Da Il Trono di Spade a The Boys, viaggio nelle serie senza compromessi e per stomaci forti!

Questa "epoca d'oro" della tv sembra caratterizzata da contenuti forti. Ecco perché, in un viaggio tra le serie tv più estreme

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Non capita spesso di potere riconoscere un’”età dell’oro” mentre la si vive. Nel caso delle serie tv è invece sotto gli occhi di tutti l’eccezionalità del periodo che stiamo vivendo. La qualità produttiva non è mai stata così alta, la scrittura mai così ambiziosa. Non c'è mai stato un momento migliore per iniziare a guardare la televisione. Gli showrunner hanno a disposizione i mezzi dei registi di grandi blockbuster. Basti pensare alla recente notizia dell’incredibile quantità di denaro investita da Amazon Studios per la serie ambientata nel mondo del Signore degli Anelli, o l’alto tasso spettacolare delle serie Marvel su Disney+. Ma il successo di questi prodotti non sarebbe stato possibile dando solo la libertà di spendere ingenti somme. La vera chiave che ha aperto nuove porte creative è la libertà di non dover scendere a compromessi.

Questo articolo è realizzato in partnership con SkyTutto iniziò negli anni ’90 grazie alla diffusione della tv via cavo, in particolare con la crescente popolarità dell’emittente HBO. Avevano capito una cosa importante: grazie al formato subscription-based, quindi legato agli abbonamenti, non c'era più bisogno di appoggiare il proprio equilibrio economico al volere degli inserzionisti. Si liberarono così dell’obbligo di proporre contenuti che dovevano essere loro graditi (nessuno vorrebbe vedere la pubblicità del nuovo sugo di pomodoro inserita dopo... uno squartamento!).

E così, libera dai vincoli contenutistici, l'emittente si è immersa in una sperimentazione sulle forme del racconto che ha portato ad alcuni titoli che hanno segnato la storia del piccolo schermo. Ne accenniamo giusto qualcuno: I Soprano, Six Feet Under, The Wire, True Blood. Serie amate dal pubblico e dalla critica, accomunate da contenuti estremi, da argomenti non trattati normalmente in televisione, e da un’abbondante quantità di violenza. Titoli influenti e imprescindibili per capire dove siamo arrivati oggi.

Per un ulteriore salto in avanti nella rappresentazione di questi contenuti fu decisivo Il Trono di Spade. La serie, tratta dai romanzi delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R. R. Martin, ha tra i tanti meriti quello di essere riuscita a inserire immagini estreme, per un pubblico maturo, in un genere che normalmente era considerato (al cinema) per ragazzi. E tutto questo con una grande coerenza rispetto alla storia. Scene di sesso al limite dell’esplicito, talvolta anche stupri, stragi, teste distrutte e un senso nichilistico di morte imminente, sono una cifra stilistica sconvolgente e geniale.

"Il Trono di Spade ricorda tanti altri fantasy, ma allo stesso tempo è distante anni luce da tutto ciò che l’ha precedutoIl Trono di Spade ricorda tanti altri fantasy, ma allo stesso tempo è distante anni luce da tutto ciò che l’ha preceduto. Grazie ai suoi contenuti espliciti stravolge i canoni del suo genere di appartenenza. Cambia maschera, trova un nuovo pubblico che non sa cosa aspettarsi perché non ha mai visto nulla del genere. Le immagini parlano lo stesso linguaggio duro del mondo in cui è ambientata la storia. Non sono più fiabe, non c'è più l'ottimismo del lieto fine, la "morale" non esiste più. Westeros è il fantasy fuori controllo, fuori da ogni schema. E per questo ha rivoluzionato tutto.

Oggi tante serie hanno fatto tesoro di questa intuizione. La televisione è diventata il luogo prediletto per creare nuove coordinate del racconto, prendendo gli oggetti drammaturgici dei generi a cui siamo affezionati e portandoli all’estremo. The Boys lo fa per il genere del cinecomic (seguendo i propositi che guidano da sempre Garth Ennis, lo scrittore del fumetto da cui è tratto). Antieroi, per usare un eufemismo, al servizio di una satira sul potere, sulla politica e sulla celebrità. Morti truculente, sopra le righe, violentissime e apprezzabili nella loro macabra ironia solamente da un pubblico adulto. Eppure The Boys è perfetto oggi. Non lo sarebbe stato dieci anni fa. Ci siamo dovuti arrivare gradualmente.

The Boys serie tv

Certo, il Grand Guignol abbonda da tempo nelle avventure dei supereroi in televisione. È stato un progresso lento, ma incessante. La prima stagione di Daredevil aveva stupito con scene d’azione perfette, come il celebre piano sequenza girato in un corridoio. Nulla rispetto alle docce di sangue e alle sinfonie di ossa spezzate portate dal successivo arrivo di The Punisher. I combattimenti brutali (basta riportare alla memoria il finale della prima stagione) cercano di dare un valore catartico alla violenza mostrata. Sicuramente si attestano come tra i più viscerali e sconvolgenti mai visti all’interno di quel genere. Non è più un “gioco” da ragazzi, quello degli eroi. I contorni tra il bene e il male sono ormai sfumati.

