Dragon Trainer: Il Mondo Nascosto e tutti gli spoiler del roadshow di Roma con il regista

Dragon Trainer: Il Mondo Nascosto avrà un nuovo villain, una nuova location, un nuovo personaggio e una nuova tecnologia che lo rende possibile

Critico e giornalista cinematografico


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Spoiler Alert
Non era una trilogia ma è diventata una trilogia. Per arrivare al terzo film di Dragon Trainer la Dreamworks ha espanso il suo universo e creato un arco narrativo. In questo modo, spiega Dean Deblois (co-regista del primo e poi regista da solo del secondo e del terzo) a Roma in occasione di una preview di alcune scene del prossimo film: “Non siamo di fronte ad un altro film che replica il precedente con noia ma ad un’unica grande storia che qui arriva a conclusione”.

Quello che vedremo quindi sarà l’ultimo Dragon Trainer, ed è stato chiesto in maniera molto specifica se davvero sarà l’ultimo ultimo ultimo: “Io voglio fare altro. Se poi un giorno la Dreamworks vorrà portare avanti Dragon Trainer non lo farà con questi personaggi”. È infatti abbastanza evidente che i due protagonisti (umano e drago) si separeranno al termine della storia, chiudendo la loro saga nella stessa maniera in cui, spiega sempre DeBlois, iniziano i libri da cui tutto è tratto:

Il primo capitolo del primo libro vede Hicccup anziano che parla a dei bambini e gli dice come prima cosa che quando lui era giovane sulla Terra volavano i draghi. Volevamo questo feeling, questa sensazione di un mondo epico che non c’è più.

Oppure per dirla come l’ha messa il produttore Brad Lewis:

È facile dire trilogia, il difficile è farla davvero in modo che sia emotivamente soddisfacente non solo come grande storia ma anche come un percorso che faccia sentire agli spettatori un senso di destino in tutto quel che ha contribuito a questo finale. Ci siamo assicurati che ogni relazione avesse il suo peso.

Intanto quel che si è visto sono state alcune scene che introducono innanzitutto il tono e lo stile del film (non diversi dal passato), poi un nuovo personaggio, un nuovo villain e infine una nuova location.

IL TONO DEL FILM

Hiccup e Sdentato sono a capo di una piccola armata di liberatori di draghi. Li vediamo in una scena iniziale approdare su una nave piena di gabbie con draghi, prima loro due (Hiccup sfoggia una tutona tra armatura e tuta ignifuga) e poi ovviamente gli altri personaggi che conosciamo, ognuno con il suo drago. C’è un che di un filo più epico e battagliero del solito, c’è una coolness di spade di fuoco, comparse nel fumo, che viene poi stemperata dalle più classiche gag slapstick. La sensazione è per l’appunto che stavolta il protagonista non sia un ragazzo ma un guerriero, un attivista per i diritti dei draghi che compie azioni audaci.

Molto del film infatti si muove sull’intolleranza e l’incapacità degli uomini di convivere con i draghi nonostante il lavoro di Hiccup e dei suoi. Dean DeBlois, apertamente omosessuale, non nasconde cosa siano i draghi in realtà:

Alla fine della fiera il punto è che i draghi sono gli altri, gli incompresi. Questi film parlano dello sforzo di lottare per cambiare il mondo, renderlo migliore, un posto in cui coesistere. E alla fine della nostra storia, anche se draghi e umani si separano, ci rimane la leggenda di quel che sono stati: stavano con noi e sono scomparsi.

IL NUOVO DRAGO

La Furia Della Luce è il suo nome, è l’opposto logico di Sdentato e un esemplare femmina della sua specie. Bianco là dove lui è nero, animalesco e selvaggio là dove lui è totalmente domato e quasi umano negli atteggiamenti, dotato della capacità di diventare invisibile per poco tempo. I due ovviamente sono fatti per stare insieme e abbiamo visto la scena del “primo appuntamento”, cioè la prima volta che passano del tempo da soli. Qui Sdentato e Hiccup fanno un po’ Cyrano de Bergerac, cioè il secondo da lontano dà consigli al primo su cosa fare, ma sono consigli da umano e non funzionano con un altro animale, che tuttavia pare interessato.

Sdentato sembra sempre di più un personaggio da anime, ha ormai tutte espressioni da uomo e anche molto caricate come per l’appunto avviene nell’animazione giapponese. Il suo corpo è così plastico che pare non subire le regole della fisica.
Per arrivarci, spiega DeBlois, sono andati a studiare meglio i comportamenti animali e quelli umani:

Tutti sappiamo come funzioni quel modo di proporsi e fare gli scemi temendo di fallire e sentirsi ridicoli. Qui il punto è che Sdendato è l’ultimo quindi non sa molto della sua specie di draghi e poi è troppo che vive con gli uomini quindi è completamente impreparato a impressionare La Furia Della Luce, che invece è cresciuta con i draghi quindi non si fida degli umani e ora incontra questo drago domato dagli uomini che non è in contatto con il sé primitivo.

