Del Toro odia hobbit e draghi?

Hanno provocato forti polemiche delle vecchie dichiarazioni del regista de Lo Hobbit e del suo sequel, che nel 2006 affermava di non amare questo genere di film e personaggi...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Andrew O'Hehir non è certo entusiasta all'idea che Guillermo del Toro dedichi i prossimi quattro anni della sua vita a raccontarci gli antefatti de Il Signore degli Anelli, altrimenti non intitolerebbe il suo pezzo 'Guillermo del Toro to make Hobbit films: Bleah!' (direi che non c'è bisogno di traduzione). Ma il giornalista rivela anche un'informazione molto interessante: a Del Toro le opere fantasy di Tolkien e soci non piacerebbero proprio. La dimostrazione? Una dichiarazione che gli ha fatto il regista durante il festival di Cannes del 2006. "Non sono mai stato appassionato del fantasy eroico, per niente. Non amo i piccoletti e i draghi, così come gli hobbit dai piedi pelosi, non mi hanno mai interessato. Non amo lo sword and sorcery, odio tutta questa roba".

Frasi decisamente impegnative e che non vanno molto d'accordo con le recenti dichiarazioni di del Toro, che invece parla di "un mondo che amo". Il giornalista spiega quelle dichiarazioni "oneste" con un gusto estetico diverso di del Toro, che preferisce certe immagini gotiche e medievali rispetto all'universo tolkieniano, molto legato alle antiche leggende nordiche. Ma come si spiega allora questo cambiamento di opinione? Viene naturale pensare che i possibili guadagni e la fama che si può ottenere con una serie del genere abbiano convinto del Toro a fare una brusca inversione a 180° e non è il caso di scandalizzarsi troppo a riguardo.

Detto questo, credo che l'articolo in questione sia troppo pessimista. Intanto, non si capisce perché due personalità come Jackson e del Toro debbano per forza entrare in conflitto. Sarebbe stata molto più dura con Sam Raimi, che viene da una trilogia che ha ottenuto un successo quasi pari a quella de Il Signore degli Anelli e che avrebbe potuto rivendicare un'autonomia maggiore. E, francamente, penso che il talento visionario di del Toro abbia decisamente bisogno di storie solide, cosa che spesso mancava nelle sue pellicole più personali. Insomma, attualmente credo sia difficile trovare un regista più adatto a questo compito, qualcuno con del talento, ma che non ha ancora ottenuto quei successi che lo renderebbero un po' troppo presuntuoso e pretenzioso, difetti che ho riscontrato in parte nel King Kong di Peter Jackson.

Tuttavia, l'aspetto che più mi preoccupa di questa notizia e della diffusione che ha avuto, è il fatto che ormai bisogna stare attentissimi a dare l'impressione di essere degli appassionati se si vogliono dirigere certe pellicole (tanto che Del Toro ci tiene a ribadire il rispetto e la continuità con l'opera precedente di Jackson). Ma veramente dobbiamo considerare questo come l'elemento più importante? Mi ricordo che, quando Bryan Singer stava preparando il primo X-Men, molti appassionati si lamentarono del fatto che non conoscesse il fumetto prima di lavorare alla pellicola. D'altro canto, i fan di Daredevil erano felicissimi che dietro la macchina da presa ci fosse Mark Steven Johnson, riconosciuto come un grande esperto della materia. Beh, visti i risultati delle due pellicole, verrebbe quasi da pensare che un appassionato al timone è un danno. Ma, molto più probabilmente, la cosa veramente importante è avere talento e voglia di impegnarsi. E non preoccuparsi troppo dei fan, ma solo di fare un buon film...

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