In difesa delle edizioni remastered
Prima di criticare il prossimo titolo in edizione remastered pensiamoci due volte
In ambito cinematografico, rimasterizzazioni e restauri sono ormai all'ordine del giorno. Pratiche che vengono accolte (quasi) sempre e solo in chiave positiva. Una rimasterizzazione cinematografica di qualità non può prescindere dallo stato del supporto originario. Nel caso delle pellicole l'operazione di restauro diventa urgente perché ci troviamo di fronte a oggetti analogici, concreti, destinati al deperimento. Il restauro si pone quindi il duplice obiettivo di salvare il supporto e il suo contenuto, ma anche di riportare il film alla sua condizione originaria. Un lavoro scientifico e certosino, che permette di risalire al film com'era stato pensato in principio. Il Nosferatu di Murnau, per esempio, non era in bianco e nero ma colorato tramite viraggi e imbibizioni. I restauri del film hanno tenuto conto anche di questo elemento.
I videogiochi sono opere che nascono in digitale, per cui il restauro – classicamente inteso – non è necessario. Il codice binario non si deteriora: Space Invaders appare oggi come appariva nel 1978. Il problema, semmai, sta nell'obsolescenza tecnologica delle piattaforme, ma questa è un'altra storia. Di restauro videoludico, insomma, non ha senso parlare. Di rimasterizzazioni, a quanto pare, sì.
[caption id="attachment_157829" align="aligncenter" width="600"] Day of the Tentacle - screenshot[/caption]
Le remastered convincono maggiormente quando riguardano giochi lontani nel tempo. Comprensibile: ha più senso riproporre un gioco vecchio che un titolo recente. Una consapevolezza storica investe improvvisamente gli appassionati. Ma ha davvero più senso riproporre un gioco vecchio che un titolo recente? La risposta si può riassumere con un'altra domanda: qual è l'utilità di una remastered?
"La rimasterizzazione si trasforma in un atto di valorizzazione"La maggior parte dei titoli rimasterizzati si limita ad aggiornare il comparto tecnico. La grafica si converte all'alta definizione; le texture vengono migliorate o sostituite; gli effetti di luce potenziati. L'opera finale si adatta alla sensibilità e alle esigenze estetiche del pubblico contemporaneo, senza che il materiale di partenza venga stravolto. Per quello ci sono i remake. Una rimasterizzazione rende più gradevole – di conseguenza più accessibile – un gioco. La rimasterizzazione, in altre parole, si trasforma in un atto di valorizzazione: promuove la diffusione di un'opera che ha già concluso il suo ciclo commerciale. Riesce a far esperire a un giocatore contemporaneo sia Day of the Tentacle che Final Fantasy XII, al neo acquirente di PlayStation 4 sia The Last of Us che The Elder Scrolls V: Skyrim. Si potrebbe dire che le remastered, così come le collection, siano strumenti di preservazione e recupero della memoria storica.
[caption id="attachment_157828" align="aligncenter" width="600"] Final Fantasy XII - screenshot[/caption]
Non c'è motivo di accogliere con gioia la remastered di Day of the Tentacle e di rifiutare invece quella di The Last of Us. Ci sarà qualcuno che beneficerà di entrambe le opere, che riscoprirà il passato – vicino o lontano che sia – grazie a quei due titoli. La prossima volta che vorrete lamentarvi di una remastered, insomma, pensateci bene.