Doctor Strange nel multiverso della follia cosa possono imparare i Marvel Studios dal film?
I Marvel Studios possono usare Doctor Strange nel multiverso della follia come un test per impostare il proprio futuro
Non si fanno ricerche di mercato da 200 milioni di dollari. Non si buttano al cinema film con quel budget solo per sondare l’interesse del proprio pubblico per avere toni diversi o per capire se si può insistere un po' di più sulla violenza. Però una produzione può imparare molto dal proprio passato e può fare analisi sui suoi prodotti che vadano oltre al puro dato economico, ma che abbraccino anche lo stile, le aspirazioni artistiche e il posizionamento rispetto alla continuità narrativa. I Marvel Studios non avrebbero potuto costruire il record di Avengers: Endgame se non fossero stati i più bravi ad imparare dai propri film. Per questo Doctor Strange nel multiverso della follia, da poco arrivato su Disney Plus, è più di un semplice sequel. Nelle mani di Kevin Feige e compagnia è diventato anche uno stress test per allargare i confini dell’MCU.
Doctor Strange nel multiverso della follia ha testato la reazione del pubblico all’horror
Doctor Strange nel multiverso della follia si trasforma gradualmente da un film Marvel a un film di Sam Raimi. Pur rimanendo nei confini del PG 13 il film adotta il linguaggio dell’horror di serie B. Ci sono jump scare, inquadrature distorte e un montaggio diverso da quello tipico dei film di supereroi. Abbonda anche la cosiddetta carne da macello, le morti inaspettate di personaggi sacrificabili (che qui, pur avendoli conosciuti per poco, sembravano introdotti per restare oltre un singolo film).
Ragionare sul crollo della seconda settimana
C’è un dato che però non può essere ignorato: il crollo nella seconda settimana di Doctor Strange nel multiverso della follia. Un calo di incassi del 67% sicuramente influenzato dalla relativa delusione rispetto alla quantità di camei, di legami con le future storie che era attesa e dallo scarso gradimento medio del pubblico. È stato un film divisivo, su questo non ci sono dubbi. Bisogna capire se lo sia stato per motivi strutturali (non è piaciuta la trama, l’uso di Wanda come villain) o per l’immaginario horror che da sempre è di nicchia. Non è assolutamente un flop, dato che chiuderà ad un passo dal miliardo di dollari, ma gli è mancata una spinta che sembrava avere grazie agli straordinari risultati delle prevendite.
Le famiglie hanno abbandonato la nave. Generalmente la prima settimana è riservata ai fan duri e puri, quelli che ricevono spoiler dopo poche ore dall’uscita, che fanno parte di discussioni attive online e offline e che hanno visto tutti i film. La seconda vive di più sul passaparola, è quella delle famiglie e del pubblico generico. I Marvel Studios potranno contare sull’accompagnamento dei genitori anche nel caso di Blade o di prodotti altrettanto al limite? Difficile dirlo, ma probabilmente la risposta, se ci si basa Doctor Strange nel multiverso della follia, è no.
Se ciò accadesse perderebbero così un biglietto che vale doppio, se non triplo. Generalmente infatti basta convincere un bambino a guardare un film che questo porta al cinema automaticamente altri componenti della famiglia: ovvero almeno un genitore (ma più spesso due) ed eventuali fratelli o sorelle.
Ha fatto vedere il multiverso, ma non l’ha spiegato!
Spider-Man: No Way Home ha usato il multiverso come uno strumento. Doctor Strange come un luogo. Loki come un mistero. Delle possibilità che offre si conosce tutto. Mentre si sa ancora pochissimo delle regole entro cui si muove. Si pensava che il film avrebbe mostrato molte più dimensioni alternative e che avrebbe messo nero su bianco i “don’t” e i “be careful”. I criteri che seguono gli sceneggiatori, il libretto delle istruzioni dato al pubblico per capirlo e seguire le sue diramazioni. Non è stato così. È evidente che anche in questo caso Kevin Feige abbia rallentato l’immersione per lasciare il tempo di abituarsi all’idea.
