Denis Villeneuve parla delle sfide più grandi per Dune 2: "Un adattamento è un atto di violenza"

Per Denis Villeneuve la cosa più difficile nell' adattare il libro di Herbert è stato proprio scrivere la sceneggiatura di Dune

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Denis Villeneuve può tirare il fiato e sorridere. Dune: parte due è stato un successo. Con il favore di pubblico e della critica alle spalle sta già scrivendo il terzo capitolo. Sa esattamente come sarà, deve solo metterlo nero su bianco. Nel frattempo però si gode i meme su Javier Bardem - Stilgar e sostiene che il cestino del popcorn del film con la forma di un verme delle sabbie sia stata un’idea di marketing geniale. Tanto che l’oggetto è andato esaurito dopo poco per essere rivenduto a prezzo maggiorato. 

È in questo clima di festa e di leggerezza che il regista è stato Intervistato da The New York Times in occasione del ritorno del film su alcuni schermi IMAX americani. Villeneuve ha già dimostrato di avere una conoscenza profonda del libro di Herbert e dei più reconditi angoli del suo universo. Ammette però che la sfida più complicata per portare Dune al cinema è stata proprio la scrittura della storia. Un processo che richiede alcuni sacrifici, il taglio o la modifica di alcune parti per dare coerenza al film. 

In particolare una delle scelte che più lo allontanano dal libro è quella di avere compresso il terzo atto di Dune: parte due in meno di sei mesi. Lady Jessica partorisce Alia prima dello scontro delle casate, mentre nel film pur essendo in contatto con la figlia è ancora incinta di lei. Con questa decisione Villeneuve ha evitato la situazione del libro, impossibile da rendere per immagini, in cui la bambina ancora molto piccola parla e combatte. 

L’idea era di comprimere il libro in modo che Paul sentisse la pressione per ottenere la fiducia dei Fremen per iniziare a prepararsi, ma non per avere successo, senza avere il tempo di creare una vera guerra. Il tempo è contro di lui.

Le difficoltà per Dune: parte due di Denis Villeneuve

Villeneuve spiega, parlando di Lady Jessica, che il suo volto pieno di tatuaggi è parte di una strategia ben precisa. Il suo corpo diventa uno strumento di suggestione e di propaganda, le scritte sulla pelle servono per ribadire la forza della profezia. 

Il fatto che per tutto il film sia incinta è uno stacco dai cliché cinematografici. Solitamente le donne incinte danno luce al bambino prima della fine della storia. Invece il fatto che non succeda questo con Lady Jessica è una delle scelte di adattamento che lo rende più orgoglioso. Sostiene che, proprio nello stile di Herbert, questo le conferisca un aspetto di potere. 

Chani invece è stata l’arma segreta del regista. Nel libro la sua opposizione a Paul non è così netta. Il suo arco narrativo è stato funzionale per adattare la storia seguendo la volontà di Herbert, cioè dando un contrappunto critico all’ascesa di Paul.

Quando le persone mi chiedono quale sia stata la mia sfida più difficile da affrontare per fare questi film rispondo che è stato scriverli. Per fare questo adattamento abbiamo dovuto prendere decisioni enormi e coraggiose. Una è stata che il primo film doveva essere visto dalla prospettiva di Paul. Non sono riuscito a farlo interamente perché dovevo andare nel lato Harkonnen per introdurli e rendere chiara la storia, ma ho provato a trovare un’elegante semplicità nella struttura della storia. E, francamente, volevo mantenere un po’ di potenza di fuoco per il secondo film. 

Il suono all’inizio di Dune

Entrambi i Dune iniziano con una didascalia pronunciata nella lingua dei Sardaukar. Il suono è stato creato da Hans Zimmer come se arrivasse da un mondo antico o dal profondo. Questo inizio serviva per mostrare come anche i Sardaukar, i più duri e terribili guerrieri della galassia, più oscuri anche dei Fremen, non fossero solo soldati terribili, ma avessero anche una spiritualità e una filosofia. 

Iniziare con un prete Sardaukar è servito a Villeneuve anche a indicare ai fan che avrebbe proceduto con libertà nell’adattamento, che stava dirottando il libro. Sappiamo che non è stato proprio così; questa sua versione di Dune è la più fedele al testo che si sia vista fino ad ora. Però non è da questa intervista che Villeneuve fa trasparire la sua ansia e la sua fatica nell’allontanarsi dalla fonte originale. 

Un’adattamento è un atto di violenza, dice chiedendo perdono a Herbert.  

Fonte: The New York Time

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