Daemon X Machina, la nostra prova tra ferro e fuoco - Hands-on

Daemon X Machina è tornato a mostrarsi e sembra molto più in forma che nella sua precedente apparizione

R2, R2, L1, R2, sinistra, giù, destra, su, sinistra, giù, destra, su.


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Ne è passato di tempo dall’ultima volta in cui gli appassionati hanno potuto mettere le mani su un buon gioco a base di robottoni smaccatamente nipponici, con quest’ultima generazione priva di esponenti degni di nota. A tappare la falla - fortunatamente - ci pensa First Studio con Daemon X Machina, nuova proprietà intellettuale in esclusiva per Nintendo Switch. Così, mentre gli sviluppatori sono impegnati a stringere gli ultimi bulloni in vista dell’imminente uscita fissata per il prossimo 13 settembre, noi di BadTaste abbiamo avuto l’opportunità di testare in anteprima questo sparatutto in terza persona a bordo di tamarrissimi mecha ultra-pompati (sì, questo è una descrizione estremamente tecnica).

Per quelli di voi che non hanno mai sentito parlare di Daemon X Machina, si tratta appunto di un action shooter in salsa mecha nel quale l’obiettivo principale, al netto delle missioni guidate, è quello di forgiare un Arsenal (questo il nome dei mecha nel gioco) sempre più potente, smantellando i nemici uccisi e andando a modificare qualsiasi aspetto del vostro carro armato bipede. Della trama si conosce ben poco, se non che la Luna è crollata sulla Terra distruggendone una buona porzione, costringendo gli umani a progettare una rete di macchine controllate da un’intelligenza artificiale per tentare di ricostruire il pianeta. Macchine poi corrotte da una misteriosa forza energetica chiamata Femto, contro le quali si sono schierati un manipolo di reietti a bordo dei loro devastanti Arsenal. Uno spunto sobrio e composto, insomma, che pone le basi per un titolo tutto azione ed esplosioni da inorgoglire Michael Bay. La produzione, infatti, si fa notare per una spiccata voglia di divertire sparando a più non posso e muovendosi a un ritmo forsennato, equipaggiando armi di ogni tipo per crivellare i nemici con implacabile ferocia.

[caption id="attachment_197859" align="aligncenter" width="1920"]Daemon X Machina screenshot I combattimenti sono molto più fluidi rispetto alla demo di qualche mese fa[/caption]

Di Daemon X Machina, in realtà, ne avevamo già avuto un assaggio il febbraio scorso grazie alla demo “Missioni Prototipo”, e proprio a questo proposito siamo rimasti piuttosto sorpresi nel notare le considerevoli migliorie apportate da Kenichiro Tsukuda e il suo team in seguito al questionario distribuito ai tester della demo, un segno incoraggiante a dimostrazione che gli sviluppatori hanno davvero fatto tesoro dei consigli della community.
In generale, l’interfaccia di gioco si presenta in splendida forma, sorprendentemente migliorata e con i molteplici obiettivi a schermo ora molto più intuitivi e distinguibili, complice una ritrovata chiarezza della minimappa nell’evidenziare tutti i bersagli. Sembra poco, ma fidatevi che ora l’approccio al combattimento appare decisamente più immediato e naturale. A proposito di fluidità, gli Arsenal sono parecchio più mobili e versatili rispetto a quanto potuto testare a febbraio, così com’è stata aumentata la capienza della barra dell’energia che adesso consuma meno Femto per eseguire movimenti fulminei, permettendoci di sfruttare appieno i propulsori del nostro mecha scattando con meno limitazioni e più autonomia rispetto al passato. E rimanendo in tema di limitazioni, anche la capacità dei caricatori è stata ampliata, regalando un approccio più aggressivo e meno conservativo nelle fasi di shooting: dove nelle Missioni Prototipo ci si ritrovava spesso privi di munizioni contro il gigantesco boss finale, ora possiamo premere il grilletto senza preoccuparci di rimanere a secco nel breve termine, invogliandoci così a essere meno parsimoniosi e a ficcarci un sigaro tra i denti come dei veri duri mentre riempiamo di piombo i cadaveri meccanici dei nemici.

