Dylan Dog diventa a tutti gli effetti una proprietà intellettuale dopo 32 anni di adattamenti

Come sarà il Dylan Dog della Bonelli? Fedele come i fan movie o come i radiodrammi o come i videogiochi?

Critico e giornalista cinematografico


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La Sergio Bonelli Editore ha annunciato la nascita dei “Bonelli Studios”, che in realtà si chiamano Bonelli Entertainment, il braccio produttivo della casa di fumetti che si occuperà degli adattamenti dei suoi personaggi, in testa ai quali ovviamente c’è Dylan Dog.

La notizia di una serie tv ufficiale da 10 episodi è clamorosa anche se nel settore era attesa da tempo. Non ci sono ancora notizie riguardo autori, canali, inizio riprese e via dicendo ma la domanda principale che occorre farsi è: che piega prenderà il Dylan Dog televisivo ad opera della stessa casa che l’ha creato?
Sappiamo bene che nel mondo dei fumetti americani le proprietà intellettuali al cinema non rispecchiano fedelmente le loro controparti cartacee, sono versioni alternative, alle volte adattate sul corpo e il carattere degli attori (si pensi a cosa è diventato Tony Stark nei film con Robert Downey Jr.), altre adattate ai film che li contengono (il nuovo Thor di Taika Waititi) o alla personalità del regista che li mette in scena (il lavoro di Nolan e Snyder sull’universo DC).

Benché ora il personaggio diventi “ufficialmente” una proprietà intellettuale, di fatto negli anni diverse produzioni hanno ricevuto la concessione di adattarlo a diversi media.

Per arrivare al famigerato Dylan Dog: Dead Of Night con Brandon Routh, il film a produzione americana che ha segnato il punto più basso di tutta la produzione che ruota intorno all’indagatore dell’incubo, si è passati per diverse versioni del personaggio.

L’audiovisivo l’ha conosciuto praticamente quasi sempre in maniera non ufficiale, per problemi di diritti. È stato il caso di Dellamorte Dellamore, il film di Michele Soavi tratto da un romanzo di Tiziano Sclavi, che aveva la faccia ufficiale (Rupert Everett) e pur cambiando tutto manteneva lo spirito giusto.

Ben più fedeli sono stati i due fan film più importanti, Dylan Dog Vittima degli eventi (2014) e Il cane russo (2012), che lavoravano fuori dalle concessioni ufficiali e quindi erano liberi di usare nomi, costumi e loghi in virtù del loro non avere un fine di lucro. Il primo dei due poi lo reinventava così tanto da immaginarlo a Roma con la mitologia occulta romana (e la partecipazione di Milena Vukotic e Alessandro Haber), mentre il secondo adattava la storia L’ultimo uomo sulla Terra.

Ben più fedeli sono stati gli adattamenti su altri media. Dylan Dog è infatti diventato un radiodramma sia su Radio Due tra il 2002 e il 2004, con due “stagioni” la prima da 20 episodi e la seconda da 10 (centrata su Necropolis e L’uccisore di streghe), che su Radio24 nel 2016.
Mentre nel 1992, in piena Dylan Dog mania, la RCA ha editato una compilation “Dylan Dog Rock & Horror” che aveva poco a che vedere con il personaggio se non per l’inserimento di una versione del Trillo del diavolo di Tartini.

Dylan Dog infine è stato anche protagonista di una serie di videogiochi anch’essi molto fedeli a storie e personaggi.
I più famosi rimangono quelli editi dalla Simulmondo tra il 1991 e il 1993. Si vendevano in edicola (c’erano anche quelli di Diabolik) per Amiga, Commodore 64 e MS-DOS, per un totale di 19 titoli in forma di avventura grafica. Non impeccabili nel funzionamento ma ben concepiti.
E meno note invece rimangono le avventure testuali per Commodore e lo sparatutto di fine anni ‘80 editi entrambi dalla Editoriale Systems o il Dylan Dog Horror Luna Park dei Bedroom Studio, scritto da Sclavi in persona.

Sono stati tutti adattamenti in anni in cui se sì poteva sì doveva essere fedelissimi e se non si poteva sì cercava di aggirare la legge come era possibile. Oggi è tutto completamente diverso, gli adattamenti sono più complessi e vivono di una sorta di autonomia, un universo narrativo parallelo e coerente. Non è difficile quindi dire che il Dylan Dog della serie tv, per trionfare, probabilmente dovrà mantenere il cuore del personaggio e cambiare quanto è necessario per calzare bene la forma a episodi.

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