Darth Vader: da La Vendetta dei Sith a Obi-Wan Kenobi
Ripercorriamo ciò che ha fatto Darth Vader negli anni che separano Star Wars: la Vendetta dei Sith da Obi-Wan Kenobi
Gli anni che separano La Vendetta dei Sith da Obi-Wan Kenobi sono per il Jedi caduto molto più tumultuosi, ma non necessariamente più felici. Le storie narrate negli altri media, dai fumetti ai romanzi, ci raccontano le tragiche vicende dei primi anni vissuti da Anakin Skywalker come Darth Vader, una sorta di oscuro “viaggio di formazione” in cui il Signore dei Sith reclama uno dopo l’altro i pezzi e gli elementi che compongono la sua identità come siamo abituati a conoscerla.
Premesso questo, ecco le tappe fondamentali che guidano Darth Vader dalle scene finali de La Vendetta dei Sith al suo sinistro ritorno in Obi-Wan Kenobi.
Una Nuova Spada Laser
Persa la sua spada laser nel fatidico duello su Mustafar contro Kenobi, Vader necessita di una nuova arma da brandire come Signore dei Sith. È questo uno dei primi compiti che l’Imperatore gli affida: rivendicare la spada laser di un Jedi e fare “sanguinare” il cristallo che essa contiene, il processo che tinge la lama di rosso, vero e proprio rito di passaggio nella dottrina Sith. La missione affidata a Vader dall’Imperatore, come spesso accade, ha anche un doppio fine: quello di allontanare il neonato signore dei Sith da Coruscant e dalla gerarchia Imperiale per qualche tempo. I primi giorni di Vader nella sua armatura sono un periodo segnato dalla follia e dalla mancanza di controllo, in cui il Sith compie indiscriminatamente stragi nella gerarchia Imperiale e si dimostra una mina vagante per l’Impero stesso, al punto che l’Imperatore in persona deve ammonirlo di non gettarsi nell’abbraccio del lato oscuro così a fondo, pena la perdita di ogni controllo e la caduta in un costante stato di follia.
La ricerca di una spada laser conduce Vader al nascondiglio di Kirak Infil'a, Jedi che aveva abbandonato l’ordine e si era isolato dalla Forza per vivere in solitudine. Kirak si difende valorosamente, ma la furia di Vader nell’attuale stato in cui si trova non gli lascia scampo, e anche se ferito e danneggiato, il Sith emerge dal duello contro l’esule brandendo la sua celebre spada laser dalla lama cremisi. Tutto questo accade nel primo ciclo della serie a fumetti Darth Vader: Dark Lord of the Sith, firmato dal sopracitato Soule.
La Fondazione dell’Inquisitorius
Il successivo progetto che l’Imperatore affida a Vader è la fondazione dell’ordine degli Inquisitori, affinché la caccia ai sopravvissuti dell’ordine 66 possa essere condotta su scala galattica. In un perverso gioco di scambio di ruoli, gli Inquisitori non sono altro che Jedi sopravvissuti a loro volta al massacro, ma sensibili alle lusinghe del lato oscuro della Forza. Il primo a essere arruolato è proprio il Grande Inquisitore, che Vader affronta in duello nelle sale del Tempio Jedi sotto occupazione Imperiale, e che l’Inquisitore in questione aveva sorvegliato in passato come guardia proprio al servizio dell’ordine Jedi. L’arruolamento prosegue rivendicando i Fratelli e le Sorelle che abbiamo imparato a conoscere in Star Wars Rebels, nel videogame Fallen Order e in altre storie, ma almeno inizialmente si conclude con un nulla di fatto. Dopo una prima prova sul campo, Vader giudica gli Inquisitori inadatti alla caccia ai Jedi e promette un addestramento personale fatto di crudeltà, violenza e amputazioni affinché il neonato ordine possa svolgere il suo compito come si deve. Anche questo arco narrativo è affidato alla penna di Soule.
