Dune: tutto quello che si sono detti Denis Villeneuve e Christopher Nolan

Denis Villeneuve in dialogo con Christopher Nolan su Dune: come ha scelto il cast, la passione per il libro, la musica, e il deserto

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Dune di Denis Villeneuve è da poco arrivato negli Stati Uniti riscuotendo un buon successo, tanto che è stata da poco annunciata la parte due. Durante un evento per la promozione del film il regista è stato intervistato da Christopher Nolan. I due condividono una stima reciproca: Villeneuve ha definito Tenet come un capolavoro e Nolan ha ricambiato definendo senza timore Dune come “un vero dono per i fan del cinema in tutto il mondo”.

Nonostante i toni particolarmente corretti e amichevoli, il dialogo tra i due è andato oltre la superficie, configurandosi come una chiacchierata tra due professionisti. Nei trenta minuti di intervista si riflette a lungo sul lavoro di creazione del film, sul rapporto con il tentativo di David Lynch molto altro.

Vi riassumiamo di seguito i punti salienti della conversazione.

Dune e Lynch

Denis Villeneuve è un grande fan di Dune. Ha letto il libro a quattordici anni, quando stava maturando l’interesse per il linguaggio visuale del cinema. Rispetta il film di Lynch per alcune sue idee, ma non l’ha particolarmente amato, specialmente quando devia dal romanzo. Il testo originale è per lui una sorta di Bibbia, il fondamento da cui tutto deve prendere origine. Durante la pre produzione, mentre cercava di definire l’estetica del film, ha passato settimane insieme ai suoi storyboard artist a disegnare le immagini e le emozioni che provenivano dalle sue pagine. 

Era vietato prendere ispirazione da internet, l’unica cosa che si poteva fare per aiutare il flusso creativo era provare a meditare e a prendere le immagini dai sogni. “C’è un elefante nella stanza ed è Star Wars” ha ammesso. Dal momento che l’epica di Lucas è così ispirata dall’opera di Herbert, per ottenere qualcosa di nuovo l’unica via era basarsi basarsi sul libro con la massima fedeltà possibile.

Le due parti

Dune copre solo la prima parte del libro. Al momento dell’uscita il sequel appena annunciato era auspicato dalla Warner, ma non una certezza.

Spiega Villeneuve però che non è mai stata in discussione la struttura in due parti. “L’ho proposto sin dall’inizio perché mi sembrava che trasporre quella storia immensa in un solo film sarebbe stato un errore. Non è stato mai veramente in discussione. L’unica cosa di cui abbiamo parlato (con la produzione) è che volevo fare due film enormi allo stesso tempo e sembrava troppo costoso." Il problema principale era che veniva da Blade Runner 2049, che non aveva performato bene come incassi, ma aveva conquistato la critica. Il regista era quindi un osservato speciale, ma non garanzia di successo.

Un kolossal in piena regola

Per la prima volta Villeneuve ha lavorato con più di un’unità. Solitamente il suo approccio ai film è il più minimale e autoriale possibile. Cerca di avere il massimo controllo su tutti gli aspetti. Girare Dune senza delegare ad altre troupe il lavoro sulle inquadrature senza il cast principale sarebbe stato uno sforzo eccessivo per una persona sola. Per la prima volta ha quindi diretto una seconda unità. Non aveva alternativa che cedere a questo compromesso per fare un film senza compromessi.

Si è rifiutato di girare le sequenze nel deserto in un teatro di posa. Sono andati in Giordania dove le condizioni meteo si allinearono alla perfezione per garantire la riuscita delle riprese. Cosa che non accadde quando tornarono in Ungheria dove c’erano gli altri set: il meteo non li aiutò e persero tutto il tempo guadagnato. L’esperienza del deserto servì però agli artisti dei vfx per trasporre l’atmosfera, il caldo e la sensazione del vento che smuove la sabbia, anche nelle inquadrature ricostruite in digitale.

dune oscar isaac barba 

Il cast di Dune

Christopher Nolan gli ha chiesto se ha avuto problemi a organizzare gli impegni di tutto il cast per avere così tante star sul set. In realtà, ha risposto il regista, l’unico ad avere avuto problemi è stato Oscar Isaac perché non poteva essere presente in Giordania quindi le sue scene sono state girate in Ungheria. Gli altri non hanno avuto particolari problemi di reperibilità. Anzi, Villeneuve è particolarmente contento del cast perché quasi tutti sono stati le sue prime scelte. 

Per interpretate il barone Vladimir Harkonnen Stellan Skarsgård si è sottoposto ogni giorno a 8 ore di make-up. Marlon Brando in Apocalypse Now è stato un’ispirazione per il personaggio. 

Nolan ha molto apprezzato l’uso degli effetti speciali di Dune. Ci sono alcune inquadrature che sono pura CGI, ma Villeneuve, proprio come il collega, ha cercato di girare più possibile su set veri. Roger Deakins in Blade Runner 2049 ha supervisionato tutti gli effetti speciali. Una palestra per il regista: in più di un anno di lavoro il direttore della fotografia ha insegnato a Villeneuve come si illumina una scena con effetti speciali, pensando anche al lato visivo. 

La musica di un mondo lontano 

Hans Zimmer non ha visto il film di Lynch e non ha sentito niente di Dune che fosse stato composto prima. Era particolarmente ossessionato dall’idea di creare suoni che sembrassero arrivare da un altro mondo lontano. Ha passato così un anno a creare strumenti musicali che usassero il vento per emettere suoni. Gli piaceva inoltre la rilevanza femminile del libro, l’importanza che rivestivano le donne nella storia. Quindi ha usato la voce di donna come tema in primo piano. È uscito dalla comfort zone per usare nuovi ritmi e sperimentare con i cori.

Ancora oggi Zimmer non ha finito di comporre: ogni tanto manda a Denis Villeneuve nuovi brani per ispirarlo a girare il secondo film. Il regista ha spiegato inoltre di avere usato la musica come uno strumento per avere accesso ai pensieri dei personaggi, che nel libro sono centrali, mentre nel film erano impossibili da trasporre.

Dune è stato piuttosto complesso da montare. La parte più difficile è stata soprattutto la scena di apertura: Villeneuve voleva che fosse un'introduzione per il pubblico nuovo che lo facesse sentire il benvenuto, ma doveva anche piacere ai fan del libro. Insieme al montatore ha lavorato molto sulle visioni di Paul perché fossero criptiche, ma non così tanto da essere frustranti, volevano che fosse chiaro quello che si vedeva.

Cosa ne pensate del dialogo tra i due registi su Dune? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonte: TheFilmStage

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