Destiny 2 mi ha reso felice dell'aver dato una seconda possibilità alla serie di Bungie
Vi raccontiamo il primo impatto, decisamente positivo, con la versione definitiva di Destiny 2
Non ero solo un visionario: allora Bungie prometteva che il gioco sarebbe stato estremamente godibile in singolo, assicurando che l'esperienza che se ne sarebbe ricavata sarebbe stata senz'altro paragonabile a quella delle campagne degli altri FPS dell'epoca. Affermazioni che erano solo occasionalmente mitigate da qualche “but”, “still”, ma che in sostanza nutrivano le speranze di chi, come me, era poco interessato al multiplayer. Un castello di bugie, ora possiamo dirlo, spazzato via dalla realtà dei fatti, e poco conta che effettivamente fosse questa l'intenzione originale, non realizzatesi per le molteplici problematiche incorse nel corso dello sviluppo, svelate da Kotaku in un recente, interessante articolo mai commentato in via ufficiale né dal team di sviluppo né dal publisher, Activision. Al momento dell'uscita di Destiny il mio hype, che come detto si era già abbassato in maniera drastica, ebbe un piccolo sussulto verso l'alto, le prove della critica e dei giocatori lo distrussero senza possibilità di resurrezione. Semplicemente non era il gioco per me, debolissimo per colui intenzionato a fruirne per la maggior parte da solo, con una storia che per nulla rendeva giustizia al suo clamoroso background artistico e concettuale.
Perché allora ho scelto di occuparmi di Destiny 2, di dare una seconda possibilità alla serie? La prima ragione è legata a motivazioni squisitamente editoriali, sono attualmente quello maggiormente in grado di gestire una certa dose di contenuti sul gioco. La seconda la potete immaginare, le varie rassicurazioni sull'aver rimediato alle mancanze del primo episodio, su tutte la scarsità di contenuti per il giocatore un po' asociale, mi hanno convinto, e posso affermare già da ora, con varie ore di gioco all'attivo ma ancora tantissime altre che mi aspettano, che non sono state vane, che alle parole sono seguiti i fatti. Al momento mi sto divertendo, molto, seguendo le missioni della storia principale, combattendo razze aliene ed esplorando le varie aree che il gioco propone nei panni di un Cacciatore che ha come arma preferita il Cannone portatile (un revolver di generosa gittata), appartenente alla sottoclasse Fulminatore, quindi in grado, caricata l'apposita barra, di tirar fuori un bastone col potere del fulmine, col quale fare scempio dei nemici.
"Quel meraviglioso universo che avevo immaginato al momento dell'annuncio del primo Destiny inizia davvero a intravedersi"[caption id="attachment_177246" align="aligncenter" width="600"] Nessus è uno spettacolo per gli occhi[/caption]
Quanto più mi ha convinto finora, al netto di tutte le considerazioni sulla qualità dell'opera videoludica nel suo complesso, che arriveranno nei prossimi giorni, è quindi stata la capacità da parte di Bungie di rimediare alle mancanze più evidenti del predecessore. Ma non solo: Destiny 2 sembra già essere, senza espansioni, DLC e quant'altro, una visione molto più compiuta e coerente di quanto presentato nell'ormai lontano febbraio 2012 rispetto al frammentato primo capitolo. E' probabile che il suo valore aggiunto risieda ancora nelle attività multigiocatore, ma il suo cuore di opera videoludica profonda, complessa e solida in ogni aspetto sembra pulsare allo stesso modo.