E' morto Dino De Laurentiis
Lo straordinario produttore di Riso amaro, La strada, La grande guerra, Serpico e tanti altri capolavori si è spento a Los Angeles all'età di 91 anni....
Fonte: Repubblica
E' morto a 91 anni a Los Angeles il grande produttore Dino De Laurentiis. Si può raccontare in molti modi questo grande uomo di cinema. Il sistema più facile è quello di elencare tutti i suoi film importanti (date un'occhiata a IMDB, ne vale la pena) e l'importanza che ha avuto nel cinema italiano e mondiale.Ma preferisco iniziare con un aneddoto personale. Berlino 2001. Al Festival viene presentato Hannibal, pellicola non certo straordinaria, ma firmata Dino De Laurentiis. A una conferenza stampa in cui sono presenti (se non ricordo male) anche i due protagonisti maschili Anthony Hopkins e Giancarlo Giannini, è De Laurentiis a dominare la scena (e, credetemi, più che un'esagerazione potrebbe risultare un eufemismo).
Lo fa con il suo solito inglese stentato, che sentito per la prima volta ti fa pensare "ma questo come fa a lavorare a Hollywood?". Poi lo capisci, perché se quell'uomo riesce a tenere in pugno una platea di centinaia di giornalisti italiani, significa che ha un carisma e un potere immensi, in grado di convincerti a fare qualsiasi cosa per lui (e io stavo quasi pensando che Hannibal fosse un bel film, figuratevi). E quando prende in giro Giancarlo Giannini, 'reo' di non aver mai tentato con convinzione di sfondare in America, apostrofandolo (e neanche tanto bonariamente) con un 'magnaspaghetti', rischia di venire giù la sala dalle risate.Chi mi conosce sa che non amo la retorica e che sono poco incline al patriottismo, ma in quell'occasione si avvertiva un'incredibile sensazione, un orgoglio di essere italiani che ho provato poche volte nella vita e tutto per merito di un uomo che rappresentava il made in Italy nel mondo al suo meglio.
Stiamo parlando di un uomo che già negli anni quaranta produceva pellicole come Il bandito e Riso amaro, per poi passare nel decennio successivo a Guardie e ladri, Anna, Un americano a Roma, L'oro di Napoli, La grande guerra e tanti altri successi, ma soprattutto consacrava definitivamente il talento di Federico Fellini con La strada e Le notti di Cabiria.
Se negli anni sessanta il suo capolavoro è Una vita difficile, non mancano tanti titoli importanti come Mafioso, Il maestro di Vigevano, Diabolik e Banditi a Milano. Ma, a un certo punto, si capisce che il cinema italiano sta diventando troppo piccolo per un gigante come De Laurentiis (tra parentesi, non sarebbe male se almeno la sua morte servisse per riflettere sulla crisi, incominciata all'epoca con delle scellerate leggi sul cinema). E inizia l'avventura americana.
Infatti, dopo aver contribuito al memorabile Lo scopone scientifico, dà vita al suo primo, grande successo oltreoceano, quel Serpico che sfrutterà al massimo il periodo d'oro di Al Pacino. Due anni dopo, nel 1975, è il momento de I tre giorni del condor, seguito dal remake di King Kong. Se le avventure di Ragtime e Flash Gordon non ottengono il successo sperato, negli anni ottanta De Laurentiis tira fuori dal cilidro titoli come Conan il Barbaro (e il suo meno interessante sequel), La zona morta, Il Bounty, il problematico Dune, L'anno del dragone e soprattutto il capolavoro Manhunter - frammenti di un omicidio.
Negli anni novanta, è al lavoro con Sam Raimi in quella pellicola di ultraculto che è L'armata delle tenebre, mentre a fine millennio sostiene un regista di grande talento (almeno in quel momento) come Jonathan Mostow, producendogli Breakdown - La trappola e U-571. Negli anni zero, è impegnato con il personaggio di Hannibal Lecter, grazie a Hannibal, Red Dragon e Hannibal Lecter - Le origini del male.
E' pleonastico dire che con Dino De Laurentiis se ne va un pezzo enorme del cinema italiano, quello migliore e che conquistava il mondo. Forse, la cosa che più rattrista, è pensare che De Laurentiis abbia dato all'Italia e al suo cinema più di quanto abbia ricevuto...
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