Douglas Trumbull mette in discussione il coinvolgimento di Christopher Nolan nel restauro di 2001: Odissea nello spazio
Douglas Trumbull senza freni: i dubbi sul restauro di 2001: Odissea nello spazio di Christopher Nolan, l'HFR e l'invecchiamento della CGI
La longevità di 2001: Odissea nello spazio
Douglas Trumbull aveva solo 23 anni quando iniziò a lavorare al kolossal di Kubrick, dove imparò gran parte dei trucchi del mestiere. Inizialmente il suo compito era solo quello di animare alcuni effetti di HAL. Finì per lavorare ad alcune sequenze iconiche, come quella dello “star gate” adattando in maniera rivoluzionaria la tecnica dello slit-scan. Ancora oggi gli effetti speciali del film reggono il peso del tempo. Parte di questa longevità deriva, secondo il creatore, proprio dall’utilizzo di modelli pratici, concreti, e dalla pregevole fattura. Da soli non basterebbero però, dice: quello che fa la differenza è il rapporto che essi hanno con la luce sul set.
Oggi a suo parere è più difficile gestire le fonti luminose artificiali, create in computer grafica, al fine di ottenere un effetto realistico. Per questo la CGI tende a invecchiare precocemente, superando se stessa ogni paio di anni. Douglas Trumbull non è però tranchant: crede che possa esserci una compresenza virtuosa dei due elementi. Ha lodato infatti anche la tecnologia StageCraft adottata in The Mandalorian.
Le perplessità su Christopher Nolan
2001: Odissea nello spazio è recentemente tornato in home video con una nuova versione 4K UHD e nei cinema con una nuova stampa della pellicola in 70 mm curata da Christopher Nolan. Douglas Trumbull non l’ha presa bene:
Non concordo con alcune delle sue scelte di color grading, ma penso sia fantastico che l’abbia realizzato. Ero un po’ sbalordito (di non essere stato chiamato) per il fatto che io avevo una stretta relazione con Warner Bros riguardo a 2001, perché stavo sviluppando un documentario sul film per loro. A quel tempo gli dissi, ‘so tutto del negativo originale. Sono quello che era sul set, lavorare con Kubrick, e mi piacerebbe contribuire a qualsiasi restauro vogliate fare’. Invece hanno chiamato Christopher Nolan e non me. Vallo a capire. Sono questioni d’azienda. È tutto per denaro.
Una volta lanciato il sasso, non tira indietro la mano, anzi rincara la dose
È veramente importante, se si sta facendo un restauro di un qualsiasi film, che si cerchi in ogni modo di coinvolgere le persone direttamente coinvolte nel film; che sia George Lucas o Bob Wise, il quale è stato coinvolto nel restauro di Star Trek e ha reso il film migliore. Il lavoro fatto su Blade Runner ha migliorato il film e io li ho aiutati, perché avevo in archivio i negativi in 65mm di tutti gli effetti e li ho dati allo studio. Generalmente però questi restauri non sono fatti dalle persone che hanno creato il film, in particolare dai direttori della fotografia. Se stai per fare un restauro de Il Padrino coinvolgerai anche Coppola.
Douglas Trumbull ha la soluzione per l'HFR
Douglas Trumbull sta lavorando a una sua nuova tecnologia, chiamata MAGI e dedicata all’ high frame-rate. Cerca di sviluppare un modo per proiettare a 120 fotogrammi al secondo evitando l’effetto straniante (quasi da televisore settato male) visto nei film che hanno già sperimentato la tecnica.
Trumbull ha individuato parte del problema nei moderni proiettori digitali che non hanno un otturatore che interrompe il flusso della luce come accade invece con la pellicola. Per questo, aumentando il flusso di fotogrammi, si ottiene un effetto simile al look televisivo. Sostiene di avere cercato in ogni modo di spiegarlo (invano) ad Ang Lee per il suo Gemini Man.
Secondo Douglas Trumbull il problema può essere facilmente risolto inserendo direttamente nella copia DCP (quella che viene proiettata) l’effetto dell’otturatore.
Ha condiviso la sua intuizione (e invenzione) anche con James Cameron, il quale sta lavorando ai sequel di Avatar cercando di implementare l’HFR. Pare che il regista sia molto sorpreso dal risultato, ma non è dato sapere se abbia dato ascolto a Trumbull implementando il MAGI nella sua opera.
Fonte: IndieWire