Disneyland Paris: dopo il lockdown, ritorna la magia | Reportage
Abbiamo visitato Disneyland Paris a pochi giorni dalla riapertura: il rispetto delle norme di sicurezza c'è, e anche la magia
Per la prima volta nel corso dei quasi 100 anni di storia della Disney i sei parchi (Walt Disney World a Orlando, Disneyland in California, Parigi, Tokyo, Shanghai e Honk Hong), che rappresentano più del 40% del fatturato aziendale, hanno chiuso i cancelli per più di quattro mesi riportando nel mese di maggio perdite per oltre 1.4 miliardi di dollari.
LE MISURE IN VIGORE A DISNEYLAND PARIS
Il 20 luglio, dopo che i governi francese e inglese hanno concordato l’eliminazione delle due settimane di quarantena in ingresso, siamo partiti da Londra in Eurostar, diretti a Parigi. Arrivati alla stazione di Disneyland Marne-la-Vallée ci siamo diretti in albergo per posare le valigie, abbiamo scelto uno degli hotel Disney a tema Toy Story che è collegato al parco tramite un percorso a piedi così da evitare di dover prendere il pullman, tagliando quindi il più possibile le opportunità di contagio.
Prima di tutto indossare la mascherina è obbligatorio (sono esenti i bambini al di sotto degli 11 anni) in tutta la proprietà: sia al chiuso (hotel e attrazioni), sia all’aperto (nel parco e al Disney Village). La rimozione della mascherina è permessa solo per mangiare nelle aree dedicate alla ristorazione (non si può mangiare passeggiando per il parco) e per bere. Il nostro consiglio? Se trovate irritante la mascherina anche solo quando andate a fare la spesa, quest'avventura non fa per voi. Eccezioni non sono ammesse e la Disney si riserva il diritto di mandare via un ospite dal parco se non aderisce alle regole per la sicurezza dei visitatori e dei cast member.
Parate e spettacoli serali sono sospesi, mentre l’esperienza dell’incontro con i personaggi Disney ha cambiato modalità con l’introduzione di postazioni fisse nel parco chiamate selfie spots, dove gli ospiti possono, a debita distanza, farsi fotografare con i loro personaggi preferiti. Niente abbracci, insomma.
[caption id="attachment_440419" align="aligncenter" width="1000"] L'unico spettacolo è all'ingresso di Disneyland[/caption]
Ai controlli d’ingresso non viene misurata la temperatura (a differenza di Walt Disney World), ma il gel per le mani è presente subito dopo il metal detector e i cast member si assicurano che tutti ne facciano uso prima di entrare nel parco. Una volta dentro, se si arriva entro le 10.30 (alloggiando in un hotel Disney si può entrare già dalle 8.30), sulla balconata della stazione del treno si svolge l’unico spettacolo della giornata con i personaggi che salutano gli ospiti al loro ingresso nel parco. C'è da dire che è stato emozionante rivedere Topolino, Minnie, Pippo, Pluto e compagnia: una scena famigliare che ci ha dato un senso di ritorno alla normalità nonostante i 28 gradi e la mascherina sulla faccia.
Per garantire la sicurezza dei visitatori, la Disney ha drasticamente ridotto la capacità del parco. La sensazione che si prova nei primi dieci minuti è quella di essere sopravvissuti a un attacco alieno: è decisamente surreale camminare per una Disneyland così vuota. Da quello che abbiamo capito, parlando con i cast member, la Disney ha ridotto la capacità del parco a un terzo. Dopo un primo momento di spaesamento, però, arriva la consapevolezza che probabilmente non riavremo mai l’opportunità di goderci il parco in modo così “intimo”: ecco quindi che siamo partiti alla volta dell’Hyperspace Mountain!
L'HYPERSPACE MOUNTAIN
Prima sorpresa della giornata: l’attesa per una delle attrazioni più famose e visitate del parco? Solo 5 minuti.
Chiunque abbia messo piede a Disneyland almeno una volta sa che 5 minuti di attesa sono impensabili anche per ordinare un caffè a Starbucks, ma in questa nuova realtà i tempi di attesa vanno da 5 a 20 minuti, a eccezione della Crush Coaster ai Walt Disney Studios che va dai 25 ai 45 minuti. All’interno del percorso di ogni attrazione è chiaramente marcato sul pavimento dove non si deve stare per mantenere la distanza dai visitatori in fila davanti e dietro. Durante la nostra esperienza abbiamo notato come la stragrande delle persone abbia aderito alle regole in maniera ligia, sia per quanto riguarda le mascherine che per quanto riguarda il distanziamento. Nei pochi casi in cui qualcuno era troppo vicino, appena gli veniva fatto notare si spostava senza dar luogo a discussioni. All’entrata, alla fine del percorso in fila e all’uscita di ogni attrazione c’è il gel per le mani; inoltre i cast member igienizzano accuratamente e regolarmente le superfici delle attrazioni.
[caption id="attachment_440420" align="aligncenter" width="1000"] In questo periodo, ovviamente, a Disneyland Paris le attese sono molto brevi[/caption]
L'uso della mascherina è stato fastidioso in particolare nella prima parte della giornata, ma presto l'abitudine prende il sopravvento. La sensazione più strana è stata sull’Hyperspace Mountain, dove poco prima della partenza abbiamo temuto di soffocare dalle grida con la mascherina... ma siamo sopravvissuti!
DISNEYLAND PARIS IN SICUREZZA
Sono stati quattro giorni meravigliosi. Dopo quattro mesi di lockdown ci voleva un po’ di magia e di fantasia, una fuga dalla realtà in sicurezza. Ci siamo divertiti, abbiamo comprato un po’ di merchandise del film di Mulan che ancora non è uscito, abbiamo passato le nostre serate al Disney Village in un’atmosfera rilassante, con musica, buon cibo e tante risate, siamo riusciti a fare un po’ di esercizio fisico la mattina presto prima dell’apertura correndo per il pacifico percorso che porta al parco nella solitudine più totale.
La domanda che ci siamo posti spesso tra di noi è se ci sentissimo in pericolo di contagio durante il nostro soggiorno, e la risposta è stata sempre la stessa: no. Non perché siamo degli incoscienti, ma perché in effetti le misure messe in atto dalla Disney vengono fatte rispettare con molta attenzione dai membri della sicurezza e dai cast member. Proprio uno dei membri dello staff, una ragazza italiana, ci ha detto di essere molto felice di essere ritornata a lavorare, e pensa che l’azienda abbia preso le giuste misure per mantenere la sicurezza dei cast member e quella degli ospiti, specialmente se tutti rispettano le regole. La paura per le conseguenze di un'eventuale seconda ondata c’è: lei stessa pensa che non sia sostenibile mantenere tutti i posti di lavoro se il parco dovesse richiudere per un lungo periodo di tempo. Disneyland Paris conta 15.000 dei 130.000 impiegati che lavorano nei parchi Disney in tutto il mondo. Il lockdown ha rallentato anche i lavori in corso ai Walt Disney Studios per la creazione di tre nuove aree e cioè Campus Avengers (apertura prevista per l’estate 2020, ma slittata a causa del coronavirus), Star Wars e Frozen’s Arendelle (che non apriranno prima del 2023/2025).
In conclusione, per quello che abbiamo potuto sperimentare Disneyland Paris è decisamente stata in grado di adattarsi ai tempi, dandoci un’esperienza magica e in sicurezza nonostante le sfide del Coronavirus.