Agli Albori della Morte Nera
Consolidata la sua posizione a capo delle forze Imperiali e dell’Inquisitorius, Vader resta coinvolto nella lunga e sofferta gestazione della costruzione della prima Morte Nera, e più nello specifico nella rivalità di vecchia data tra il Gran Moff Tarkin e il Direttore Krennic. I lavori di costruzione della stazione da battaglia sono funestati da una serie di incidenti e di atti di sabotaggio e ognuno dei due dirigenti sospetta che l’altro sia il colpevole. Vader prende in mano la situazione e conduce le sue indagini personalmente. Inizialmente sospetta di Galen Erso, lo scienziato asservito da Krennic per portare avanti il progetto, ma la pista lo conduce infine alla vera colpevole, la regina della nidiata dei Geonosiani: la costruzione della Morte Nera sta rapidamente prosciugando il pianeta di tutte le sue risorse vitali, condannando a morte la razza locale. Giustiziati sommariamente gli alieni, Vader torna a fare rapporto e i lavori possono riprendere. Oltre ai collegamenti con le future vicende di Rogue One, questa storia ha soprattutto il ruolo di cementare la collaborazione/rivalità tra Vader e Tarkin. Mentre il Signore dei Sith non ha difficoltà a tenere Krennic al suo posto, in Tarkin trova un suo pari in tutto e per tutto, al punto di ricevere perfino dall’Imperatore l’ordine di obbedire al Grand Moff, un’anomala situazione di subalternità per il Sith abituato a comandare che si protrarrà fino al classico Episodio IV: Una Nuova Speranza.
Insurrezione su Ryloth
Una delle vicende più anomale ma più intriganti è quella narrata nel romanzo Signori dei Sith, di Paul S. Kemp, dove sia Vader che Palpatine si ritrovano in una situazione fuori dal comune. Vittime di un attentato e di una successiva insurrezione su Ryloth, il pianeta natio dei Twi’lek, i due si ritrovano isolati dal grosso delle forze Imperiali e devono riconquistare la libertà e il potere agendo da soli, come maestro e apprendista, senza poter contare sull’appoggio delle forze Imperiali che sono abituati ad avere al loro comando.
Superfluo a dirsi, ce la faranno lasciandosi alle spalle una scia di sangue, di carneficine e di atti di vendetta, ma altrettanto superfluo dirsi, il cuore della vicenda sta soprattutto nell’esplorazione del complicato rapporto tra Vader e Palpatine, fatto di diffidenza e di ambizione, di sottomissione e di pianificazione, ma anche di reciproca ammirazione e di continuo spronarsi a vicenda per reclamare il potere, un viaggio nella labirintica e complicata mentalità dei Sith che approfondisce e sviscera i pensieri dei due personaggi più oscuri della saga.
Il Castello di Mustafar
La Fortezza di Vader, introdotta in Rogue One e rivista proprio di recente in Obi-Wan Kenobi, ha una storia oscura e sconvolgente. Richiesto il dominio del pianeta come premio per i suoi servigi all’Impero, Vader si occupa personalmente dei lavori di costruzione, volendo sfruttare e amplificare i fulcri di Forza di cui il pianeta è ricco per scopi ignoti, e che con la costruzione del castello in un punto ben preciso potranno essere amplificati a dismisura. A guidarlo in questa impresa è lo spirito di Darth Momin, un folle Sith vissuto millenni prima che naturalmente ha i suoi piani personali al riguardo e intende sfruttare i flussi di energia scatenati dall’opera di Vader per tornare a vivere. Il finale, che si svolge nei corridoi della fortezza appena costruita, è delirante e onirico: in una sequenza di allucinazioni in cui è difficile dire cosa è reale e cosa sia veramente parto della mente malata di Vader, Momin viene sconfitto, ma anche Vader paga un caro prezzo: lo scopo originario della costruzione della fortezza era usare il suo fulcro di energia per richiamare a sé lo spirito dell’amata Padme, che però si rifiuta di tornare a lui e si consegna volontariamente all’oblio, inorridita da ciò che Anakin è diventato.
Con la costruzione del castello di Mustafar, tutti i pezzi sono al loro posto: è proprio in una delle lunghe e sofferte meditazioni nei cilindri di bacta all’interno del castello che Vader torna a percepire la presenza del vecchio maestro Obi-Wan, fino ad allora celatosi alla Forza... e il resto va in scena proprio in questi giorni sugli schermi di Disney +!
Trovate tutte le informazioni su Obi-Wan Kenobi nella nostra scheda.
https://www.badtaste.it/tv/speciali/obi-wan-kenobi-pro-contro-primi-due-episodi/