Dave Filoni: punti di forza e lati oscuri del nuovo direttore creativo della Lucasfilm cresciuto da George Lucas

Con la promozione di Dave Filoni a direttore creativo, il franchise di Star Wars prende una direzione più precisa. Ma sarà quella giusta?

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Non ci sono dubbi sull’entità della notizia principale di questa settimana sul fronte starwarsiano: a tenere banco è la nomina di Dave Filoni, showrunner e autore di molte produzioni di Star Wars per il piccolo schermo quali la storica Clone Wars e la recente Ahsoka, a direttore creativo (Chief Creative Officer) per la Lucasfilm. Una nomina che è stata accolta con entusiasmo e applausi da buona parte del mondo degli appassionati, ma non priva di qualche dubbio o perplessità da una parte minoritaria. Cosa significa questo per il futuro della saga? Ha ragione chi acclama l’avvento di Filoni come il punto di svolta risolutivo per le future produzioni stellari, o chi nutre dei dubbi sull’opportunità di questa scelta ha motivo di preoccuparsi? Proviamo a esplorare più in dettaglio gli aspetti del ruolo e della persona nel tentativo di capire meglio cosa ci aspetta.

Il Ruolo di Chief Creative Officer

Inizieremo col dire che l’istituzione di questo ruolo è una buona notizia a prescindere. Anzi, probabilmente è “la” buona notizia che il franchise di Star Wars aspettava. La pecca più ricorrente, quella che una fetta di pubblico non mancava mai di far notare, specialmente a proposito dei controversi Episodi VII – IX, era la mancanza di una visione creativa unitaria che fornisse coerenza e continuità tematica alla storia. Venuto a decadere il ruolo del demiurgo George Lucas, quel vuoto non era mai stato riempito. Ci fosse stato un CCO alla guida del progetto in quegli anni, alcune delle pecche attribuite alle tre pellicole sequel sarebbero probabilmente state risolte alla radice.

In parole povere, il Direttore Creativo tiene d’occhio e tutela le nuove produzioni assicurandosi che a livello di stile, di tematiche e di spirito siano fedeli a quella che è l’essenza della saga di Star Wars. Lo stesso Filoni, illustrando il suo nuovo ruolo, si è definito una sorta di “Consiglio Jedi” a cui autori, registi e produttori potranno fare riferimento nella realizzazione delle produzioni venture. Più prosaicamente parlando, e prendendo a prestito un termine dal mondo del giornalismo, potremmo definirlo un ‘watchdog’, un cane da guardia che si assicuri che le nuove storie non rischino di deviare troppo dai temi e dalle atmosfere imprescindibili per Star Wars. E, come accennato, il fatto che si sia riconosciuta la necessità di una figura del genere è già un grosso passo avanti per la Saga. Detto questo, Filoni è l’uomo giusto al posto giusto? Vediamo.

Un Creativo Cresciuto nella Forza

I punti di… Forza che fanno di Filoni un ottimo candidato a questo ruolo sono molti e non trascurabili. A differenza di molti creativi che si sono avvicendati dietro le macchine da presa negli ultimi tempi, Dave Filoni non si è avvicinato al mondo di Star Wars in tempi recenti. Appassionato della materia fin da giovanissimo, è cresciuto tenendo d’occhio ogni aspetto della saga ed è stato “addestrato” da Lucas in persona, che gli ha affidato la prima opera extra-cinematografica per cui ancora oggi è più noto, la lunga serie animata di Clone Wars che agli occhi di buona parte del pubblico ha riabilitato e nobilitato personaggi e temi della trilogia prequel. Filoni sa indubbiamente cosa è Star Wars, quali sono i temi e le emozioni che una storia di Star Wars deve suscitare e come tradurre lo spirito della saga su schermo.

A questa conoscenza ‘emotiva’ se ne aggiunge una più ‘enciclopedica’ ma altrettanto essenziale. Il regista col cappello da cowboy conosce a menadito storie, personaggi, eventi, alieni, pianeti, retroscena e trivia della galassia lontana lontana, un corpus di nozioni che magari non tutti i creativi devono necessariamente vantare, ma che si rivela indubbiamente prezioso al momento di narrare (o di controllare le narrazioni altrui) ambientate in quello che è ormai un franchise vastissimo.

Il Lato Oscuro del Direttore Creativo

Si accennava tuttavia a qualche preoccupazione che la nomina di Filoni ha suscitato, associata ad alcune sue tendenze non troppo ben viste e affiorate negli ultimi tempi. Per scrupolo di cronaca, andiamo quindi a sviscerare anche gli aspetti meno entusiasmanti del nuovo CCO di Casa Lucasfilm.

