E così salta fuori che il commento di Coppola sui cinecomic era stato riportato male

Lo sbobinato del suo discorso e tutto quello che Francis Ford Coppola ha detto in difesa e supporto di Martin Scorsese

Critico e giornalista cinematografico


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Abbiamo discusso per almeno una settimana noi tutti appassionati di questioni di cinema, industria, blockbuster o anche solo faziosi pro e contro Scorsese e Coppola: discusso sulla questione dei cinecomic e più in generale dei blockbuster in forma di franchise, se sia vero che colonizzano le sale con film che non sono cinema, se abbia senso dire che un film non è cinema, se siano ripugnanti o ancora se davvero non siano l’equivalente di Guerre Stellari e Indiana Jones. E adesso salta fuori che una delle dichiarazioni che avevano scatenato la discussione non era proprio come aveva riportato l'agenzia di stampa francese AFP.

Deadline ha infatti riportato esattamente cosa abbia detto Francis Ford Coppola al festival Lumière di Lione, quando ha parlato in difesa di Martin Scorsese (il quale già a sua volta aveva chiarito che il suo parere non è così estremo come riportato inizialmente). Sia chiaro, non hanno cambiato idea né le nuove rivelazioni fanno pensare che il loro pensiero fosse completamente diverso. Rimane il fatto che hanno parlato con preoccupazione della tendenza del cinema americano a colonizzare le sale con i franchise. Ma la maniera in cui l’hanno fatto (in particolare Coppola) appare ben più mitigata ora che possiamo leggerla come era.

Vista la spinosità della questione e il fatto che il problema è nato da una cattiva traduzione vi riportiamo lo sbobinato originale (così lo ha presentato Deadline) e dopo qualche considerazione su cosa dica.

QUESTION: Francis, do you agree with your friend Martin Scorsese that Marvel films are not true cinema?

COPPOLA: You know I’m sure you’re extracting from whatever Martin said. The gist of his statement. If you asked him is there is cinematic talent, cinematic expression, is there great even work in certain Marvel films, he would say yes. But what his point his, is that the concept of the Marvel film which has eaten up all the oxygen, which is to say the resources is not really is more of a theme park ride than what we would call cinema. Yes, I agree with him. (Pause for translation) But also television commercials is cinema – but is it a beautiful form of cinema? No.

QUESTION: How come there is no new new Hollywood so to speak today, considering the state of things of political turmoil you are describing?

COPPOLA: Well you know because of the lack of risk in the production. Marty Scorsese says that the Marvel picture is not cinema, he’s right because we expect to learn something from cinema, we expect to gain some enlightenment, some knowledge, some inspiration. Arguably, I don’t know that anyone gets anything out of seeing the same movie over and over again, which is the Marvel movies. A thing that has no risk to it, I’ve said before, making a film without risk is like making a baby without sex. Part of it is risk, and that’s what make it so interesting, that’s why we learn so much when it’s made.
Also, there is a philosophy that a person of riches can be just or unjust. It’s very important when you talk about it. To gain riches unjustly, just uses up, it doesn’t contribute. Wealth is only what is just, what brings more to the society. Cinema is the same way. Real cinema brings something, a wonderful gift to society. It doesn’t just take money and make people rich. That’s despicable. (Pause for translation) So Martin was kind when he said it’s not cinema, he didn’t say it’s despicable, which I just said it is.”

La prima cosa che salta all’occhio è che Coppola dice che quel che si dice in giro su Scorsese di certo è una dichiarazione estratta dal suo contesto, che se gli si chiedesse se c’è del talento, dell’espressione cinematografica o della grandiosità in certi film Marvel direbbe di sì. Che è una cosa mai uscita prima, anzi girava l’idea che Scorsese li odiasse per partito preso senza averli visti.

Poi conferma che il problema, dal loro punto di vista, è che questa tipologia di film succhia tutte le risorse (leggi: soldi) per qualcosa che è più un parco a tema che un film. Affermazione che non è in contraddizione con la precedente perché condanna la tipologia (i franchise) e non i singoli film (che invece gli piacciono in certi casi).
Senza contare che implicitamente non concorda con la definizione “non cinema” perché dice che tutto è cinema, pure la pubblicità, solo che alcune cose sono brutto cinema (che è lapalissiano).

Procede poi a spiegare perché odi la categoria (e anche questo non ci era stato riportato). Qui ha pronunciato le parole che più hanno girato, cioè il fatto che nessuno spettatore possa trarre nulla dai film Marvel, ma queste sono incastrate in un discorso sul rischio. È la mancanza di rischio implicita nel concetto di franchise (che per definizione gioca sul sicuro, ripetendo) che a parere di Coppola è deprecabile, perché per lui, lo dice più avanti, il rischio nel fare un film è come il sesso nel fare un figlio.

E proprio il discorso su cosa sia deprecabile è uno dei punti che ora è illuminato di tutta un’altra luce, perché quando dice che Scorsese è stato gentile e che quella roba è deprecabile non parla dei film Marvel ma del cinema fatto per fare soldi e non per contribuire all’avanzamento della società.

Ha parlato fino a quel momento dei film che non rischiano e ha prima detto che il problema dei franchise è che non rischiano, ma quella frase arriva alla fine di un discorso su quanto sia ingiusto arricchirsi senza dare un contributo alla società: “And that’s despicable”.

Tutto ciò non vuole dire che ora Coppola e Scorsese sono fan dei Marvel movies, no. Ma che i loro pareri sono ben più complessi di quel che non sembrasse e che tengono conto molto di più di quel che non ci avevano fatto credere della complessità della situazione. Si potrà comunque non concordare con loro, ovviamente, ma adesso non sono più degli spaventapasseri agitati per far arrabbiare la gente. Sono discorsi.

Una cosa però questo equivoco l’ha fatta emergere. Sono bastate poche frasi fuori dal contesto e un po’ manipolate per scatenare un dibattito molto reale e vivo nelle opinioni delle persone quanto dei cineasti. Sarà stato un errore ciò che l’ha originato ma quel dibattito non lo era, era vero. Ci siamo divisi (qualcuno sì è anche messo a metà) su un argomento che evidentemente chiedeva solo di essere tirato fuori e che è un nervo scoperto che divide il pubblico in fazioni.

Forse era più importante parlarne che capire come la pensano Coppola e Scorsese.

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