Di cosa parla veramente Gremlins?

Gremlins raccoglie tre ansie generazionali diverse, una per ogni nome che hanno le sue creature e parla del mondo che cambia

Condividi

40 anni fa arrivava nelle sale americane Gremlins. Doveva essere il film di Natale di quell’anno, da qui la sua ambientazione festiva. La Warner Bros si era accorta troppo tardi di non avere un titolo per rivaleggiare durante l'estate, perciò anticipò il film di Joe Dante. Fu una fortuna, dato che divenne uno degli incassi più sostanziosi del 1984 grazie al passaparola. Gremlins fece molto altro quell’estate: insieme a Ghostbusters e Indiana Jones e il tempio maledetto spinse al limite il concetto di film per famiglie. Spielberg lottò, facendosi forza anche con questa commedia nera da lui prodotta, per modificare il sistema di valutazione della MPAA, l’associazione che si occupava dei rating dei film. Si inventò il PG-13 per accogliere in sala queste opere che sarebbero state vietate; una forma intermedia tra il film per tutti e il primo divieto ai minori. È oggi il rating su cui cadono la maggior parte dei film.

Perché i Gremlins hanno portato questo scompiglio dentro e fuori dal cinema? Perché il film fa, in effetti, un bel po’ di paura (guardatelo con gli occhi di un bambino dell’epoca, non con lo sguardo cinico di oggi!). Ma soprattutto perché Gremlins è molto di più di quello che sembra.

Tra parodia, suggestioni e originalità

La prima cosa che salta all’occhio di Gremlins è la sua divisione nettissima in sequenze. Ci sono blocchi di racconto che potrebbero essere estrapolati dal film e diventare un corto a parte con qualche modifica. Tutta la prima sezione, in cui l’inventore Rand Peltzer si trova a Chinatown da venditore e finisce per diventare cliente acquistando un Mogwai, è da film natalizio. Uno di quelli in cui il protagonista deve tornare dalla famiglia in tempo per le feste.

Quando Gizmo viene portato nella casa Peltzer il film si traveste da commedia educativa per bambini. C’è un nuovo arrivato in famiglia, più di un animale, meno di un fratellino. Però bisogna imparare ad “aggiungere un posto a tavola” anche se fa le marachelle. Ci sono delle regole da rispettare!

Le cose vanno storte e Gremlins mette l’acceleratore. Si trasforma in un’avventura giovanile, con un po’ di romanticismo; tocca la parodia di tantissimi generi (tutta la scena nel bar è una festa di citazioni da Flashdance ai noir degli anni ’50) e si ferma sulla commedia horror. 

Cinema che cita il cinema

In mezzo c’è una sezione che è puro metacinema. Tutto Gremlins, a dire il vero lo è. Il Billboard di Rockin' Ricky Rialto è una parodia di Indiana Jones. C’è una scena in cui Rand Peltzer chiama il figlio da un telefono in un convegno di inventori che sembra fatta solo per metterci più citazioni possibili. In pochi secondi compaiono Robby il robot de Il pianeta proibito, la macchina del tempo di H.G. Wells e Spielberg stesso fa un cameo.

C'è il cinema nei poster della camera di Billy, compare pure una bambola di E.T e i gremlin citano il celebre “telefono casa”. Ma soprattutto c’è Biancaneve e i sette nani che risolve la situazione. La sala cinematografica che proietta il film attira tutti gli indisciplinati mostriciattoli capitanati da Ciuffo Bianco. Romperanno la parete, o meglio, lo schermo bianco, per sottolineare ulteriormente la natura autoriflessiva del film.

Gremlins e il sogno americano 

Gremlins parla anche del consumismo e del sogno americano. L’ambientazione natalizia rende questo ragionamento squisitamente semplice. 

Mentre alcuni aprono i pacchi dei regali ci sono altri che si aprono le vene”. Così Kate dice a Billy. La ragazza, che ha un ricordo tragico del Natale, è con la sua “depressione festiva” un gancio per aprire gli occhi. Lei vede bene il paradosso delle feste. Per essere felici e sereni ci si affanna nell’ansia! Gremlins è un film di Natale contro il Natale. Tanto che non si fa problemi a svelare che Babbo Natale non esiste, descrivendo una morte tragica (altro che film per famiglie con animaletti simpatici!). 

In parallelo c’è Rand Peltzer che protagonista proprio non è, ma è il personaggio migliore. Attraverso le sue invenzioni incarna il sogno americano di successo con il duro lavoro. È cartoonesco (quante le citazioni dal mondo dell’animazione persino nei suoni) per come riesce a costruire macchinari complicatissimi e a farli funzionare solo per qualche settimana però. L’uomo è sì geniale, ma non abbastanza. 

Le ansie generazionali

Joe Dante con la sua commedia racconta anche vari tipi di ansie generazionali. Ognuna è rappresentata da un nome diverso per le creature.

Gremlin. I Gremlin sono creature del folklore formatosi all'interno alla Royal Air Force britannica. Sono piccole creature colpevoli dei malfunzionamenti degli aeroplani. Fu Roald Dahl a scriverne e a farli conoscere. Il personaggio di Murray Futterman, ex aviatore della seconda guerra mondiale in piena paranoia da Gremlin rappresenta bene un incrocio tra lo scrittore e i soldati ordinari, con il loro trauma della guerra. Quelle creature incarnano l’ansia del caos, della maleducazione che riporta la violenza nelle strade.

Mogwai. I mogwai, dal nome esotico, sono una paura inconscia di Rand Peltzer e della sua generazione. In un mondo globalizzato i prodotti americani sono sostituiti da quelli cinesi (non a caso Gizmo viene preso a Chinatown). Il consumismo senza controllo, la straordinaria capacità (ri)produttiva degli avversari fanno paura agli uomini che si dicono in carriera ma, in fondo, anche loro sono appesi a un filo. È un attimo essere messi da parte. Con questo timore passa al figlio la creatura. Cosa saprà farne la nuova generazione? Saprà adottarlo, invece che opporsi?

Gizmo e Ciuffo Bianco. Per Billy e Kate, due giovani adulti, Gizmo e Ciuffo Bianco sono il bivio della crescita, quello che vorranno fare da grandi. Essere buoni, rispettando le regole (Gizmo è impeccabile in questo), o continuare con la ribellione? La risposta al dilemma viene dalla terza ansia generazionale rappresentata dal film: quella ecologica.

Un film ecologista

I mogwai si moltiplicano come i baby boomer. Più sono più distruggono. Ci verrà detto alla fine da Wing (il padrone originario di Gizmo) in maniera piuttosto esplicita che le creature sono una metafora dei doni della natura. “Da un piccolo gremlin derivano grandi responsabilità”, solo che l’uomo non è ancora in grado di prendersele. Capirà forse, con il tempo, Billy. Suo padre no. È troppo stritolato dalla corsa “produci-vendi-consuma” per potersi fermare. 

Così Joe Dante, Chris Columbus e Steven Spielberg hanno fatto un classico. Puntando tutto sugli strati. Il fatto che Gremlins cada così bene nel nuovo visto di censura “di compromesso” ne è la prova. Ce n’è per tutti: l’incartamento è quello di un film natalizio. Strappata la superficie si trova il regalo: una satira nera sul consumismo sfrenato, un po’ depressa e arrabbiata. È nato così un film che si trasforma continuamente sotto gli occhi. Proprio come i suoi Gremlin.

BadTaste è anche su TikTok, seguiteci!

Continua a leggere su BadTaste