Due o tre cose che so sugli Oscar...
E' coerente Sean Penn quando parla di diritti dei gay? E Mickey Rourke è realmente rinato all'improvviso grazie a The Wrestler? E cosa dire della fiaba The Millionaire e di alcuni suoi Oscar tecnici?
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Sean Penn e i gay. Ci si chiede come si può conciliare la posizione dell'attore agli Oscar, in cui si criticavano gli oppositori della Proposition 8 (contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso), con quella dell'intervista affettuosa di qualche mese fa a Fidel Castro, dittatore di una Cuba in cui i gay sono sempre stati perseguitati. Solito problema di certi liberal americani: se i loro compatrioti non accettano i matrimoni gay sono dei bigotti fanatici; se i dittatori antistatunitensi i gay li mettono in galera, allora va bene. Speriamo che qualcuno queste domande gliele ponga prima o poi, magari in una conferenza stampa in Italia...
Stanno facendo di tutto per rovinare la festa a Danny Boyle e a "The Millionaire". Costato 15 milioni di dollari, rifiutato dalla Warner perché "non porterà a casa un solo dollaro", ripescato in extremis dalla Fox Searchlight (rischiava di saltare le sale per finire direttamente in dvd), ha vinto otto Oscar su nove nomination.
Ora, la storia così è sicuramente più bella, ma è falsa. La Warner Indipendent doveva distribuire The Millionaire in America, ma poco prima dell'uscita (come tante altre succursali indie delle major) ha chiuso i battenti. A quel punto, si trattava di trovare qualcun altro che si occupasse di questo compito ed è arrivata la Fox Searchlight, determinante nel recente successo di piccoli prodotti come Little Miss Sunshine e Juno. Impossibile dire cosa sarebbe successo con una distribuzione Warner Indipendent: magari avrebbe avuto lo stesso successo o forse non avrebbe creato questo fenomeno. Sarebbe comunque curioso sapere da dove ha preso il virgolettato la Mancuso.
A proposito di The Millionaire, è da notare come il regolamento degli Oscar, che funziona magari bene in fase di nomination, può crollare quando si eleggono i vincitori. Infatti, in quest'ultima situazione, tutti i giurati votano per tutti i premi (tranne pochissime categorie particolari, come quella del miglior film straniero, in cui c'è un gruppo più ristretto a scegliere) e a mio avviso questo comporta dei rischi. C'è veramente qualcuno che pensa che la colonna sonora di The Millionaire meritasse l'Oscar? Anche perché, come ripeto ancora una volta, bisognerebbe trovarla una colonna sonora, tra tutte quelle canzoni e quei rumori. E a proposito di rumori, veramente il sonoro di quella pellicola è superiore a quello di Wall-E e Il cavaliere oscuro? Anche su montaggio e fotografia si potrebbero fare considerazioni analoghe. L'impressione è che molti giurati, magari poco esperti dei settori specificati sopra, votino certi premi come se dovessero eleggere comunque il loro film preferito. Non sarebbe meglio che per le categorie tecniche continuassero a votare gli addetti ai lavori nei rispettivi reparti?
Infine, Mickey Rourke. E' bello far finta che in quindici anni abbia preso solo pugni sul ring e che sia rinato tutto di un tratto grazie a The Wrestler. Ma non è vero. Rourke sta 'rinascendo' almeno dal 2000, quando ha lavorato ad Animal Factory e La vendetta di Carter (e infatti ha spesso ringraziato Stallone per avergli offerto quel ruolo). Ha poi lavorato, tra il 2003 e il 2005, a C'era una volta in Messico, Man on Fire e Domino. Nulla per cui vincere l'Oscar, ma almeno per farsi notare a Hollywood sì. Se proprio vogliamo parlare di un ruolo che lo ha riportato sulla mappa, direi che è il caso di citare il Marv di Sin City, sicuramente la parte più celebrata da critica e pubblico in quel film. Poi, per carità, con The Wrestler siamo su un altro pianeta, come avevo detto a suo tempo. Però non creiamo leggende metropolitane...