Dreamgirls contro The Departed

Le prime recensioni del musical di Bill Condon sono generalmente entusiaste. Ma saranno sufficienti a sconfiggere la pellicola di Scorsese? Inoltre, un candidato a sorpresa e i titoli che si contenderanno l’Oscar per il miglior documentario

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A leggere alcuni pareri, sembrerebbe che la storia sia già stata scritta. David Poland ritiene che Dreamgirls sia “tutto quello che prometteva e anche di più”. Roger Friedman sostiene che “non è esagerato pensare che sarà un grande successo, verrà candidato agli Oscar e il sicuro vincitore dei Golden Globes nella categoria commedia/musical”. Tom O’Neil arriva a dire che siamo di fronte ad “un sogno che si realizza, un film perfetto”.
Insomma, devo rivedere totalmente i miei pronostici in favore di Martin Scorsese e del suo The Departed? Assolutamente no e per diversi motivi. Intanto, se di Poland (e del suo fiuto per gli Oscar) mi posso fidare, di Friedman (giornalista conosciuto come molto addomesticabile dalle major, tanto da essere soprannominato in passato “The Weinstein call girl”) molto meno. E ci sono anche le voci fuori dal coro. Jeffrey Wells è tutt’altro che entusiasta della pellicola (che comunque ha apprezzato) e sostiene che diverse persone da lui interpellate non sono così ottimiste sulle possibilità del film agli Oscar. Inoltre, lo stesso Poland, che vede ormai come grande favorito Dreamgirls per il titolo di miglior film e ritiene che possa conquistare 16 nomination totali (cifra francamente assurda, considerando che il record assoluto è di 14), considera Scorsese l’uomo da battere tra i registi.

Io credo che Dreamgirls debba ancora dimostrare molte cose, in primis di essere un successo commerciale, considerando che è costato più di 70 milioni di dollari, cifra non straordinaria ma certo non così facile da recuperare. Per avere un profitto senza dover attendere l’home video, dovrà guadagnare almeno 200 milioni di dollari nel mondo. E considerando che all’estero la storia romanzata delle Supremes non ha lo stesso appeal che negli Stati Uniti, vuol dire fare almeno 120-130 milioni in America. Risultato assolutamente possibile (e anche superabile), ma non certo una passeggiata.

E poi, dopo aver snobbato Scorsese per trent’anni, siamo sicuri che i membri dell’Academy vogliano dargli un altro schiaffo, come sarebbe quello di fargli vincere l’Oscar come regista, facendolo però perdere come miglior film? Peraltro, contro Bill Condon, che con una carriera che non vale un decimo di quella di Scorsese, un Oscar l’ha già vinto (anche se come sceneggiatore, per Demoni e dei).
Per il resto, continuo a non capire l’entusiasmo per The Queen (qualcuno lo mette addirittura come secondo favorito!), Babel ha già mostrato di non poter essere un grande successo commerciale e The Pursuit of Happyness sembra più che altro un veicolo per Will Smith. Ma avremo modo di riparlarne.

Intanto, entra in gara a sorpresa Letters from Iwo Jima, che sarebbe dovuto uscire all’inizio del 2007. Invece, a causa dei risultati mediocri di Flags of Our Fathers, la pellicola gemella di Clint Eastwood esordirà in uscita limitata alla fine dell’anno, per poter così concorrere agli Oscar. Difficile pensare che i risultati saranno migliori (considerando che in questo caso verrà mostrato il punto di vista giapponese, decisamente meno interessante per il pubblico americano, e che vedere decine di persone che si suicidano brutalmente non è proprio il modo migliore per passare un natale spensierato), anche se molti sonostengono che il film sia decisamente di un altro livello rispetto al suo predecessore e che la performance di Ken Watanabe sia strepitosa.

Quest’anno poi, forse anche per rappresentare la maggiore importanza di questi due aspetti nel mondo del cinema, ci saranno cinque candidati (e non più tre come fino ad ora) per quanto riguarda miglior montaggio effetti sonori e miglior lungometraggio animato.

Per quanto riguarda i documentari, ecco la lista annunciata dall’Academy per i titoli che potranno essere votati dai membri dell’Academy aventi diritto:

Blindsight
Deliver Us from Evil
The Ground Truth
An Inconvenient Truth
Iraq In Fragments
Jesus Camp
Shut Up & Sing
An Unreasonable Man
The War Tapes
The Trials Of Daryl Hunt
Can Mr. Smith Get to Washington Anymore?
Jonestown: The Life and Death of People’s Temple
My Country, My Country
Sisters in Law
Storm of Emotions

La lista è lunga, ma il risultato è semplice: vincerà Al Gore e il suo An Inconvenient Truth. E non tanto per il mutato clima politico negli States, quanto per gli ottimi incassi (circa 20 milioni di dollari) ottenuti, a differenza di quelli dei concorrenti, praticamente sconosciuti al grande pubblico.

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