L’azione è portata all’estremo anche da Gangs of London, serie Sky troppo sottovalutata che vive di una crudezza che provoca dolore fisico in chi guarda. Il regista è Gareth Evans, già autore dei due The Raid, quindi l’aspettativa sulla qualità dei combattimenti e la violenza era già altissima. Ma la serie tiene incollati allo schermo mettendo al centro proprio il dolore, il tentativo disperato di sopravvivenza, la furia animalesca di uomini in giacca e cravatta nella Londra dei grandi - loschi - affari. C’è un episodio davvero tosto incentrato interamente su una tortura. Un altro lascia a bocca aperta mostrando la fuga disperata dei personaggi dai propri aguzzini. Fango, sangue, ossa e muscoli rotti con grida e lacrime di dolore: ci si aspettava un action, abbiamo visto un “padrino” in salsa molto più cruenta, e indimenticabile.

Ricordate E.R. - Medici in prima linea, la serie ambientata in un pronto soccorso che descriveva con realismo le fatiche dei medici? Ecco, Steven Soderbergh ha preso quell’idea romantica dell’uomo di scienza contro la mortalità del corpo umano e l’ha portata all’estremo in The Knick. Un capolavoro ambientato agli inizi del 1900. Nell’episodio pilota vediamo in rapida sequenza: il dr John Thackery di Clive Owen che si droga per reggere la pressione dell’imminente operazione. Un caso di parto prematuro che finisce con la morte sia della mamma che del feto che porta in grembo. Il primario, sfinito e depresso dai continui fallimenti, che si rifugia nel suo studio in preda all’angoscia e compie un’azione decisamente definitiva.

Un inizio sconvolgente per una serie che mostra tutto (!), ma che indaga anche il sottile confine tra la vita e la morte in un clima di entusiasmo per le scoperte scientifiche e tecnologiche di inizio secolo. Si supera la soglia di distanza a cui eravamo abituati. Entriamo nella pelle, nella carne, ma non in un esercizio fine a se stesso, bensì in un trattato filosofico sulla caducità dell’esistenza.

Anche il “teen drama” ha spesso il proprio genere di appartenenza. Non è più la rappresentazione di un’età spensierata, piena di vita e speranze. Nella prima stagione di Tredici (13 Reasons Why) il dolore della protagonista Hannah Baker accompagna tutta la storia in maniera soffocante e drammatica. Man mano che scorrono le puntate, la serie si fa sempre più dura ed esplicita. Ci sono momenti di un dolore inaudito, proprio per quanto teniamo alla sorte dei personaggi. Una violenza emotiva (e in parte visiva) che fece molto discutere, aprendo importanti discussioni sul tema del suicidio e del bullismo. La tv per giovani al massimo della potenza.

euphoria

Speculare, ma assai distante, Euphoria fa un gioco metatelevisivo. Ha come protagonista la teen idol Zendaya, ma parla agli adulti. Usa il suo volto riconoscibile per mostrare con un tono crudo e adulto i drammi della generazione Z. Tutt’altro che una patinata fotografia di un’età spensierata, Euphoria mostra le scene di sesso senza timore. Droga, feste, esplosioni di erotismo, ma anche di violenza e cruda verità. La serie ha fatto anche infuriare Harry Styles e Louis Tomlinson per una scena di sesso orale (a cartoon).

Negli anni in cui Il Trono di Spade rivoluzionava il genere fantasy, The Walking Dead portava al grande pubblico generalista l’horror con gli zombie. La serie è tratta dal fumetto di Robert Kirkman, lo stesso autore di Invincible (anche in questo caso, una serie animata decisamente al limite). La lunga saga dei “vaganti” ha avuto fino ad ora molte anime, da quella più autoriale della prima stagione, fino ai picchi splatter a cui il grande pubblico - a cui si rivolge - non era abituato. Lucille, la mazza chiodata di Negan, è stata protagonista tra la sesta e la settima stagione di una delle morti più sconvolgenti viste in una serie campione di ascolti.

Non risparmia buone dosi di orrore fisico e metafisico anche The Strain, creata da Guillermo del Toro che ha trovato qui la piattaforma ideale per dire la sua sui vampiri. Non più affascinanti giovani luminescenti, ma orride creature, forze del male mistiche e distanti da ogni umanità. Un ritorno all’origine dell’iconografia che da tempo non si vedeva in tv.

La televisione di oggi ha superato ogni barriera, ha scavalcato i limiti per mostrare ciò che fino a pochi anni fa era limitato solo a poco cinema underground. Ora i generi si sono contaminati con l’estremo, diventando qualcosa d’altro. E anche la fantascienza di Black Mirror non porta nel futuro come sarebbe accaduto un tempo, ma dentro incubi digitali. Supera quello schermo nero, gioca con le forme e i generi, per fotografare ancora meglio l’oggi. Black Mirror mostra come questa rivoluzione della serialità non sia oggi un punto di arrivo, ma l’inizio della televisione delle emozioni estreme, del coinvolgimento del pubblico, ma soprattutto una fucina creativa di sperimentazioni audiovisive che vale la pena recuperare, magari con una mano pronta a coprire gli occhi.

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Sky Q è il modo migliore per vedere tutti i programmi che ami con facilità e con la migliore esperienza di visione, perché è il posto dove trovi i programmi Sky fianco a fianco dei migliori programmi di Netflix, Prime Video, il nuovo arrivato Disney+ e tanti altri.

Le serie citate in questo articolo sono tutte disponibili su Sky Q: più precisamente trovate I Soprano, Six Feet Under, The Wire, True Blood, Gangs of London, The Knick, Euphoria, The Walking Dead su Sky. Black Mirror, tredici (13 Reasons Why), Daredevil e The Punisher sono su Netflix, Invincible e The Boys su Prime Video di Amazon. Le serie Mavel come WandaVision e The Falcon and the Winter Soldier su Disney+. The Strain è disponibile su Star dentro Disney+.

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