Due gradevoli sorprese al Lido

Venezia 67, Giorno 10 - La Mostra del Cinema si avvia alla conclusione, ma ci ha permesso ancora di vedere due titoli molto interessanti come Drei di Tom Tykwer e Plato's Academy di Fillipos Tsitos...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

  • Drei
    Non sono mai stato un fan del cinema di Tom Tykwer. Anzi, diciamola meglio, odio il cinema di Tom Tykwer. Ho sempre trovato i suoi film presuntuosi e saccenti, perché hanno l'intenzione di esprimere concetti straordinari sull'umanità e i personaggi mostrati, ma con risultati decisamente non all'altezza.
    Non avevo dubbi che lo stesso sarebbe avvenuto con Drei, titolo che veniva presentato alla Mostra in Concorso, altro elemento che lasciava decisamente inquieti. Ma invece mi sbagliavo.
    L'elemento che mi ha fatto apprezzare (a tratti molto) la pellicola è la sua autoironia. Se il regista tedesco normalmente aveva il vizio di prendersi troppo sul serio, qui si continua a mantenere come punto di riferimento (tanto per cambiare) Kieslowski e le sue riflessioni sul caso, ma visto che sarebbe assurdo prendere sul serio questo mix incredibile di coincidenze, il gioco viene trattato con notevole ironia. Se dovessi fare un paragone un po' forzato, direi che siamo di fronte a una pellicola di Chéreau diretta con la mano leggera di Max Ophüls. Aggiungendo dei tocchi surrealisti bunueliani che, per qualche strano motivo, ci stanno benissimo.
    Così, si possono utilizzare costantemente gli split screen e tentare strade un po' sperimentali, ma senza risultare mai troppo pesanti, riuscendo invece a esprimere un senso di malinconia non artefatta.
    Merito anche del lavoro svolto sulla colonna sonora, uno dei migliori mai sentiti negli ultimi anni e che diventa uno dei cardini principali della pellicola, senza dimenticare le ottime scenografie.
    Peccato che il finale non sia all'altezza per un eccesso di buonismo e per un'ultima scena che sembra una pubblicità di Oliviero Toscani. Ma visto i miei trascorsi con Tykwer, non è il caso di lamentarsi troppo...

  • Plato's academy
    Inizio a pensare che la Grecia sia un Paese da seguire con attenzione, anche a livello cinematografico. Dopo Dogtooth, ecco arrivare a Venezia (già passato a Locarno, fa parte di un programma di sostegno a titoli della Comunità europea) questo titolo, molto diverso ma decisamente apprezzabile. E' la storia di un gruppo di amici non più giovanissimi, che passano le loro giornate seduti di fronte al negozio di uno di loro. Fino a quando un misterioso albanese (nazionalità che i nostri protagonisti non amano proprio) sembra poter nascondere un segreto importante.
    Il film che viene subito in mente è Clerks, ma le differenze non sono piccole. Qui si punta a costruire più tranquillamente un clima di malinconia particolare, senza puntare sulle facili battute volgari, ma prendendo come protagonisti degli antieroi che non mancano di mostrare continuamente il loro razzismo (anche nei confronti dei cinesi, tanto per non farsi mancare niente).
    In effetti, uno degli aspetti più apprezzabili del lavoro del regista Fillipos Tsitos è quello di non scegliere le strade più semplici. Si poteva optare per uno sguardo più buonista sui personaggi e le loro azioni, mentre si preferisce creare delle figure molto più complesse di quanto siamo abituati a vedere normalmente. Merito ovviamente anche della coppia madre-figlio, che risultano amabilmente divertenti (lui una maschera impassibile, lei esilarante), senza esagerare ma con molta simpatia.
    E quando si teme che il finale possa far crollare questo castello di carte, in realtà ci si trova di fronte a una soluzione matura e intelligente.
    Avercene di gioiellini del genere...

 

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