Destiny 2, Fortnite e le nuove feste comandate dai videogiochi | Speciale

Nel mondo di domani non sarà solo il calendario a “comandare” le feste, ma ci penseranno anche Destiny e Fortnite a ricordarci cosa e quando festeggiare

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Dopo gli addobbi, le luci e la neve, in occasione di Natale, la Torre di Destiny 2 si è vestita a festa un’altra volta in occasione dei Giorni Scarlatti, evento che dall’11 al 18 febbraio ha omaggiato l’amore, l’amicizia, San Valentino per intenderci.

Molte le attività connesse a questa breve parentesi rosa. Tutti gli utenti attivi dello shooter di Bungie hanno potuto prendere parte a specifiche modalità pensate per l’occasione nel Crogiolo. Una volta trovato il proprio partner, amico o sconosciuto pescato dalla rete che fosse, Doppietta Scarlatta, come il titolo lascia intendere, ha proposto scontri PvP due contro due, con tutta una serie di bonus e malus ad attivazione automatica a seconda della vicinanza, e di contro alla lontananza, dal proprio compagno.

Riunione, Separazione e Vendetta, temporaneo power-up di attacco e difesa ottenibile ogniqualvolta che il proprio compagno andava al tappeto, si sono rivelate feature ben integrate al contesto dei Giorni Scarlatti, meccaniche che hanno effettivamente incentivato la cooperazione, la collaborazione, la comunicazione tra i membri del team.

Difficile sia sbocciato l’amore tra sconosciuti, una passione forgiata dal fuoco di mille scontri e partite vinte. Di certo Bungie ha dato prova, per l’ennesima volta, di saper declinare le meccaniche di Destiny 2 agli eventi, alle ricorrenze che occorrono al di qua dello schermo.

Tra cuori da collezionare e nuovo equipaggiamento da ottenere, il game as a service che strega ormai da diversi anni milioni di videogiocatori ha saputo offrire l’ennesima occasione speciale alla sua community, un evento che, naturalmente, non ha fatto altro che concentrare un pubblico ampissimo, attratti dalle ricompense messe in palio in relazione al poco tempo a disposizione per ottenerlo.

Questo, a ben vedere, non è affatto un dato di poco conto. Già l’alternarsi delle Stagioni concorre ad infondere nel pubblico un certo grado di urgenza, ad innescare la sinistra e persistente sensazione di doversi sbrigare per avere modo di sbloccare tutto lo sbloccabile, prima dell’inesorabile azzeramento dei server. Naturalmente è una strategia commerciale utile sia per avere introiti fissi dai fan più sfegatati, che a cadenza regolare acquisteranno il season pass, sia, soprattutto, per assicurarsi un’assidua presenza di Guardiani, poco inclini a spendere il loro tempo con altri giochi che, senza scadenze particolari, possono completare anche in un secondo momento.

Del resto, si tratta di una strategia cavalcata da altri giochi simili, Fortnite in primis. In occasione di Halloween, per esempio, l’isola centrale del famoso battle royale, è stato teatro di violenti scontri contro famelici zombie, piccola variazione sul tema che ha regalato ulteriore brio ad un gioco già di per sé tutt’altro che refrattario a piccole modifiche e novità.

Come dimenticare lo show legato a Star Wars: L’Ascesa di Skywalker? Per chi non ne avesse memoria, a pochi giorni dall’esordio nelle sale della pellicola diretta da J.J. Abrams venne indetto un evento, unico e irripetibile, incentrato proprio sul franchise di Disney. Come scoprirono i numerosissimi utenti che avviarono Fortnite nei tempi prestabiliti, venne mostrata in game una clip del film, con tanto di arrivo in pompa magna di una copia digitale dello stesso regista a presentare e presenziare l’evento.

Un’operazione di marketing senza precedenti, insomma, utile sia ad Epic Games per tenere incollati al gioco centinaia di migliaia di appassionati; sia a Disney per dialogare, in un modo quanto mai innovativo, con lo stesso target di giovanissimi nerd a cui il lungometraggio era principalmente rivolto.

La contemporaneità ci ha insomma donato giochi perennemente connessi alla rete che dialogano in qualche modo con la realtà fisica, con la vita di tutti i giorni di chi li fruisce. Lo fanno, naturalmente, per sostentarsi economicamente, per arricchire le software house responsabili. Eppure, al tempo stesso, grazie a questo meccanismo creano contenuti unici, per quanto effimeri come le feste e le occasioni a cui si rifanno.

Doppietta Scarlatta ha tradotto la celebrazione dell’amore in un legame necessario e fondamentale per vincere la partita. L’evento in Fortnite collegato a Star Wars ha forse segnato un punto di svolta per il product placement nei videogiochi.

In un mondo sempre più connesso, in un’industria, quella videoludica, che sta conoscendo una rapida esplosione ed evoluzione dei game as a service, per quanto sia difficile prevedere il futuro sembra ormai certo che in un domani non troppo lontano, oltre ad addobbare l’albero di Natale del proprio salone, dovremo preoccuparci di farlo anche in Destiny o in qualche mondo virtuale per sbloccare gustose ricompense o per assistere all’esclusivo concerto di una Mariah Carey perfettamente riprodotta virtualmente, con tanto di vento costante a scompigliarle dolcemente la chioma.

Nel mondo di domani, insomma, non sarà solo il calendario a “comandare” le feste. Ci penseranno anche Destiny e Fortnite a ricordarci cosa, quando e per quanto tempo festeggiare. Ciò potrà anche apparire distopico, certamente, ma è un passaggio obbligato per un medium che da semplice passatempo si sta lentamente tramutando in fenomeno di massa globale.

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