IL NUOVO VILLAIN

È doppiato da F. Murray Abraham in originale ed è un epico cacciatore di draghi. Così epico da aver sterminato la specie di Sdentato e ovviamente, appena saputo che ce ne sono altri due incolumi, si precipita a cacciarli. Ha un’armata di draghi al seguito che usa per spargere terrore e nella scena che abbiamo visto minaccia Hiccup di distruggere tutto quel che ha se non gli consegnerà il drago. È alto, secco e mellifluo, è un villain come ce ne potrebbero essere in una storia di Asterix.

Il punto è sempre il rischio, quanto un cattivo minacci i protagonisti e a tal proposito il mondo di Dragon Trainer si è sempre proposto come uno in cui le gambe vengono perse e le persone muoiono, dice DeBlois:

Ci sono così tanti film fantasy con draghi, anche parlanti, che ho pensato sarebbe stato forte trattare i draghi come creature che sono davvero state nel nostro pianeta. Luce, materiali e movimenti di camera sono simili a quelli del cinema dal vero. Volevamo creare un mondo credibile, così quando Hiccup sale su Sdendato lo senti che se non si tiene bene cadrà. A tal proposito quando finimmo il primo film Steven Spielberg venne alla prima proiezione e ci disse che aveva apprezzato molto che fosse girato nello stile di un film live action e che per quello ci aveva creduto di più.

Sempre Spielberg ha ora consigliato a DeBlois di abbandonare l’idea di trattare anche la storia del villain del film precedente:

Mi ha detto che visto che la storia ha così tanto da raccontare non c’è il tempo per un’altra trama, lo leverei ai personaggi principali. Originariamente avevamo previsto che si fosse ritrovato su un’isola di draghi, da solo. Nel corso della storia per scappare era costretto a fare amicizia con loro sviluppando un cuore fino ad avere un legame dei draghi e quindi passare con i buoni.

UN NUOVO MONDO

È quello del titolo, una zona che sta sotto la Terra e pare ampia quanto la Terra, in cui accedere volando e dove si trovano tutti i draghi. È il mondo dei draghi di cui Sdentato è il re. La scena che vediamo è quella in cui Hiccup si reca lì di nascosto poiché Sdentato, andato a recuperare la sua anima gemella non è più tornato. Scoprirà che lì per l’appunto Sdendato è considerato un re e che nessuno potrà mai trovare i draghi né loro vogliono essere trovati. Vogliono vivere in pace da soli.

In questa scena si vedono migliaia e migliaia di draghi muoversi all’unisono in inquadrature dense di colori ed elementi. Questione di tecnologia che secondo il produttore Brad Lewisha assunto proporzioni assurde” per questo film. In particolare è il rendering ad essere stato sconvolto e rivoluzionato. Si tratta del processo attraverso il quale una serie di computer in parallelo prendono tutto il lavoro di ogni comparto (chi ha fatto sfondi, chi ha animato, chi ha creato la luce, chi ha disegnato proprio i personaggi ecc. ecc.) e lo mette insieme di fatto “creando” le immagini del film. È proprio l’ultimo passaggio quello alla fine del quale ci sono le scene complete. Richiede una potenza di calcolo immensa per la quale sono mobilitati interi palazzi piani di computer. Cambiare la tecnologia che lo rende possibile vuol dire poter creare immagini molto più complesse di quanto si potesse fare prima (o meglio, anche prima si poteva ma il tempo necessario al rendering sarebbe stato davvero troppo). Spiega Lewis:

Il livello di dettaglio naturalistico che possiamo raggiungere senza dover rinunciare a delle luci di tipo artistico è una vera novità. Roger Deakins [direttore della fotografia, tra i molti, dei fratelli Coen ndr] è stato il nostro consulente per tutti i film e qui per la prima volta ci ha detto che è davvero riuscito ad usare la luce come voleva.

A questo DeBlois ha aggiunto che:

Negli ultimi 10 anni non siamo sempre stati in grado di realizzare le nostre grandi ambizioni, perché la tecnologia non riusciva a darci modo di produrle. Qui finalmente la luce e lo spazio sono calcolati in maniere credibili fino all’ultimo dettaglio, uno qualsiasi dei fotogrammi della scena del mondo sotterraneo ad esempio sarebbe sarebbe stato difficile da renderizzare una volta.

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