"la build che abbiamo avuto il piacere di testare ci ha messo addosso una discreta voglia di vendere l’automobile per acquistare un Arsenal"Arrivando al succo di questa nostra prova e parlando di armi e customizzazione, la build che abbiamo avuto il piacere di testare ci ha messo addosso una discreta voglia di vendere l’automobile per acquistare un Arsenal. In un gioco dove la personalizzazione è tutto, Daemon X Machina offre una libertà di manovra a dir poco invidiabile. Non solo si possono modificare aspetto e statistiche dei mecha, ma anche del pilota: ogni upgrade installato rimane visibile sull’avatar e permette di ottenere abilità aggiuntive oltre a quelle dell’Arsenal, tutto questo passando prima per un editor del personaggio variegato e generoso. Dal canto suo, invece, il nostro Arsenal può godere di un profondo sistema di gestione che consente di modificare i componenti di testa, busto, braccia e gambe andando a incrementarne le statistiche, oltre ovviamente a intaccarne l’aspetto estetico. Allo stesso modo possiamo equipaggiare sull’Arsenal armi principali e secondarie, scegliendo tra fucili, lanciarazzi, armi a laser, spade, scudi, bombe e qualsiasi altra cosa vi venga in mente. Il vasto armamentario lascia al giocatore la facoltà di sperimentare una valanga di soluzioni offensive, passando istantaneamente da un’arma principale all’altra attraverso le frecce direzionali destra e sinistra, fino a un massimo di quattro equipaggiate prima di partire per la missione: ecco, quindi, che possiamo lanciare davanti a noi una bolla di guarigione con il cannone secondario per poi gettarci nella mischia armati di scudo e katana, uscendone rinvigoriti e mettendo mano ai nostri fucili preferiti per fare piazza pulita degli avversari rimasti. Avversari dai quali - tra l’altro - non solo possiamo recuperare armi e componenti, come già detto, ma addirittura montarli seduta stante, andando a sostituire una parte dell’equipaggiamento magari non adatto alla situazione e che, forse, ci sta costando la pelle.

[caption id="attachment_197858" align="aligncenter" width="1920"]Daemon X Machina screenshot Anche tecnicamente il gioco è migliorato, ma dal punto di vista estetico il suo pezzo forte rimane comunque la particolare direzione artistica[/caption]

Ora, dopo aver letto quanto sopra, probabilmente starete pensando di non avere abbastanza tempo per un grinding selvaggio con il fine ultimo di nerdare sulla costruzione di armature fenomenali. Be’, in questo caso gli sviluppatori hanno cucito l’esperienza addosso a Nintendo Switch, impostando missioni dalla breve durata (dieci minuti) giocabili in qualsiasi ritaglio di tempo, una soluzione che si sposa perfettamente con l’idea di portabilità voluta dalla casa di Kyoto.

Anche dal lato tecnico abbiamo notato evidenti migliorie, con texture più definite e un’immagine generalmente più pulita, supportata da un frame rate che durante la nostra prova ha retto alla grande, senza prestare il fianco a rallentamenti di sorta. Se a tutto questo aggiungiamo un gusto estetico a dir poco accattivante, con un’impronta da anime e un carattere che passa anche attraverso una colonna sonora apparentemente ispirata e coinvolgente, Daemon X Machina ha tutte le carte in regola per far tremare la vostra console al ritmo di un solido lanciagranate.
Dopo questa prova ci sentiamo sollevati nell’affermare che Nintendo potrebbe aver messo a segno l’ennesima esclusiva imperdibile: certo, forse non per tutti, ma il nostro consiglio è quello di non sottovalutare questi colossali Arsenal in arrivo a inizio settembre, perché loro non lo faranno di certo.

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