Dark - I segreti di Winden: abbiamo visto in anteprima i primi tre episodi della serie!

Sensibilità europea e uno sfondo che ricorda Twin Peaks: Dark è una serie che non offre risposte immediate

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
I piani temporali si confondono e quasi si sovrappongono in Dark, la nuova proposta di Netflix, che sarà disponibile per gli abbonati con tutti i suoi episodi dal prossimo 1 dicembre. Abbiamo avuto la possibilità di vedere i primi tre episodi, su dieci complessivi, della produzione tedesca, la prima realizzata per la piattaforma streaming. La storia tiene ben stretti i suoi segreti e anche al termine della visione delle prime tre puntate, sinceramente, il quadro non sarà molto più chiaro rispetto all'inizio, ma va detto che Dark – I segreti di Winden fa un buon lavoro nel costruire tensione e interesse nel conoscere l'evoluzione della vicenda.

La cittadina di Winden è sconvolta dalla sparizione, in rapida successione, di due giovani. Le autorità indagano, le famiglie si disperano, i compagni di scuola affrontano a modo loro l'accaduto. In questo caos poliziesco si inserisce una venatura che non sappiamo se definire sovrannaturale o fantascientifica, ma che ha a che fare con ambientazioni temporali diverse, personaggi misteriosi, eventi incomprensibili che si verificano nei boschi e nella città. Di più, davvero, non si può dire senza entrare nel dettaglio di una storia che poggia quasi interamente sullo svelamento dell'intreccio.

Il titolo italiano I segreti di Winden potrebbe fare il verso a I segreti di Twin Peaks, e qualcosa in comune inevitabilmente c'è, a partire dal caso di cronaca che spalanca le porte di qualcosa di inafferrabile. D'altra parte, per quello che abbiamo potuto vedere, in questo Dark corre anche una sensibilità prettamente europea, che lo avvicina maggiormente al francese Les Revenants nei ritmi lenti e nell'approccio alla materia. A soffrire un po' allora sono i personaggi. È difficile districarsi nel dedalo di rapporti messi in campo dalla serie, e non ci siamo sentiti particolarmente coinvolti dalle vicende umane raccontate. Ma va detto che era difficile fare altrimenti. Questa è una serie che si prende chiaramente i propri tempi, che non dà risposte immediate e che non cerca l'aggancio fortissimo fin dall'inizio. Bisognerà vedere il seguito.

E allora il punto più interessante della faccenda, anche da un punto di vista produttivo, è rappresentato dall'anima fantascientifica della serie. Qui la complessità della serie diventa un pregio, perché ci richiama all'attenzione e alla ricostruzione, e dunque a quel lavoro di ricerca e analisi tra gli episodi che è il vero cuore di una serie che aspira a diventare cult. Un approccio molto moderno e ragionato. Dopo i robot svedesi di Real Humans e gli zombie senzienti di Les Revenants, un'altra serie europea lascia – non del tutto – i territori più semplici del crime percorrendo nuove strade legate ad una narrativa seriale di genere. Ci piacerebbe vedere qualcosa di simile anche in Italia.

Continua a leggere su BadTaste