risultare facilmente pietosa, o nell'impressionante scena sul finale, che è fondamentale per tutta la pellicola, in cui si mostra più vulnerabile, ma senza rinunciare a un grammo della sua determinazione.

Determinazione, in effetti, sembra la parola chiave, considerando quello che deve sopportare per trovare suo padre e salvare la famiglia. In tutto questo, riesce ad affrontare gli adulti con una forza notevole, senza farsi mettere i piedi in testa e mostrando un acume ammirevole, mentre offre delle belle lezioni ai suoi fratelli, che si tratti di valori o di modi per sopravvivere, anche impressionanti per chi è abituato alla vita di città.

In effetti, uno dei meriti del film è il modo in cui descrive un'America desolata, in cui regna un maschilismo impressionante, con una violenza verbale e fisica sulle donne che lascia sbigottiti per la sua presunta 'normalità', peraltro senza farsi problemi a mettere le mani addosso anche ai bambini. Un realismo forte, reso più efficace dai volti verissimi e senza un filo di trucco. E la regia di Debra Granik dimostra anche sprazzi notevoli, come una bella scena piena di tensione in un allevamento o la stranezze di una rapida sequenza a scuola.

Se proprio vogliamo trovare un difetto in questo film,  è una certa monotematicità della storia, tanto che i tempi risultano un po' dilatati. E a un certo punto, per fortuna solo per un breve periodo, il film sembra non sapere esattamente dove andare. Ma anche così, siamo senza ombra di dubbio di fronte a una delle migliori cose arrivate dagli Stati Uniti ultimamente. E alla nascita di quella che potrebbe diventare un'enorme star nei prossimi 30 (o 50) anni... 

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