I Diari di Márta Mészáros: su ArteKino Classics una trilogia tra autobiografia e Storia

Su Artekino Classics è disponibile la trilogia dei Diari di Márta Mészáros, dove vicende private si intrecciano con la Storia dell'Ungheria

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Se i riferimenti alla rivoluzione ungherese che Nanni Moretti fa nel recente Il Sol dell'avvenire vi hanno incuriosito, e volete saperne di più sulla Storia di questo Paese, non perdete la trilogia autobiografica di Márta Mészáros. Diario per i miei figli, Diario per i miei amori, Diario per mio padre e mia madre sono disponibili gratuitamente su arte.tv all'interno della rassegna ArteKino Classics. Scopriamoli insieme.

La regista e il contesto storico della trilogia

Nata a Budapest nel 1931, esiliata in Unione Sovietica, Márta Mészàros torna in Ungheria dopo la morte del padre, lo scultore Làszlo Mészàros, vittima nel 1938 delle purghe staliniane, e della madre,
scomparsa durante la guerra. Dopo aver studiato cinema a Mosca, negli anni Sessanta inizia un’affascinante serie di ritratti di donne, divenendo una pioniera del cinema femminista e una delle voci più importanti del cinema dell'est Europa. Nel 2021, all’età di 90 anni, ha vinto l’European Film Awards alla carriera.

Quella dei Diari è trilogia autobiografica in cui Márta Mészàros ripercorre il viaggio di un’orfana che affronta con coraggio il terrore della repressione sovietica. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'Ungheria combatte al fianco di Germania e Italia. Al termine del conflitto, il regime filo-nazista viene rovesciato e il Paese è invaso dall'Armata Rossa, entrando così nell'area d'influenza dell'Unione Sovietica. Il 23 ottobre 1956 ha inizio la rivoluzione e il 1º novembre l'Ungheria esce dal Patto di Varsavia. Tre giorni dopo, l'esercito sovietico invade il Paese e la protesta viene repressa con oltre 3.000 vittime.

Storia privata e Storia pubblica

La trilogia di Mészàros è dunque l'occasione per riscoprire una delle pagine più oscure della Storia europea del secondo dopoguerra, attraverso film dal forte valore socio-culturale oltre che cinematografico. Vicende private e pubbliche si intrecciano perfettamente nelle tre opere, come analizza Kat Sachs:

I film si basano sugli anni della formazione di Mészáros e includono analogie con i destini dei suoi stessi genitori. La sua pratica artistica riecheggia quella del padre, mostrando un impegno simile verso il realismo sociale (o socialista) e l'espressione di se stessi.

Per Mészáros, l'abbandono o l'oblio dei genitori rispecchia l'esperienza dell'abbandono o dell'oblio dello Stato. Non è solo figlia dei suoi genitori, ma anche figlia dell'Ungheria. Il suo lavoro affronta il modo in cui lei e i suoi compaesani sono stati abbandonati, sottoposti a condizioni di vita squallide e a punizioni che andavano dal carcere all'esecuzione, a seconda del regime. In generale, il tema dell'abbandono - spesso presente nei film di Mészáros attraverso il rapporto tra genitori e figli - è una metafora appropriata dei modi in cui gli ungheresi erano alla mercé dei loro governanti. Il metodo del collettivismo forzato del blocco orientale aveva prodotto una cittadinanza solitaria e disarticolata.

Diario per i miei figli

Il primo film della trilogia, Diario per i miei figli, ha come protagonista Juli, una giovane che, rimasta orfana dopo la morte dei genitori, esiliati in Russia e fucilati durante le purghe staliniane, torna in Ungheria per essere cresciuta da una zia con una fede assoluta nei valori comunisti. La ragazza però lotta per diventare una donna indipendente, rispettando i valori politici e sociali sostenuti dai suoi defunti genitori.

Vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 1984, il film viene descritto dal Los Angeles Times come "uno di quei film cupi, belli e profondamente coraggiosi che caratterizzano il cinema dell'Europa orientale al suo meglio."

Diario per i miei amori

Nel secondo capitolo, ritroviamo Juli a diciotto anni, mentre vive in una stanza in subaffitto e lavora in una filanda ma ha un solo sogno: diventare regista. Con l’aiuto della zia Magda, la ragazza ottiene una borsa di studio a Mosca per studiare cinema. In seguito alla morte di Stalin, torna in Ungheria per preparare il suo film di laurea, ma la rivolta del 1956 la costringe a fare dei compromessi.

Uscito nel 1987, Diario per i miei amori ha vinto l'Orso d'argento per il miglior contributo singolo al Festival di Berlino. "Diario per i miei amori sembra un titolo ironico, dal momento che le relazioni amorose sono quasi accessorie al film. Ma Mészáros intende per amori i suoi ideali, soprattutto il suo impegno per la verità. In questa seconda parte del suo diario intende anche raccontare l'epoca turbolenta dell'Ungheria postbellica che ha plasmato la coscienza di tutta la sua generazione" (Steven Kovács, Jump Cut).

Diario per mio padre e mia madre

La trilogia si conclude nel 1990 con Diario per mio padre e mia madre. Nell’ottobre del 1956, Juli cerca di lasciare Mosca e di tornare a Budapest, dove suo zio, Janos, è attivamente coinvolto nella rivolta contro l’occupazione russa. La ragazza riesce finalmente a tornare in Ungheria e contesta la versione ufficiale della "controrivoluzione". Cerca di filmare tutto, mentre la vita di Janos è messa in pericolo.

Il film è dunque il punto d'arrivo di un'estetica che "combina le forme opposte di documentario e finzione; l'estetica e la narrazione del film diventano una nozione di cinema come arte, intrattenimento e registrazione. Lo stile quasi documentaristico e l'inclusione di filmati d'archivio sono un chiaro riflesso dei precedenti film di Meszaros. Tutto questo è trasmesso dalle raffinate performance attoriali, che ricordano il lavoro di Rossellini nel neorealismo italiano" (Meredith Taylor, FilmUforia).

Come vedere i film di ArteKino Classics

Tutti i titoli della rassegna sono visibili sulla piattaforma streaming europea arte.tv, in Italia disponibile gratuitamente al sito arte.tv/it, che propone la versione sottotitolata di un’ampia selezione del catalogo di Arte, costituito da tutti i generi audiovisivi di carattere informativo e culturale: documentari e reportage, serie, programmi di infotainment, musica e spettacoli dal vivo.

I titoli sono visibili anche sulle applicazioni arte.tv per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili e sul servizio tivùon di Tivùsat.

Articolo in collaborazione con ArteKino Classics

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