Dooku - un Jedi perduto rivela il passato del grande villain | Star Wars Library
Recensiamo Dooku - un Jedi perduto, il romanzo di Cavan Scott edito da Panini che rivela il passato del grande villain
La recensione del romanzo Dooku, il Jedi Perduto
Autori: Cavan Scott
Tipo prodotto: Libri
Pagine: 592
Contiene: Star Wars: Dooku – Jedi Lost
Rilegatura: Brossurato fresato
Interni: Bianco e Nero
Il Conte Dooku è una delle figure più intriganti introdotte nei prequel di Star Wars, ma anche una delle più enigmatiche. Il suo comportamento signorile e quasi benevolo contrasta col suo ruolo di Sith, alcuni frammenti del suo passato vengono accennati qua e là (è un idealista, è stato il maestro di Qui-Gon Jinn, è stato addestrato da Yoda in persona) ma il poco tempo a disposizione sul grande schermo non permette di approfondire ulteriormente la sua figura. Le serie animate aggiungono qualcosa e, naturalmente, buona parte del suo fascino va all’interpretazione di Christopher Lee, ma molti aspetti della vita e del passato di Dooku restavano ancora da scrivere.
Un’Opera Corale
Il formato che sceglie Scott per raccontare il passato di Dooku è un formato molto particolare: anziché un romanzo tradizionale narrato in prima o terza persona, Scott ci propone il formato dell’audio drama, un vero e proprio copione composto per la maggior parte da dialoghi diretti, alternati a poche indicazioni ambientali e di scena, come se si trattasse di una vera e propria sceneggiatura teatrale. A potenziare l’esperienza di lettura sta il fatto che in lingua originale è possibile anche fruire dell’interpretazione vocale di un intero cast di attori che interpretano i loro ruoli, coadiuvati da effetti sonori speciali e colonna sonora di sottofondo. Un’esperienza immersiva che, pur coi debiti distinguo, potrebbe corredare anche la lettura dell’edizione italiana.
Se è vero che il protagonista assoluto della storia è indubbiamente Dooku, che conosciamo nelle prime fasi come giovane apprendista che ancora deve essere selezionato come Padawan, un ruolo quasi altrettanto importante è quello di Asajj Ventress, la sua longa manus/assassina per antonomasia, che segue un suo percorso personale all’interno della storia e funge in un certo senso da “cornice” dell’opera letteraria: incaricata da Dooku di compiere una missione speciale, per prepararsi alla missione in questione studia una lunga serie di messaggi registrati appartenenti a varie epoche passate della vita del Conte. E con quei messaggi ha inizio l’esplorazione del passato.
Senza entrare nel dettaglio delle vicende e lasciandone la scoperta al piacere della lettura, diremo che il tema portante della storia di Dooku è il famoso detto “la via per l’inferno è lastricata di buone intenzioni”. In tutta la prima fase del romanzo sono evidenti l’idealismo e il desiderio di fare la cosa giusta da parte del giovane Dooku, al punto che come lettori ci troviamo a percorrere con lui la strada che lo conduce ad abbandonare gradualmente l’Ordine Jedi empatizzando col suo punto di vista. Contribuisce a questo anche il fatto che Scott mette sul piatto tutti i possibili “incentivi” perché il suo destino si compia, da una famiglia d’origine per buona parte scellerata al lassismo e al cinismo della politica Repubblicana, fino ai segreti e alle ipocrisie che albergano in una parte del crepuscolare Ordine Jedi. Il tutto è orchestrato in una serie di vicende concatenate che spaziano dalle corse aeree ai disastri planetari, dalle indagini nel mondo del crimine di Coruscant allo scontro con un culto del lato oscuro. Narrando una vicenda così rigidamente personale e monotematica sarebbe facile cadere nell’errore della ripetitività o di sviluppare soltanto il filone legato al mondo dei Jedi e della Forza ma Scott, esperto conoscitore della materia starwarsiana, riesce invece a dipingere un mondo variegato, pittoresco, movimentato e sorprendente che affascina per la sua diversità e stravaganza.
Arrivati in fondo al viaggio potremmo dirci effettivamente convinti della bontà e della validità delle scelte di Dooku, ma i capitoli finali sovvertono il punto di vista, ci forniscono un’immagine alternativa della figura del Conte e ci fanno capire la vera portata della sua discesa nel lato oscuro. Un ribaltamento che in realtà ha un senso e una costruzione ben precisa nel corso delle opere precedenti, ma che risulta comunque sconvolgente dopo essersi lasciati irretire e avere empatizzato con la facciata ‘idealistica’ di Dooku.
Lato Chiaro
Cavan Scott è una certezza e anche in questo caso non delude: le scene d’azione sono coinvolgenti, i colpi di scena sono potenti ma plausibili, la caratterizzazione di tutti i personaggi è precisa e azzeccata e c’è un occhio di riguardo quasi maniacale alla continuity: i riferimenti ai personaggi e agli eventi di altre produzioni sono presenti, precisi ma non invadenti. Superfluo a dirsi, svetta soprattutto la caratterizzazione del protagonista, che partendo da un giovane Jedi che è poco più di una “tabula rasa” vediamo raccogliere tassello dopo tassello tutti gli elementi del puzzle che ne faranno il gelido pianificatore che abbiamo imparato a conoscere nei film.
Lato Oscuro
La continuity può essere una benedizione, ma può essere anche una condanna: in varie occasioni, alcune figure che fanno capolino nella vita di Dooku sembrano alludere a un ruolo importante, passato o futuro, nella sua vita, ma di fatto tale ruolo non si concretizza mai, a volte perché già sviscerato in altre opere, altre volte perché probabilmente si lascerà spazio a quella materia in produzioni future. Il romanzo glissa per esempio su ciò che accade dall’abbandono da parte di Dooku dell’Ordine Jedi fino alla sua riemersione come leader del movimento Separatista, fase che invece sarebbe stato molto interessante vedere esplorata in maggior dettaglio. Qua e là affiorano alcune di queste “questioni in sospeso” che lasciano con la voglia di saperne di più. Non inficiano naturalmente il piacere e la lettura del romanzo, ma in un paio di punti trasmettono una sensazione di incompletezza.
Giudizio Finale
Dooku non poteva sperare in un trattamento migliore di quello che gli riserva la penna di Scott. Chi non è abituato al formato dell’audio drama potrebbe impiegare un po’ di tempo ad abituarsi a questa forma narrativa, ma una volta ingranato, il racconto scivola via in modo coinvolgente. I ruoli di alcuni comprimari, come sopra accennato, si rivelano necessariamente frammentari o incompleti, ma è il prezzo da pagare quando ci si muove in una narrazione multimediale condivisa. Ma sia Dooku personalmente che l’ambientazione degli ultimi giorni della Repubblica ne escono tratteggiati in modo vivido, plausibile, avvincente.