  • Più volte Filoni ha dimostrato di non amare il gioco di squadra. L’esempio più eclatante viene dalla sua prima produzione realizzate sotto l’egida Disney, Star Wars Rebels. A oggi accreditata universalmente a Filoni come una sua creazione, è in realtà stata, almeno nella sua prima stagione, il frutto di un pool creativo di più cervelli che vedeva ai posti di comando anche il pregiatissimo Greg Weisman, pezzo da novanta non solo della Disney ma dell’animazione in generale, che vanta nel suo curriculum un capolavoro come Gargoyles. Weisman prima e poi gli altri creativi associati alla prima stagione di Rebels si defileranno quasi immediatamente dalla realizzazione della serie, lasciando il solo Filoni al comando, e senza mai fornire troppe spiegazioni. Un’ombra forse non troppo grave, ma che lascia un po’ di amaro in bocca.

  • Da Rebels in poi, Filoni dà l’impressione di mettere su un gradino più in basso le produzioni firmate dagli altri autori rispetto alle proprie. Le sue produzioni sono infarcite di citazioni e rimandi alle sue stesse produzioni (ed entro certi limiti questo è fisiologico), ma quasi sempre ignorano – e in qualche infelice caso contraddicono palesemente – il lavoro svolto da altri autori, e questa è una pecca più preoccupante, sia perché la regola di considerare canoniche tutte le produzioni Starwarsiane moderne è una regola importante per Lucasfilm/Disney, sia perché è più generalmente indice di poco rispetto e considerazione nei confronti di colleghi e collaboratori. A volte si ha quasi l’impressione che Filoni voglia lanciare un’OPA su Star Wars, marginalizzando o minimizzando tutto quello che non fa a parte (e, perdonateci, ma il consolidamento di questo termine in rete un piccolo brivido ce lo mette) del “Filoniverse”.

  • Vale infine la pena di menzionare la visione della Forza che trapela dalle opere di Filoni. Quella che agli albori della saga era qualcosa di mistico, di sfuggente e di suggestivo, nelle opere Filoniane diventa qualcosa di appariscente e smaccato, molto simile alla magia di Dungeons & Dragons: creature intelligenti, armi magiche, divinità, streghe, non morti e perfino dimensioni alternative e alterazioni temporali, se dobbiamo includere nel novero il famigerato “mondo tra i mondi”. Forse qualcosa di troppo rutilante per un concetto che trovava buona parte del suo fascino nel non visto e nel non detto.

Sempre in Movimento è il Futuro

Concludendo: vincono i pro o i contro? In attesa di vedere il nuovo corso starwarsiano alla prova dei fatti, è giusto rallegrarsi per una mossa di questo tipo. Come si diceva in battuta d’apertura, l’istituzione di questo ruolo, a prescindere da chi lo rivestirà, è un passo avanti importante per il futuro sulla saga. La scelta di Filoni, quasi telegrafata visto il curriculum della figura, è foriera di grandi potenzialità: il regista e autore sa cosa piace al pubblico e agli appassionati, conosce la materia e spesso sa toccare le corde giuste emotivamente per creare trame e situazioni di grande potenza emotiva. Una sinergia tra un ‘custode’ dello spirito Starwarsiano e il contributo creativo di un coro di autori e di sceneggiatori può produrre grandi cose.

Il ‘lato oscuro’ da evitare è che la succitata ‘OPA’ su Star Wars si concretizzi, e che le future produzioni della saga diventino un monopolio, o peggio ancora uno ‘one man show’ Filoniano. Star Wars è e deve essere, specialmente se vuole stare al passo coi tempi, rinnovarsi e coinvolgere un pubblico vasto, una narrazione corale. Abbiamo già visto quanto la saga abbia ancora da dire e da offrire quando una visione personale, anche non del tutto ‘ecumenica’ come quella di Rogue One o di Andor viene lasciata libera di esprimersi con la dovuta libertà. Il rischio da evitare è quindi che il nuovo CCO cada nella tentazione di esercitare troppe ingerenze superflue nelle future produzioni. Trovare il giusto equilibrio tra tutela dello spirito starwarsiano e tutela della libertà creativa altrui è ora la sfida che si para davanti alla Lucasfilm del futuro. Quindi, per concludere con un mix di citazioni, diamo il benvenuto a un nuovo cancelliere, un cancelliere forte che non lascerà che la nostra tragedia continui. Ma occhio ai poteri d’emergenza!

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

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