Per lo spettatore casuale infatti vedere troppe versioni alternative dei personaggi può generare confusione. Già non è semplice seguire la continuità normale tra cinema e serie tv. Le reazioni a Doctor Strange nel multiverso della follia, insieme a quelle di No Way Home aiutano a bilanciare quanto i creativi possono insistere su quel concetto ed eventualmente costruirci intorno intere saghe.
Se la Marvel dovesse basarsi su Reddit, la delusione dei fan per non avere visto tutto il multiverso atteso, può essere un chiaro semaforo verde per dare il via a più incroci di mondi. Gli spettatori sembrano disposti a “studiare” per capirne il funzionamento. D’altra parte però il gioco dei camei non funziona per tutti: il consenso l’ha trovato il terzo Spider-Man, dove gli altri due Peter erano co-protagonisti con un buono screen time. Gli Illuminati invece sono stati solo un assaggio funzionale al film, ma non replicabile in futuro.
America Chavez e le nuove generazioni hanno ancora tanta strada da fare
Se la strada è quella del multiverso, America Chavez non può che essere alla guida, grazie alla sua peculiare capacità di aprire portali. Xochitl Gomez non si mangia mai la scena rispetto a Benedict Cumberbatch che resta il protagonista assoluto con il suo Stephen Strange. Il post Endgame sta costruendo la nuova generazione di supereroi e i progetti su di loro non sono sul lungo periodo, sono sul lunghissimo!
Doctor Strange nel multiverso della follia insegna però che non tutti i team up escono come quello tra Spider-Man e Iron Man o Occhio di falco e Kate Bishop. I personaggi devono avere lo stesso livello di popolarità (quello di Clint Barton era scarso) e ancora gli eroi che hanno combattuto Thanos restano preferiti dai fan.
Lo stregone, d’altro canto, conoscendo il multiverso ha un nuovo peso nell’MCU. È ormai vicino a quello che era stato Tony Stark: una colonna portante, un mentore e soprattutto il più consapevole di tutto quello che sta succedendo nel livello macro della storia.
Doctor Strange nel multiverso della follia ha insegnato che Sam Raimi è ancora in splendida forma.
Era da Il grande e potente Oz che Sam Raimi non dirigeva un film per il cinema. Era dal 2007 con Spider-Man 3 che non si occupava di supereroi. Un periodo sabbatico che gli ha fatto bene. Perché la sua mano è sempre sicura e sa essere sia funzionale all’intrattenimento e alla grande saga che personale.
Se c’è una cosa che si può dedurre dopo questo e No Way Home è che uno Spider-Man 4 con Tobey Maguire avrebbe più possibilità di essere una grandissima idea invece che un tremendo flop. Sam Raimi è tornato nella scuderia e allora perché non “sfruttarlo” affidandogli altri film? Certo, la questione è in seno anche alla Sony di Amy Pascal e non solo ai Marvel Studios di Kevin Feige, però è uno di quei dilemmi felici che tanto piacciono agli studi.
Invece, di altro tenore, le riflessioni rispetto all’impronta autoriale nell’MCU. C’è stato anche Eternals, diretto dal premio Oscar Chloe Zaho, che ha spaccato in due i fan, ma anche la critica. I cambiamenti fanno più fatica ad essere accettati. C’è da chiedersi quanto si può variare la formula di successo senza compromettere l’affetto del pubblico. Soprattutto: la Marvel sarà in grado di trovare una seconda formula, diversa, che possa rinfrescare il prossimo decennio di storie, che sia altrettanto significativa?
Doctor Strange è stato un secondo importante tentativo. Difficile intuire quali conclusioni trarranno. C’è bisogno di novità e i Marvel Studios possono permettersi di cambiare mantenendo un seguito abbastanza garantito. Quindi è giusto che in questa quarta fase sperimentino, trovino un nuovo stile e ritornino ad imparare dai rischi che hanno corso e dalle novità che hanno introdotto per garantirsi ancora (almeno) un decennio al massimo della forma.